Spesso i grossi marchi sono “accompagnati” da una bandiera. Guinness e il tricolore irlandese, Harley-Davidson e la “stars and stripes”, Lego e la “Dannebrog”, Ferrari e il nostro tricolore. Poi ci casi che non ti aspetti: Absoult Vodka e la “croce svedese”.
La nazionalità di un’azienda arricchisce il prodotto, dotandolo di valori aggiunti (culturali, storici e di design) che nessun’altro potrebbe “aggiungere”.
Una Vespa cinese? Una Chimay tedesca? Una Dunkin’ Donuts francese? Non suona bene, nemmeno nel gusto.
Spesso alla base di questi prodotti “nazionalisti” ci sono delle sorprese, infatti può capitare che corposi investimenti di capitali possono far si che la Silicon Valley sia sempre un po’ più russa, che la Ducati diventi tedesca come l’Aston Martin italiana. La casa automobilistica simbolo del Regno Unito italiana?
Fondata nel 1913 a Londra, dal meccanico Robert Bamford e dal pilota Lionel Martin, Aston Martin è uno dei marchi più esclusivi di auto sportive e di lusso in tutto il mondo. Vetture che hanno fatto parte sempre dell’immaginario collettivo, rese leggendarie dai film hollywoodiani e dal mitico 007. J. Bond in 11 dei suoi film ha guidato un Aston Martin nuova di zecca rendendo leggendarie queste vetture, ma negli ultimi anni la casa automobilistica si è trovata ad affrontare non poche difficoltà economiche.
Ed è qui che entra in scena l’Italia, con la Investindustrial (di proprietà della famiglia Bonomi) che ha rilevato il 37,5% del capitale della Aston Martin Holdings (UK) per circa 190 milioni di euro.
L’operazione, siglata con la controparte Investment Dar, è stata realizzata dalla controllata di Investindustrial, la Prestige Motor Holdings. Quest’ultima sottoscriverà un investimento di capitale, che permetterà alla società d’investimento di diventare il principale azionista della Aston Martin.
Nel giro di cinque anni la casa automobilistica potrà godere di un budget di 625 milioni di euro da poter investire in ricerca e realizzazioni di nuovi modelli, che dovranno portare il brand alla riconquista del mercato internazionale. Per le “auto di 007” si tratta di un’acquisizione di sicuro successo, questo perché la Investindustrial gode di una comprovata esperienza nell’ambito automotive.
Erano gli anni ’90 quando il fondo comprò David Brown, noto produttore inglesi di componenti per cambi che in quel periodo venivano proprio montanti dall’Aston Martin, ma il fiore all’occhiello resta l’acquisizione della Ducati nel 2006. In 5 anni la Investindustrial ha rilanciato il produttore di moto italiano fino a farlo diventare il più redditizio del proprio segmento.
L’Aston Martin sarà un poco più italiana, nei capitali, ma nessuno potrò togliergli quel “tono british”.