Impianti di rivelazione incendi: informiamoci
Partiamo da qualcosa di molto curioso: si dice “impianti di rivelazione incendi” o “impianti di rilevazione incendi”? Prova a ricercare sul web le parole legate all’argomento incendi e ne vedrai delle belle.
Noi abbiamo tagliato la testa al toro e siamo andati a leggere cosa dice la normativa tecnica di riferimento e abbiamo deciso di adottare il termine “rivelazione”. Ed è proprio dalle normative che inizia il nostro viaggio. Sì, è vero non siamo partiti dalla lettera A ma sono convinto che sarai molto soddisfatto alla fine dell’articolo.
Impianti di rivelazione incendi: normativa UNI 9795
La norma madre di tutti i sistemi antincendio è la UNI 9795 e regolamenta i “sistemi fissi di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme antincendio”. Ci racconta tutte le azioni da svolgere per evitare danni alle persone, definire piani di intervento e adottare i corretti dispositivi di sicurezza.
Questa norma antincendio regolamenta anche progettazione, dichiarazioni di conformità e le verifiche periodiche dell’impianto di rivelazione incendi. Inoltre, fornisce indicazioni per qualsiasi tipo di edificio o locale, che sia civile o industriale poco importa.
Sviluppa le tematiche a seconda delle dimensioni e delle relative complicazioni in termini di sicurezza, rimandando anche ad altre norme specifiche. È integrata, infatti, alle:
- UNI 11224 – Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi;
- famiglia UNI EN54 – descrivono precisamente tutte le apparecchiature che compongono un impianto completo.
Impianti di rivelazione incendi: progettazione
Gli impianti di rivelazione incendi sono costituiti essenzialmente dalle seguenti sezioni di:
- controllo: centrale con relativa apparecchiatura di alimentazione che sorveglia tutti i dispositivi ad essa collegata e inoltra il messaggio di allarme alla stazione preposta per il ricevimento oppure al sistema automatico antincendio;
- rivelazione: sensori che rilevano fumo, calore, fiamma, gas;
- allarme: dispositivi di segnalazione acustica o luminosa o entrambe;
- segnalazione manuale: è un componente che viene installato quando non abbiamo automatismi e richiede la rottura del pannello protettivo per l’attivazione dell’allarme.
Per poterli progettare c’è necessità di un primo sopralluogo. Il tecnico dovrà verificare:
- superficie e altezza del locale;
- come si presenta il soffitto: a cupola, piano, in diagonale, con travi a vista;
- areazione degli spazi.
Sottolineo che le norme in materia antincendio non lasciano spazio alla fantasia. La Ditta d’Installazione dovrà seguire pedissequamente ciò che viene indicato. In questo caso, quindi, vista la delicatezza dell’argomento eviterei il classico “fai da te”.
Impianti di rivelazione incendi: tipi
È il momento della scelta di uno degli impianti di rivelazione incendi presenti sul mercato. Vediamoli insieme facendo una distinzione tra gli impianti di rivelazione convenzionali a gruppo e indirizzati.
Nel primo caso, potremo capire solo capire quale sia la zona di sviluppo dell’incendio, ma non sapremo quale dei rivelatori ha fatto scattare l’allarme. Si chiama anche impianto di rilevazione di gruppo.
Nel secondo, invece, sapremo puntualmente il rivelatore che ha segnalato l’anomalia. Qui possiamo anche strutturarlo ad anello per poter isolare, in caso di cortocircuito o malfunzionamento, i dispositivi senza perdere la sicurezza del presidio.
Possiamo anche dotarci di impianti di rivelazione incendi wireless: lavorano via radio. Sono molto comodi in caso di difficoltà di cablaggio, ma anche, per contenere le spese dovute alla preparazione delle tracce nei muri per il passaggio dei cavi.
Impianti di rivelazione incendi: rivelatori
Gli impianti di rivelazione incendi possono essere montati utilizzando anche tutti e tre i tipi che vado, velocemente a presentarvi perché sono il cuore dei sistemi di sicurezza antincendio. La prima distinzione è tra rivelatori puntiformi e lineari.
L’installazione di questi ultimi avviene in condizioni particolari (capannoni, gallerie, musei, edifici storici) perché sono in grado di coprire spazi molto ampi che, generalmente, non ritroviamo nelle abitazioni private.
- Rivelatori di fumo
- fotoottici a diffusione: a raggi infrarossi;
- a ionizzazione: si basano sulla concentrazione di ioni nell’aria;
- ad aspirazione: con sistema aspirante che porta il fumo al sensore.
- Rivelatori di calore
- termovelocimetrici: sensibile al tempo di variazione della temperatura nell’area;
- a soglia: si determina una soglia (50-60 °C) così da scattare solo al superamento.
- Rivelatori di fiamma
Difficilmente sono installati nelle case. Grazie alla loro reattività sono molto utili quando ci sono dei combustibili aggressivi, sono molto indicati per i laboratori chimici per intenderci.
Impianti di rivelazione incendi: qualche consiglio
Se decidi di comprare un impianto di rivelazione incendi sii proattivo e richiedi, in fase di preventivo, come avvengono la verifica e la manutenzione dopo l’installazione. Non solo, chiedi ti sia rilasciata la dichiarazione di conformità.
Nelle case è importante anche il rivelatore per le fughe di gas, forse ancor più importante di tutti gli altri, visto che previene uno dei principali motivi di incendi domestici.
Come avrai capito le variabili in gioco sono veramente molte, online puoi documentarti per poter controllare il tuo fornitore sia in fase di progettazione che durante l’installazione degli impianti di rivelazione incendi.
Scontato, invece, è il mio aiuto. C’è ancora tanto da raccontare, so di non essere stato esaustivo. Scrivimi nei commenti e ti aiuterò volentieri ad approfondire l’argomento.