Addio al mantenimento del tenore di vita matrimoniale: d’ora in poi l’assegno divorzile dovrà solo garantire l’autosufficienza e l’indipendenza economica del coniuge debole. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione nella sentenza 11504. Si tratta di una vera e propria rivoluzione nella giurisprudenza dei divorzi.
Assegno divorzile: decisione storica della Cassazione
In caso di divorzio il coniuge che ha una posizione reddituale più debole non avrà più diritto automatico a un assegno di mantenimento che gli permetta di proseguire lo stesso tenore di vita che ha caratterizzato il matrimonio.
Per i giudici della Cassazione l’assegno divorzile ha natura assistenziale: ciò significa che l’ex coniuge che ha maggiori risorse economiche deve versare all’ex marito e all’ex moglie un assegno mensile solo nel caso in cui l’ex non sia economicamente indipendente.
Il matrimonio non va visto come una “sistemazione definitiva”, si legge nella sentenza, ma come “un atto di libertà e di autoresponsabilità”. Se il matrimonio si scioglie, è corretto che termini anche il rapporto economico che lega gli ex coniugi, a meno che una delle due parti non sia in una condizione oggettiva e dimostrabile di difficoltà.
Calcolo assegno divorzile: il criterio dell’autosufficienza
Finora nel calcolo dell’assegno divorzile si teneva conto del tenore di vita dei coniugi durante il matrimonio. Il principio, seguito fin dagli anni ’90, era quello di mantenere lo stile di vita familiare anche dopo la rottura del legame tra i coniugi.
La sentenza della Cassazione spazza via questo principio, stabilendo che il coniuge in posizione debole ha diritto solo alle risorse necessarie per essere economicamente indipendente e autosufficiente. Ciò significa che se entrambi i coniugi hanno un proprio reddito personale, nessuno dei due avrà diritto di ricevere un assegno mensile dall’altro.
Sono quattro i punti indicati dalla Cassazione utili a valutare l’autosufficienza e l’indipendenza economica degli ex coniugi:
- il possesso di un proprio reddito personale;
- il possesso di un patrimonio mobiliare o immobiliare, considerando il suo valore al netto di oneri dovuti sullo stesso patrimonio e del costo della vita nel luogo di residenza o di dimora;
- la capacità e le possibilità effettive di lavoro personale (tenuto conto di salute, età, sesso e condizioni di mercato);
- la stabile disponibilità di un’abitazione.
L’ex coniuge che richiede l’assegno divorzile dovrà presentare al giudice documenti e ogni altro mezzo di prova per dimostrare un reddito e un patrimonio insufficiente.