Stai per partire per le vacanze e questa volta hai deciso che anche il tuo gatto se l'è meritata, perciò viaggerà in aereo con te. O magari ti stai trasferendo per un periodo più o meno lungo e naturalmente vuoi portarti il tuo fedele amico a quattro zampe. Quale che sia la motivazione iniziale, devi prendere un aereo con il tuo gatto, ma non hai idea di come si faccia.
Niente panico: è un caso forse non proprio comune ma certo non impossibile. Qualche accorgimento prima e durante il viaggio renderà l'esperienza per te e il tuo gatto assolutamente tranquilla.
Le compagnie aeree
La prima cosa da fare è comprare il biglietto. Può sembrare una banalità, ma quest'azione implica che al momento della pianificazione del viaggio tu abbia già risposto alla domanda fondamentale: la compagnia aerea accetta gatti sui propri voli? E sul tuo volo, sei sicuro che sia possibile portarne?
L'Alitalia permette il trasporto degli animali sui propri aerei; ma non su tutti i voli! Bisogna sempre controllare che il proprio viaggio rientri in quelli che lo permettono. Le categorie business sono quasi sempre escluse da questa possibilità, che è un'opzione riservata quasi esclusivamente ai viaggi in classi turistiche.
Inoltre, il numero di animali consentito per volo è limitato, perciò bisogna acquistare anzitempo il biglietto anche per il vostro animale, con un prezzo variabile a seconda delle compagnie (qui un comodo riepilogo dei prezzi).
Se hai intenzione di viaggiare con una compagnia low cost beh, sappi che caschi male, perché poche compagnie low cost consentono questa opzione; la più famosa di loro, Ryanair, vieta qualsivoglia tipo di animale a bordo o nella stiva dei propri voli; Easy Jet invece lo consente.
C'è quindi da scegliere una compagnia "amica" degli animali e comprare per tempo il biglietto. Fatto questo, bisogna capire come ogni compagnia declina le sue regole di viaggio riferite agli animali in viaggio e nello specifico ai gatti, se li fa imbarcare a bordo o direttamente nella stiva.
L'animale e il trasportino
In generale, si può dire che negli aeroporti valgono le comuni regole valide nei luoghi pubblici per gli animali: museruola per alcune specie, guinzaglio, ecc.
Ci sono però specifici divieti riguardanti non solo la razza, ma anche l'età e il peso dell'animale.
Come regola generale, non possono viaggiare i cuccioli con meno di tre mesi, gli animali gravidi e in calore.
Per quanto riguarda i gatti, solitamente viene consentito il viaggio direttamente a bordo con il proprietario, a patto che vengano rispettate alcune semplici norme.
Innanzitutto, il gatto deve viaggiare in un trasportino comodo, che gli permetta di girare su se stesso e che non emani cattivi odori. Il peso massimo consentito per il contenitore può variare a seconda della compagnia aera, in generale oscilla tra i 6 e i 10 kg.
Quasi sempre, comunque, le compagnie aeree vendono direttamente sul proprio sito anche i contenitori adeguati al viaggio e permettono di trasportare fino a cinque esemplari di una stessa razza nel trasportino.
Naturalmente durante l'intero volo l'animale non può uscire dal trasportino e vagare libero o con il guinzaglio sull'aeromobile, ma deve restare all'interno del contenitore. L'unico momento in cui l'animale può uscire dal trasportino è prima del viaggio, durante le operazioni di check in, quando il gatto passerà sotto il metal detector in braccio al proprietario mentre il contenitore viene scansionato ai raggi X vuoto.
Inoltre, c'è sempre da mettere in conto che anche se il gatto viene inizialmente ammesso in cabina, può essere spedito nella stiva se il capitano appura che qualcuna delle norme su indicate non siano state rispettate o per altre necessità inderogabili - un po' come accade con i bagagli a mano che talvolta vengono imbarcati dopo che ti sei già seduto...
Il viaggio in stiva
Può sembrare tremendo e spaventoso, ma non è detto affatto che il vostro gatto la pensi così! La stiva è un luogo molto più tranquillo rispetto alla cabina, in cui la luce viene spenta, apposta per favorire che gli animali si calmino e addormentino durante il viaggio. Il trasportino deve riportare l'adesivo della IATA per gli animali vivi e inoltre bisogna procurarsi contenitori di cibo e acqua, da dare all'addetto della compagnia aerea per l'eventuale rifornimento durante il viaggio.
Documenti, certificati ecc.
Chiaramente preambolo iniziale di tutto questo discorso è il possesso del passaporto europeo da parte del gatto. Il passaporto europeo è il documento ufficiale del vostro animale, rilasciato dal veterinario, funzionante allo stesso modo del nostro umano: identifica secondo i dati anagrafici e segni particolari l'animale. Inoltre, esso comprende anche la storia sanitaria dell'animale, che risulta molto importante specialmente per i viaggi all'estero (vedi più avanti).
Assicurazione
Un tasto dolente di questa faccenda riguarda l'assicurazione del proprio gatto. Può suonare assurdo ma le compagnie aeree declinano ogni responsabilità riguardo a eventuali danni o morte dell'animale durante il viaggio.
Le assicurazioni sugli animali, in generale, sono di vario tipo: oltre a quelle classiche che coprono i danni causati dal vostro animale (obbligatoria per diciassette razze canine), esistono delle polizze per le cure mediche extra, come potrebbe essere un intervento veterinario d'urgenza causato da un incidente in viaggio.
Ci sono compagnie assicurative che hanno creato delle polizze ad hoc proprio per gli animali domestici: in Italia, le stipulano Allianz1, ToroAssicurazioni e EuropAssistance, che nei sistemi di assicurazione della famiglia includono anche gli animali domestici, offrendo loro assistenza specializzata, coprendo le spese per eventuali emergenze mediche.
Viaggi all'estero
Come preannunciato prima, ci sono paesi europei decisamente pignoli per quanto riguarda le norme di trasporto, viaggio e permanenza di animali dall'estero. Tra quelli con un codice di regole più restrittivo c'è l'Inghilterra, insieme a Malta, Svezia e Irlanda.
Per quanto riguarda l'Inghilterra, fino al 2012 gli animali provenienti dall'estero dovevano possedere una lunga trafila di certificazioni mediche a vario titolo - dall'antirabbica alla sverminazione effettuata da almeno 120 gg- e se anche una sola di questi cavilli non veniva rispettato, l'animale rischiava di spedito in quarantena, in una sistemazione a carico del proprietario. E si sa che l'Inghilterra è notoriamente famosa per il suo non essere proprio a buon mercato!
Si sa anche che gli Inglesi adorino i gatti, tanto che una celebre battuta sugli inglesi riguarda proprio il fatto che probabilmente sull'isola vi siano più gatti che persone. Eppure, l'Uk resta una meta decisamente fastidiosetta per quanto riguarda l'accettazione di animali dall'estero. Infatti, nonostante la quarantena sia stata abolita e il governo inglese abbia liberalizzato l'ingresso di animali nello stato, la procedura di preparazione al viaggio richiede comunque qualche extra. Vediamo quale:
in primis, il gatto dev'essere dotato di microchip, cosa assolutamente non obbligatoria in Italia, ma per viaggiare oltre manica, sì;
un più possibile aggiornato passaporto sanitario, comprendente anche un test immunologico;
prima della partenza si firmerà una dichiarazione in cui si conferma che il gatto non è stato fuori da uno dei paesi che aderiscono al PETS (Pet Travel Scheme) nei sei mesi precedenti il viaggio;
applicare un antiparassitario esterno;
infine, last but not least, il gatto deve viaggiare nella stiva e non in cabina.
La compagnia aerea che si occupa di gestire il viaggio nella stiva del vostro animale è la IAG CARGO, una compagnia aerea consociata della British Airways specializzata esclusivamente nel trasporto di animali.
Del resto, tutta l'operazione può arrivare a costare anche circa mille euro (a biglietto) e avere tempi di consegna alquanto lunghi: dato che l'animale non viaggia sul tuo stesso aereo, è molto probabile che arrivi con un volo ad un orario/giorno diverso – perciò si possono anche salutare le eventuali coincidenze.
Un po' più liberal è la filosofia nel caso in cui si viaggi con la compagnia aerea britannica OpenSkies, che effettua voli Parigi-NewYork: l'unica che permette di avere a bordo animali domestici con peso inferiore ai 6 kg, che corrisponde all'incirca al peso medio di un gatto adulto.
Vista proprio la lunga e noiosa trafila di commissioni da eseguire per far viaggiare il proprio adorato pet, da qualche anno è attiva la Pets Travels with us, un'agenzia specializzata che si fa carico di tutte queste incombenze e di verificare che tutto sia fatto nel modo giusto, liberandovi da ogni peso e facendovi evitare brutte sorprese.
Imbarco a Calais?
Viste queste difficoltà, in molti hanno preferito aggirare il problema del viaggio scegliendo un altro mezzo: la nave. Infatti, viaggiando in auto o diversamente fino a Calais, da lì si può procedere imbarcandosi fino all'Inghilterra. Anche in questo caso il tempismo per il biglietto è fondamentale, così come passaporto sanitario e microchip, il gatto ovviamente viaggerà nel trasportino e purtroppo non è da escludere che viaggi in stiva.
Qualche consiglio e supporti esterni
Se l'elenco di queste incombenze pre viaggio non ti hanno spaventato e sei ancora deciso a viaggiare in aereo con il tuo gatto, è il momento di fare qualche breve considerazione. In quanto padrone (se così si può dire) di un gatto, di certo saprai che in generale questi animali non amano gli spostamenti e i trasferimenti, dato che sono decisamente territoriali e non prendono di buon grado le novità e i cambiamenti climatici e ambientali.
Tuttavia, ci sono gatti che non patiscono particolarmente i cambi di scenario e il trasporto, specie se abituati sin da cuccioli; inoltre, esistono in commercio dei calmanti (gocce o pastiglie naturali) che possono aiutare l'animale a vivere il momento con maggiore serenità.
Una curiosità, infine: negli USA esiste la Pet Airways. Sembra una presa in giro, non sono certo gli animali a fare da piloti su questi aerei ma con questa compagnia umani e animali viaggiano l'uno a fianco all'altro, in apposite gabbie pressurizzate e illuminate, in cui le hostess servono anche loro a intervalli di quindici minuti.
Chissà che prima o poi non atterri anche sulle sponde europee.
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