Il 2012 si chiuderà come l’anno più nero per il mercato automobilistico europeo, cosa che si rifletterà anche sulle vendite dei primi mesi del 2013. Una situazione in bilico in cui c’è sempre il catastrofista cronico e il super ottimista. AlixPartners, nella migliore delle ipotesi, ritiene il 2016 il possibile anno di ripresa per il mercato delle auto, mentre il presidente Toyota Europa guarda al 2013 come l’anno per la risalita. Come sempre la verità è nel mezzo, ma come sono messe le case automobilistiche europee e americane?
Fiat/Chrysler – Il Gruppo Fiat ha dichiarato un terzo trimestre positivo, con un utile netto raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma con un utile netto negli ultimi nove mesi sceso di circa 350 milioni di euro. La casa italiana ha registrato una perdita di 800 milioni rispetto allo steso periodo del 2011, anche se la controllata Chrysler recupera mercato segnando un rialzo dell’80% su base annua che ha permesso un ridimensionamento dell’indebitamento industriale. Dopo la chiusura di Termini Imerese, Fiat corre ai “rimedi” riducendo i ritmi produttivi di altri stabilimenti, in attesa di eventuali accordi con altri costruttori per ritornare alla normalità. Si cerca di fronteggiare il calo di vendite europee, soprattutto italiane, ma senza puntare su nuovi modelli che potrebbero rilanciare il brand.
Ford – Le vendite nel vecchio continente sono calate del 12% nell’ultimo anno, che porteranno a una perdita di circa un miliardo di euro. Un salasso che ha costretto il Gruppo a varare un piano per risparmiare 400 milioni annui e che comprende la chiusura dello stabilimento belga di Genk entro il 2014. Una chiusura dovuta al ridimensionamento generale, ma soprattutto alle poche vendite del modello Mondeo (modello di punta dello stabilimento) che subirà un aggiornamento nel prossimo anno. La Ford ridistribuirà i modelli agli stabilimenti spagnoli e tedeschi (tornano a “casa” visto che la ragione sociale europea è Ford AG). Infine sposterà la produzione dei veicoli commerciali, in particolare il Transit, negli stabilimenti turchi in cui la manodopera è più economica. Oltre alla nuova Mondeo (a inizio 2014 anche ibrida), Ford punta sulla B-Max, la nuova Kuga, la Focus elettrica e per la prima volta in Europa la Mustang.
Wolkswagen Group– Nell’ultimo trimestre ha goduto di una crescita di vendite mostruosa, ma che non si accompagna a una crescita degli utili (in calo dell’1,6%). Resta comunque il terzo Gruppo automobilistico per quanto riguarda le vendite mondiali, preceduto solo da GM e Toyota, risultando le auto più vendute nel Vecchio Continente. Audi ha superato il milione di vetture vendute, Skoda supera i 550 mila modelli e anche Seat mostra un +18% di vendite. Chiude la classifica la Bentley con poco più di 7 mila modelli venduti. Il Gruppo dovrebbe chiudere l’anno con i conti in positivo, con una piccola crescita ma con grandi investimenti sul comparto innovazioni.
BMW Group – Il mese di settembre è stato d’oro per il Gruppo a livello mondiale, con 177.716 BMW, Mini e Rolls-Royce vendute a livello mondiale. Anche in Europa le vendite incrementano del 4.8% a livello mensile, ma solo dello 0.8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A spingere il Gruppo tedesco è il mercato asiatico dove, solo nella crescente Cina, c’è stato un +33.5% nei primi nove mesi.
Renault – Mercato europeo in contrazione anche per la casa francese, che nel terzo trimestre vede una perdita del 5,8% per quanto riguarda le vendite. Un calo inaspettato anche sul territorio nazionale, mentre in ambito internazionale c’è un +7.7% per il terzo trimestre. La crisi che colpisce Spagna, Italia e Francia blocca le vendite europee, dove crescono solo i veicoli commerciali del brand, ma nel resto del mondo c’è un ritorno del marchio francese. Per la prima volta più della metà delle vetture Renault sono state vendute fuori dall’Europa.
Mercedes Group – Soffre anche la casa di Stoccarda, un tempo numero uno mondiale delle vetture premium e oggi costretta al terzo posto dopo BMW e Audi, che annuncia una perdita trimestrale dell’11% e di poco più del 9% rispetto all’anno precedente. Non hanno versato nessuna lacrima, ma stabilito già tagli per un miliardo di euro nel 2013 e di due entro il 2014. Pronti a riconquistare il mercato premium, in mano ai competitor tedeschi in Europa e finito ai giapponesi di Lexus per quanto riguarda il mercato Usa, con il lancio di ben 30 nuovi modelli. Un piano, completamente opposto a quello del Gruppo Fiat, che punta sul rinnovamento della gamma.
PSA Peugeot Citroën – Il gruppo avverte la crisi annunciando la chiusura, entro il 2014, dello storico stabilimento di Aulnay-sous-Bois alle porte di Parigi. A rischio più di 8 mila posti di lavoro per cui si è subito mosso il governo francese, opponendosi alla chiusura, parlando (in modo poco chiaro) di un piano di riqualificazione e riposizionamento del personale. La cosa sembra essere stata una provocazione da parte del Gruppo, ma anche lo stabilimento bretone di La Janais sembra sotto i riflettori dei tagli aziendali. La perdita effettiva a fine anno, annunciata dal Gruppo PSA, sarà di circa 3 miliardi di euro visto che anche il terzo trimestre si è chiuso in perdita (-6,3%). La ripesa economica del gruppo punta sulla partnership con la GM, che detiene già il 7% del Gruppo PSA, attraverso la produzione di quattro modelli in “fusione” con Opel.
Saab - Il 2012 era iniziato malissimo per il mercato dell'auto. L'annunciato fallimento della storica casa svedese, di proprietà olandese, aveva quasi delineato l'andamento futuro del mercato. Anche se sembrava l'unica soluzione, dopo nove mesi di stop alla produzione e l'abbandono dei compratori cinesi, un tassello di automobilismo europeo è venuto meno.
La situazione sembra critica quasi per tutti i gruppi automobilistici, ovvio visto il calo di vendite del 25,7%, ma la curiosità sta nel vedere i differenti modi di affrontare la crisi.
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