Il
margine di solvibilità è un termine che riguarda la compagnia assicurativa, in quanto non si riferisce direttamente ai diritti o doveri dell’assicurato o del contraente. Questo parametro è disciplinato dal
Codice delle Assicurazioni (articolo 44), in cui vengono definiti i requisiti tecnici per il calcolo di questo fattore.
Semplificando, il margine di solvibilità mostra la
solidità dell’impresa assicurativa, ovvero la sua capacità di rispondere agli impegni presi nei confronti degli assicurati. Ogni polizza, infatti, richiede una certa fiducia nell’azienda che stipula il contratto, valutando se sarà in grado di pagare il capitale dovuto in caso di attivazione dell’assicurazione.
Cos’è il margine di solvibilità e a cosa serve?
Quando si stipulano alcune tipologie di polizze, come le assicurazioni del
ramo vita, le polizze sanitarie e le coperture contro gli infortuni, si sottoscrive un
prodotto assicurativo con una durata di medio/lungo termine. In questo caso è necessario avere fiducia nella compagnia, per essere sicuri che sarà in grado di rispettare tutti i contratti e liquidare le polizze dei clienti.
Con il margine di solvibilità è possibile avere un dato utile per capire qual è la
stabilità finanziaria dell’impresa, beneficiando di maggiori garanzie in merito alla sua salute patrimoniale. L’azienda, infatti, deve godere di un’adeguata situazione finanziaria, per essere capace di
onorare gli impegni e risarcire gli assicurati secondo quanto previsto dalle condizioni contrattuali.
In genere, più elevato è il margine di solvibilità maggiori sono le garanzie sulla solidità economica dell’azienda assicurativa. Si tratta di un
dato pubblico e disponibile a tutti, sebbene non sia sempre facile da trovare, ad ogni modo deve essere reperibile sul
portale ufficiale della compagnia, per essere accessibile ai clienti che vogliono sottoscrivere un prodotto assicurativo.
Conoscere il margine di solvibilità dell’azienda è infatti un diritto dei contraenti, dunque qualora non si dovesse individuare è possibile richiedere questa informazione all’assicuratore o al proprio agente assicurativo. Naturalmente da solo
non è una garanzia assoluta, in quanto il patrimonio dell’impresa potrebbe subire delle alterazioni anche temporanee in concomitanza con eventi inattesi e condizioni macroeconomiche particolari.
Come viene calcolato il margine di solvibilità?
Il margine di solvibilità non è un parametro fisso ma variabile, in quanto
cambia nel tempo a seconda delle performance della compagnia e delle varie attività dell’impresa assicurativa. In alcuni casi questo fattore deve essere più elevato rispetto agli standard convenzionali, ad esempio nelle aziende che si occupano di
polizze vita poiché prevedono pagamenti di importo più alto.
Il calcolo del margine di solvibilità viene disciplinato in base ai
rami assicurativi esercitati dall’impresa. Inoltre, vengono presi in considerazione diversi fattori, come le riserve relative all’ultimo esercizio e quelle complessive, tenendo conto anche di aspetti come l’
ammontare dei premi assicurativi e di altri requisiti tecnici.
Il conteggio è piuttosto complesso e prevede
numerose variabili in gioco; tuttavia, è indispensabile sia per i clienti delle compagnie sia per gli enti di controllo e le Istituzioni come IVASS e Banca d’Italia. L’analisi dell’indice di solvibilità permette di
monitorare la solidità del settore assicurativo, per individuare eventuali anomalie e intervenire tempestivamente.
Di solito viene preso in considerazione un
coefficiente di solvibilità minimo dell’85%, un valore ben al di sotto delle prestazioni dei principali gruppi assicurativi che operano in Italia. Ad ogni modo, in caso di riduzione del margine gli istituti come l’IVASS possono richiedere alcuni interventi, come il divieto alla distribuzione dei dividendi agli azionisti, tutelando i clienti delle imprese e garantendo la massima stabilità finanziaria del sistema assicurativo.