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Abolizione PRA: attenzione alle tue pratiche auto!

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Dopo anni di discussione sull’argomento viene abolito il PRA, ovvero il pubblico registro automobilistico, addirittura in vigore dal 1927. Andiamo a vedere quali sono i cambiamenti apportati da questo provvedimento contenuto nella riforma Madia sulla pubblica amministrazione.

Abolizione PRA: cambiamenti

Con l’abolizione del PRA, l’archivio dei cosiddetti beni mobili registrati (autocarri, automobili, motocicli e affini) verrà gestito interamente dalla Motorizzazione. Basterà la carta di circolazione per certificare la proprietà del mezzo. Sinora PRA e Motorizzazione hanno operato in modo congiunto nell’ambito dello STA, lo sportello telematico dell’automobilista che permette di ottenere le targhe e la carta di circolazione di un veicolo. Abolire il PRA consentirà di risparmiare sulla spesa pubblica riguardante il personale e i beni immobili.

Abolizione PRA: aspetti burocratici

Le modifiche riguardano più che altro la documentazione burocratica sui beni mobili registrati, mentre non sono previsti cambiamenti per quanto concerne il loro status giuridico: per i mezzi di trasporto rimangono necessari la dichiarazione di vendita nel caso di veicolo nuovo o dell’atto di vendita per quelli usati (obbligatoria anche l’autentica della firma da parte di un notaio o di un funzionario della Motorizzazione oppure di privati autorizzati quali le agenzie di pratiche auto), oltre a essere soggetti a eventuale fermo di Equitalia o a ipoteca.

Addio al certificato di proprietà?

Logica conseguenza dell’abolizione del PRA è l’addio al certificato di proprietà (sinora tra i documenti cardine per procedere al passaggio di proprietà). Sotto il profilo pratico non cambia molto: la vera novità è che la carta di circolazione, promossa a documento unico da tenere comunque sempre a bordo del veicolo, adesso testimonierà anche la proprietà del mezzo. Come peraltro accade già dal 2006 per i ciclomotori, per i quali non è tuttavia necessaria l’autenticazione della firma del venditore. Un dettaglio, quest’ultimo, non certo di poco conto. Sarà veramente così? Non lo sappiamo con certezza, quello che è certo è che dal 5 Ottobre 2015 il certificato di proprietà è diventato digitale.

Abolizione PRA: perché conviene

Abolire il PRA conviene ai contribuenti. Statistiche alla mano, il pubblico registro comporta agli italiani un costo annuale di circa 230 milioni, risultato dei 27 euro sborsati da circa 8 milioni di possessori di veicoli a motore. A questi bisogna aggiungere 48 euro di imposte di bollo sulla vendita di ogni auto e per il conseguente certificato di proprietà. Funzioni che vengono svolte anche dalla Motorizzazione, che facendo capo al Ministero dei Trasporti è pubblica e alla quale il PRA si affiancava nelle vesti di un doppione divenuto oggettivamente inutile.

Mezzi di trasporto: sprechi e tasse inutili

L’abolizione del PRA si inserisce in un discorso più generale riguardante tasse e sprechi evitabili legati al mondo dei mezzi di trasporto. Rimane in piedi la cosiddetta IPT, ovvero l’imposta provinciale di trascrizione che viene pagata per ogni immatricolazione e per i passaggi di proprietà dei veicoli usati. In un primo momento era stata garantita l’abolizione, tuttavia l’assenza di coperture economiche ha successivamente indotto il governo a fare un passo indietro. Una tassa macigno per automobilisti e trasportatori, considerando che comporta una spesa di 150 euro per le utilitarie, di diverse centinaia di euro per gli autocarri arrivando a superare quota mille per determinate supercar. A questo va anche aggiunto che da maggio 2013 per le pratiche automobilistiche si paga il 30 per cento in più. In termini pratici non un incremento elevato, poco meno di 7 euro a pratica, ma che in un momento di recessione poteva essere evitato. Quello sugli sprechi, peraltro, è un dibattito che va avanti da tempo coinvolgendo in maniera diretta l’Aci che, tra società collegate, partecipate e consulenze di varia natura conta al proprio interno circa tremila dipendenti. Forse è giunto il momento di fare una riflessione approfondita su questo dato. E non solo.

Risposte

    1. Siamo in Europa ma ognuno fa quello che gli pare! In nord Europa, Belgio , Lussemburgo per esempio, un'immatricolazione o passaggio di proprietà si fa con circa 115 euro ed il tutto in poche ore! In Italia in alcuni casi il costo di un passaggio arriva anche al 20% del valore del mezzo usato! Assurdo!!!!

  1. Io devo acquistare un usato per un costo di circa € 2.500,00 , con mia sorpresa ho scoperto che devo spendere circa 300 euro per il passaggio di proprietà. Pertanto, ho cambiato idea e quindi non compro nulla. Dico solo che che è una vergogna ed un furto, anche a vedere tutte quelle tasse divise per vari uffici ed Enti. Andate a vedere negli altri paese europei quanto costa e vedrete che da Noi si fanno sempre scelte sbagliate.

    1. Però sei un barbone! tanto prima o poi dovrai comunque cambiare auto e pagare la tassa!!! non comprare auto perchè hai scoperto il costo della tassa è da bambini o morti di fame

  2. Ma cosa si aspetta a introdurre la targa personalizzata, come avviene in molti paesi europei, ogni targa legata ad un nominativo, vendo la automobile, tolgo la targa e la appongo su quella nuova....
    Semplice, economico e sicuro.

  3. @ dott. Gianluca Rubino. Non è chiaro cosa voglia dire questo trafiletto:
    "A questo va anche aggiunto che da maggio 2013 per le pratiche automobilistiche si paga il 30 per cento in più. In termini pratici non un incremento elevato, poco meno di 7 euro a pratica, ma che in un momento di recessione poteva essere evitato".
    Aumento di cosa? Imposta di bollo? Emolumenti ACI? Diritti MCTC? Altro? E a favore di chi?

  4. La spesa per il funzionamento del PRA non grava neppure per un centesimo sulla spesa pubblica, è tutto a carico dell'ACI che percepisce un compenso ad operazione.

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