Dall’oro nero al mercato nero il passo è breve. Quando l’economia in crisi e i beni primari e non cominciano a diventare costosi, il mercato illegale da nicchia gradualmente smette di esserlo. La situazione si sta verificando anche per il mercato della benzina, che con i 2€ a litro (all’Italia la medaglia d’oro) pesa sempre di più sulle tasche dei consumatori
Un mercato fatto, come sempre, di pesci piccoli e grandi. I primi si muovono nell’ombra con mezzi e tecniche rudimentali, i secondi alla luce del sole riescono a muovere grandi quantità di greggio e capitali. L’ingegno per la sopravvivenza ha sempre fatto parte dell’italiano medio, ma nei periodi di difficili se ne vedono di “particolari”. Si va dai ragazzi che, con latta e canna di gomma, tirano via la benzina dai serbatoio, delle auto e moto in sosta per poi rivenderla a un prezzo economico, al più “professionale” camionista di cisterna che a ogni viaggio “recupera” un centinaio di litri non scaricati al distributore. Truffe che si sono sempre verificate, ma cresciute del 127% nei primi sei mesi del 2012 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un mercato che ha mosso, secondo i dati forni della Guardia di Finanzia, in questi mesi più di 71 mila tonnellate di carburante. Un’economia sommersa che non è costituita da semplici furfanti, ma che mostra all’orizzonte anche le mani della malavita organizzata.
Nelle settimane scorse la Guardia di Finanza ha scoperto e messo fino ad una triangolazione internazionale, che coinvolgeva Atene, Ancona e Madrid. Il greggio di due aziende greche, comprato da una raffineria di Atene, veniva imbarcato con destinazione finale Madrid ma al porto di Ancona veniva stocca in un deposito clandestino e messo sul mercato grazie al favoreggiamento di alcuni distributori. Un’organizzazione composta da 32 persone, che si muoveva sul larga scala e non nel quartiere di periferia. Spesso la benzina “nera” viene rivenduta come tale sul mercato, attraverso circuiti poco legali o completamente “fantasmi”, al consumatore che non sempre è consapevole di ciò che sta comprando. In altri casi la “nera” viene diluita con la benzina verde, in modo da nascondere il reato e/o per diluire il carburante legale aumentandone il guadagno finale.
- Cosa va incontro chi vende o compra benzina "nera"?
Vendere benzina nera è un reato perseguibile penalmente: la Guardia di Finanza effettua controlli a sorpresa anche sui distributori legati per tutela il consumatore e tutti i cittadini italiani. Sono più di 540 le persone, collegate a questo mercato, denunciata fino a oggi con un aumento del 14% rispetto il 2011. Nei 2.400 controlli effettuati dalle Fiamme Gialle, nelle prima due settimane di agosto, il 15% dei distributori legali è stato trovato irregolare (contatori truccati, litri distribuiti falsati, carburante diluito, pompo fantasma). Un “trafficante” di benzina nera rischia fino a sette anni di carcere se c’è l’aggravante di associazione a delinquere. Le irregolarità danneggiano solo l’automobilista regolare, ma anche l’intera comunità visto che la benzina nera non copre l’IVA e le accise previste dal governo. Nei primi sei mesi del 2012 all’Erario non sono stati versati 41 milioni di contributi, mancanza dovuta alla crescita del mercato nero. Acquistando un litro di benzina nera, pagandolo 50-60 centesimi, si danneggiano le casse dello stato ma inevitabilmente ogni singolo cittadino. Non sono solo i venditori a temere la legge, perché la legge può perseguire clienti consapevoli per ricettazione.
Il mercato nero, come sempre, pesa sulle spalle di tutti e soprattutto su quelle dei consumatori corretti, che in caso di irregolarità verifica o percepite possono effettuare una segnalazione alla GF, che si occuperà di controllare e tutelare i cittadini.
Lascia il tuo commento