Le
riserve tecniche delle
compagnie assicurative rappresentano una serie di accantonamenti, dei fondi con i quali le imprese di assicurazione garantiscono il rispetto degli impegni presi con gli assicurati. Queste risorse finanziarie vengono specificate nello stato patrimoniale delle società, per
garantire il pagamento delle prestazioni assicurative.
Si tratta di una delle voci principali per assicurare la
sostenibilità finanziaria delle compagnie, secondo quanto previsto dalla valutazione dei fondi per i rischi e gli oneri, come stabilito dal principio contabile OIC 31. In particolare, questo parametro si riferisce alle attività potenziali, alle passività e agli accantonamenti da inserire nel
bilancio d’esercizio.
Che cosa sono le riserve tecniche
Le compagnie di assicurazioni devono garantire agli
assicurati e ai danneggiati la
copertura dei sinistri, assicurando il pagamento degli indennizzi secondo i termini di legge. Tuttavia, i risarcimenti possono essere erogati con tempistiche diverse, inoltre non è possibile sapere in anticipo quali saranno le prestazioni, per questo motivo le imprese devono prevedere apposite
riserve per essere in grado di onorare gli accordi.
Le riserve tecniche sono composte da due elementi principali:
- riserve premi
- riserve sinistri
Le
riserve premi sono delle quote dei premi assicurativi pagati dai contraenti delle polizze, le quali vengono trattenute e accantonate dalle compagnie per
fronteggiare potenziali danni futuri che potrebbero occorrere agli assicurati. Questa componente delle riserve tecniche si applica alle assicurazioni del ramo danni e vita, come la copertura contro gli infortuni e la polizza sulla vita.
La seconda componente è caratterizzata dalla
riserva sinistri, un ulteriore quota di fondi accantonati dall’impresa di assicurazione per essere in grado di
liquidare tutte le richieste di indennizzo. Si tratta di sinistri per i quali il risarcimento è certo ma non è ancora stato sbloccato, oppure non è stato quantificato l’importo esatto del rimborso da erogare, una riserva applicata in questo caso soltanto alle polizze del ramo danni.
Per le assicurazioni del
ramo vita, invece, le riserve tecniche sono
matematiche e calcolate appena sul premio assicurativo puro,
d’inventario con l’aggiunta alle riserve matematiche dei costi di gestione e di
Zillmer. Quest’ultime rappresentano i pagamenti dovuti per le provvigioni dei
broker assicurativi, tuttavia non sono ammortizzabili e spesso compaiono in altre voci dei bilanci contabili.
Come funzionano le riserve tecniche
La normativa di legge italiana prevede dei requisiti specifici per il calcolo dell’ammontare delle riserve tecniche, allo scopo di assicurare il rispetto degli impegni assunti dalle imprese rispetto ai contraenti delle polizze assicurative. Nel dettaglio, l’importo complessivo delle riserve tecniche deve essere
pari o superiore al valore totale degli impegni teorici pressi dalla compagnia.
Per calcolare questo parametro si tiene conto delle
tavole di mortalità e invalidità messe a disposizione dall’ISTAT, l’Istituto nazionale di statistica. Si tratta di tabelle statistiche con le quali vengono stimate le probabilità di decesso e sopravvivenza della popolazione, impiegate per il conteggio della componente demografica relativa al calcolo dei premi assicurativi.
Inoltre, viene considerato anche il
tasso d’interesse per l’aggiornamento degli impegni futuri, utilizzando questi due parametri per determinare il valore delle riserve tecniche. Il corretto calcolo dei fondi a disposizione della compagnia assicurativa è fondamentale, affinché possa sempre corrispondere le prestazioni e gli indennizzi dovuti ai clienti e ai danneggiati senza compromettere la propria stabilità finanziaria.