Vorrei venire a prenderti stasera, con la mia torpedo blu, ma non ho capito se devo oppure no pagare il bollo auto. Questa più o meno la situazione nella quale si trovano in questo momento tutti i proprietari di auto d’epoca o di interesse storico, in seguito alle nuove disposizioni presenti nella attuale legge di stabilità. Vediamo insieme come muoversi in questo mondo fatto di burocrazia, carte, documenti, bolli e regolamenti ballerini, ma andiamo per ordine e cerchiamo di fare chiarezza.
Cosa sono le auto d’epoca o d’interesse storico
Le auto epoca sono quelle auto che, secondo quanto stabilito dall’articolo 60 del Codice della strada, non possono più circolare se non in occasioni particolari, come eventi, manifestazioni o raduni debitamente autorizzati dagli organi competenti.
Questo significa che l’auto in questione è stata cancellata dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico) al cui interno vengono inserite tutte le auto vendute e immatricolate nel nostro Paese, una sorta di Ufficio Anagrafe delle auto. Per saperne di più, ti consigliamo di leggere la sezione dedicata sul sito dell’ACI cliccando qui.
Il testo originale dell’articolo 60 del Codice della strada, per completezza d’informazione, è il seguente:
Rientrano nella categoria dei veicoli d’epoca i motoveicoli e gli autoveicoli cancellati dal P.R.A. perché
destinati alla loro conservazione in musei o locali pubblici e privati, ai fini della salvaguardia delle originarie caratteristiche tecniche specifiche della casa costruttrice, e che non siano adeguati nei requisiti, nei dispositivi e negli equipaggiamenti alle vigenti prescrizioni stabilite per l’ammissione alla circolazione. Tali veicoli sono iscritti in apposito elenco presso il Centro storico del Dipartimento per i trasporti terrestri.
Le auto d’interesse storico, invece, possono circolare liberamente, ma per ottenere questo “status” devono essere riconosciute dall’ente competente, ricevere una attestazione e essere inserite in appositi registri come quello dell’ACI.
Come si diventa auto d’epoca o d’interesse storico
Su questo punto spesso si fa confusione, perché si tende a fare una equazione immediata, ovvero che un’auto che ha più di vent’anni è da considerarsi automaticamente d’epoca o d’interesse storico, ma non è così.
Per ricevere l’attestazione di auto d’epoca o d’interesse storico è necessario fare richiesta all’ufficio competente della Motorizzazione, che procederà alla verifica del veicolo per valutare il possesso dei requisiti richiesti, al fine di iscrivere l’auto in appositi registri, come il Registro del Club ACI Storico.
In un precedente articolo abbiamo approfondito maggiormente questa parte, ti consigliamo di leggerlo qui.
Bollo auto storiche 2016
Il 2016 ha portato con se tante novità, non proprio positive per gli automobilisti e nello specifico per i proprietari di auto storiche, ma prima di indicarti cosa è cambiato, forse conviene fare un attimo il punto della situazione.
Fino alla legge di stabilità approvata dall’attuale governo in carica, le auto d’epoca con più di 20 anni erano esenti dal pagamento del bollo, ovvero la tassa regionale che ogni automobilista è tenuto a versare nelle casse dell’erario, ed in particolare delle amministrazioni locali, attraverso un bollettino il cui importo varia a seconda della Regione e dei kilowatt. Questo almeno dal 1 gennaio 1998, visto che prima dei quella data si calcolava in base ai cavalli fiscali.
Ora, invece, solo le auto con più di 30 anni possono usufruire dell’esenzione, e questa decisione che avrà un beneficio per le case dello Stato, ha fatto infuriare un po’ tutti, non solo i privati cittadini in possesso di un’auto storica o d’epoca.
Perché questa distinzione?
Anche se è lecito (e non così tanto malizioso) pensare che si tratti di una semplice manovra per reperire un po’ di fondi facili chiedendo, come sempre, l’intervento ai cittadini, una ragione alla base di questa distinzione così netta tra auto ventennali e auto trentennali c’è.
La valutazione degli enti preposti si basa sul fatto che molto spesso, soprattutto in un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando, circolano molte auto che hanno più di vent’anni, ma che non hanno nessun interesse di carattere storico o collezionistico. Sono semplicemente macchine vecchie che il proprietario non può “mandare in pensione” perché non può permettersi l’acquisto di una nuova.
Ergo, per distinguere le auto d’epoca da quelle semplicemente datate, si è pensato ad una diverso trattamento, andando a colpire un nervo scoperto per tutti: i soldi.
Regioni vs Stato per il bollo auto storiche
A prenderla male però non sono stati solo i privati cittadini, ma anche le Regioni, che hanno osteggiato la decisione del governo centrale.
Se ci pensi, le vere dirette interessate in questo caso non sono le casse dello Stato centrale, ma quelle delle amministrazioni regionali, essendo il bollo auto una tassa di natura locale. La battaglia è giunta fino in Corte di Cassazione che, al momento, non si è ancora espressa in merito alla questione.
Dopo le prime critiche rivolte al Governo in carica, si è giunti a più miti consigli, consentendo alle Regioni di applicare uno sconto del 10% sul costo del bollo per le auto che hanno più di vent’anni ma meno di trenta.
Insomma, acqua che non disseta, ma meglio di niente. Per il momento non sembra esserci nulla di meglio all’orizzonte, almeno fino a quando non si esprimerà la Corte di Cassazione, che potrebbe anche dare ragione alle amministrazioni Regionali.
Staremo a vedere, nel frattempo ti consigliamo di salvare nei preferiti questa pagina dedicata all’argomento sul sito ufficiale dell’ACI, che viene aggiornata ad ogni novità.
Come pagare il bollo per le auto storiche
Detto questo, resta il fatto che i proprietari delle auto storiche più “giovani”, ovvero quelle che hanno meno di trent’anni, sono tenuti a pagare il bollo auto nel 2016.
Come si paga il bollo auto per le auto storiche?
In realtà nello stesso modo di tutte le altre vetture ma, essendo la situazione in fase evolutiva, è preferibile non affidarsi al fai da te, ma a recarsi presso un punto Aci per ottenere informazioni più corrette e aggiornate ed effettuare il calcolo esatto in base alla Regione di residenza.
Abolizione del bollo per le auto storiche nel 2017?
Lo abbiamo ripetuto fino alla noia, il bollo auto è una delle più odiate dagli italiani, e con la Legge di Stabilità del 2015 ancora di più, visto che chi non pagava fino al giorno prima si è trovato a dover versare nelle casse dell’erario una cosuccia di soldi, che per l’italiano medio comunque pesa sul bilancio familiare.
La discussione su come, dove e perché pagare, come hai potuto constatare, è molto complessa, perché quando litigano gli enti pubblici e ci si mette di traverso anche la Corte di Cassazione, 10 volte su 10 a pagare è il cittadino comune.
Di recente, però, qualcosa pare muoversi, infatti sono state presentate in Parlamento diverse proposte per abolire completamente il bollo auto, compreso il bollo per le auto storiche, che addirittura dovrebbe/potrebbe avere la priorità su tutto.
Il problema, come sempre, è capire come coprire l’ammanco nelle entrate derivanti dal pagamento del bollo auto, che tra l’altro va a finanziare quasi per intero la spesa sanitaria delle Regioni, che come sappiamo è molto elevata.
Staremo a vedere se e come riusciranno ad abolire il bollo auto, e soprattutto cosa ci faranno pagare di più per coprire il buco, visto che di fare revisioni e tagli di spesa in questo Paese non se ne parla nemmeno. O meglio, se ne parla tanto, ma giusto per far prendere aria alla bocca.
Continueremo a monitorare la situazione e ad aggiornarti su tutti i futuri sviluppi.
Assicurazione auto storiche
Come detto in precedenza, il Governo ha cercato di mettere un freno alla leggerezza con quale, negli ultimi 15 anni, si è concesso il titolo di auto storiche o d’epoca a veicoli che, di fatto, non avevano tutti i requisiti per potersi fregiare di questo riconoscimento.
Avere un’auto riconosciuta d’epoca consentiva non solo un risparmio sul bollo auto regionale, ma anche sull’assicurazione auto, che costa molto meno rispetto ad una macchina nuova o più nuova, con minori emissioni di CO2 e più sicura da un punto di vista strutturale.
In linea generale è possibile assicurare la propria auto d’epoca con costi davvero contenuti, quasi irrisori se si pensa ai premi assicurativi “tradizionali”. Si parla di importi che variano tra i 100 ed i 200 €, a seconda della compagnia, dell’auto, della Regione di Residenza e così via.
Le 5 auto storiche più belle
Le auto storiche sono immortali anche per il fascino vintage che si portano dietro. Vediamo insieme alcune delle auto d’interesse storico più belle e note presenti nel registro.
Delorean – DMC-12
Esatto, stiamo parlando proprio della macchina del tempo di Ritorno al Futuro, la splendida e sfortunata auto prodotta dalla DeLorean Motor Company di Detroit. Un’auto che, nonostante il fallimento commerciale, è e resterà per sempre nella memoria di generazioni di persone che hanno visto e amato la trilogia interpretata da Michael J Fox.
Alfa Romeo Giulia
Una macchina senza tempo, un’icona per il mercato automobilistico italiano, ma non solo. Protagonista dei cosiddetti “poliziotteschi”, ovvero i film d’azione e polizieschi italiani degli anni ’70, l’Alfa Giulia è una delle auto più amate dagli appassionati. Prodotta dal ’62 al ’77, l’Alfa Romeo Giulia è tra le più vendute nella storia dell’azienda italiana, con oltre un milione di esemplari prodotti.
BMW Serie 02
Contemporanea dell’Alfa Giulia, e molto simile nelle linee, la BMW Serie 02 ha fatto la storia della casa automobilistica tedesca, ancora oggi molto amata dagli appassionati. Il modello che ha fatto impazzire gli amatori è stata, ed è ancora, la 2002 Turbo, una bomba sportiva dalla quale è poi nata la successiva serie M3.
Citroën 2CV
La celeberrima “due cavalli”, una delle macchina più rappresentative della storia della casa automobilistica d’oltralpe, anche perché è stata prodotta per più di quarant’anni. Un’auto dalle forme un po’ anti-convenzionali, ma che ha conquistato le masse grazie al suo stile retrò e le colorazioni molto stravaganti, in particolare nei modelli bi-cromatici. La due cavalli è una di quelle auto che non puoi fare a meno di guardare quando capita di incrociare un esemplare in strada.
Volkswagen Typ 1
Il nome, forse, non ti dice niente, solo perché abbiamo sempre usato il nome non ufficiale di questo modello tra i più famosi al mondo, meglio conosciuto come maggiolino. Scommettiamo che adesso hai capito di quale auto stiamo parlando, vero? Un’auto che ha fatto letteralmente la storia e la fortuna della Volkswagen. Nel 1999 è stata nominata tra le cinque automobili più influenti del XX secolo. Non male!
I,nutile a dire che questo provvedimento scriteriato distruggerà,molti veicoli strorici, patrimonio di arte e cultura del n/s Paese, invidiato in tutta Europa . Dire Moto -Guzzi o AlfaRomeo in Germania è come dire " ER MEGLIO" .Cari signori del Governo, un recupero è cosi esiguo, difronte al danno cosi grande , ci lascia sgomenti.Non aiteremo nessuno de giovani disoccupati o cassa integrati , anzi aumenterà il numero dei senza lavoro tra mecanici e restauratori . Credo che la cosasia e di Vs competenza.Essere possesore di una moto o una vettura d'epoca nonsignifica affatto grande ricchezza .Solo un AMORE per la belleza NOSTALGIA del passato. Non giusto esigere una gabella su questo ! Alle prossime elezioni (doveremo pure farle!!) ci comporteremo di conseguenza. Al Presidente del consiglio , mi permeto di suggerire. umilmente, con la Cancelliera , dica " MOTO GUZZI ED AlFAROMEO" forse sarà più cosiderato da Castei.
" Secondo alcune stime dell’Asi l’erario otterrebbe dal gettito del bollo per le auto storiche circa 7,5 milioni di euro."
chi fa queste stime dovrebbe valutare anche l'indotto (carburante, meccanici, carrozzieri, gommisti, elettrauti..........), cosa che non è stata fatta neanche con l'introduzione del superbollo per le macchine potenti: dal mercato sono sparite tutte le supercar a favore di auto diesel non di lusso secondo lo stato (tipo porsche panamera): è crollata l'entrata di iva e tutto l'indotto.
buona giornata a tutti. giuseppe
Come fa ad essere d' interesse storico una Fiat Uno o Fiat panda del 94.
in giro ne circolano migliaia. Credo invece che spesso sia solo un abuso.
Interesse storico per me vuol dire un' auto rara che affascina, che fa riaffiorare ricordi di un' epoca,capace di sorprendere i nostri figli e commuova ancora i nostri genitori.almeno 30 forse sono anche pochi.
chi vuol girare in Maserati, porsche ed altro di grossa cilindrata come tira fuori gli euro per lavarle e tenerle a specchio e mettere benzina e tanta per farsi notare, allora pagasse regolarmente il bollo.
non c' e' passione senza sacrificio.
Sono un possessore di un'Alfa prodotta nel Maggio 1995 e comprata ad ottobre 2008 per farla diventare d'epoca. Vorrei continuare a pagare per il bollo (300euro) per 10 anni ma chi ci dice che tra 10 anni un altro Renzi pincopallino non deciderà nuovi termini di scadenza es. 35 anni??? Come abbiamo visto le cose cambiano dalla sera alla mattina. Profondamente deluso e amareggiato sarò costretto a demolire l'auto.
Come mai siamo i più tassata e continuano a studiare nuove tasse per spillarci sempre soldi, quando soldi non ne abbiamo,chi è al governo che cominci a prendersi uno stipendio normale e poi vede come mai la gente preferisce girare con un auto di 20anni più tosto che con un audi, mercedes o un bmw.
Troppi politici a stipendi e pensioni da favola abbiamo sulle spalle noi italiani, bisogna fare um po' di selezione e nuove regole anche li, come sulle auto....