I giacimenti petroliferi in USA non scarseggiano, anche per questo possono permettersi un costo più basso del carburante, come le raffinerie e le infrastrutture adatte che hanno arricchito stati come il Texas, l’Oklahoma e la California. Ma... c'è un ma.Forse non molti sanno che lo Stato della California, oggi conosciuto soprattutto per la Silicon Valley e per le bellissime città che lo costituiscono, è soprannominato ancora oggi “The Golden State”. Non solo per ricordare la corsa all’oro che ha resto la California lo stato più popoloso degli USA, ma anche per i giacimenti petroliferi presenti sul territorio. Una grossa ricchezza: è il quarto stato degli USA per quantità di oro nero estratto, che ha favorito lo sviluppo economico dell’intero territorio, forse anche più del ricco Texas, e della nazione. Il PIL interno, che rappresenta il 15% di quello nazionale, rende la California il “paradiso in terra” per molti uomini.
L’oro nero, il simbolo per eccellenza della crisi economica almeno per l’Europa, inizia a scarseggiare anche nei territorio fiorenti come la California. Bloomberg riporta che si inizia a razionare il carburante alla pompe, sia nelle piccole che nelle grandi città, perché il prodotto inizia a scarseggiare in conseguenza a problemi all’impianto della raffineria Exxon di Torrance e al “lavoro ridotto” che sta facendo la raffineria Chevron di Richmond dovuto a un incendio. Problemi tecnici che si sono andati a scontrare con la legge locale. In California è previsto l’uso di due tipi di benzina, uno per l’inverno e l’altro per l’estate, volgendo a termine l’estate le raffinerie hanno iniziato a ridurre la produzione della benzina estiva, come accade ogni anno, ma con l’aggravante dei problemi sorti agli impianti di raffinazione il carburante diventa sempre più irreperibile. Il prezzo medio di un gallone (1 U.S. liquid gallon = 3.3854 l) è arrivato ai 4.61$ (a San Luis Obispo il costo massimo di 4.74$) segnando un record per gli USA, che non aveva mai pagato così tanto il carburante nemmeno quando il barile costava 150$ e non i 90$ di oggi.
Agli europei potrebbe sembrare uno scherzo, quasi una presa per i fondelli, visto che al cambio €/$ di questi giorni i californiani si trovano a pagare un litro di verde 0.933€. Noi italiani, medaglia d’oro per costo carburante, saremmo disposti a tutto per pagare la stessa cifra dei cittadini californiani per il pieno delle nostre vetture.
Non abbiamo le stesse vetture degli americani, che “bevono” quanto i nostri tir, ma sicuramente siamo i più sfortunati automobilisti d’Europa. Riusciamo a pagare un litro di verde addirittura più degli olandesi (1.94 €/l), che passano metà della loro vita in bici, riuscendo a “farci superare” ma di poco solo dai norvegesi che hanno uno dei PIL più alto al mondo.
Per i californiani sarà forse un disagio passeggero, magari causando anche un’impennata dei prezzi per i viveri, che sarà riassorbito dal ritorno alla normalità delle raffinerie e dal rilascio sul mercato della benzina invernale mentre ai noi resteranno solo poco soluzioni. Passare a un’auto con alimentazione gpl/mentano, sperimentare le macchine E.V. o sperare nel "buon senso" di qualche compagnia petrolifera.
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