Liberalizzazioni al galoppo, anche in tema di assicurazioni. Ma sta andando tutto per il verso giusto? Il pacchetto previsto dal Governo promette tariffe più basse e maggiore concorrenza, due elementi che non possono certo dispiacere al consumatore medio italiano. Eppure, in mezzo a tante certezze, si sta aprendo qualche crepa. I primi dubbi vengono sollevati dal quotidiano online lavoce, che esamina nel dettaglio il decreto “Cresci Italia”.
Dei cinque articoli che si rivolgono al mercato assicurativo, infatti, quattro sanzionano i comportamenti fraudolenti degli assicurati a proposito di risarcimento diretto, risarcimento “in forma specifica”, frodi e contraffazione del contrassegno da esporre sul parabrezza dell’automobile. Poi vi sono norme che riguardano la famigerata “scatola nera”, l’attestato di rischio (che sarà spedito online per ridurre tempi e costi del passaggio da una compagnia all’altra), la formula per la liquidazione dei danni e le attestazioni di invalidità causata da sinistri.
Fin qui niente da obiettare, visto che si tratta di operazioni che possono contribuire all’abbassamento generale dei premi assicurativi perché volte a contenere costi e spese ingiustificate da parte delle compagnie (pensiamo alle invalidità “sospette”, che purtroppo non sono poche nel nostro paese).
Ed eccoci ai dubbi. O meglio il dubbio, perché il quotidiano online critica velatemente un decreto che prevede esclusivamente interventi volti a sanzionare gli illeciti degli assicurati, ottenendo in via indiretta una riduzione dei premi assicurativi dovuta ai minori costi sostenuti dalle assicurazioni. Vigilare sui comportamenti dell’assicurato, sostiene lavoce.info, è un compito che poteva essere assolto dalle compagnie stesse, senza un intervento governativo. Invece, negli anni, si è preferito cercare una sorta di meccanismo compensativo che ha finito col far lievitare i prezzi delle assicurazioni.
Per non lasciare il lavoro a metà occorrerebbe lavorare sull’offerta di mercato, sulla distribuzione delle agenzie monomandatarie, sulla concentrazione delle quote di mercato, sulla vigilanza. Da qui una serie di suggerimenti, quali il sostegno della figura del modello del “broker assicurativo”, la liberalizzazione delle agenzie, la riforma dell’Autorità di vigilanza sul settore. Iniziative di ampio respiro per ora non in agenda.
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