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L’auto che va ad aria è realtà

carburante

Il futuro della benzina è sempre meno roseo, sia per il suo costo in continua ascesa che per l’impatto sull’ambiente che esso provoca. Ogni anno numerose ricerche vengono sovvenzionate, sia da privati che dai governi, per trovare un’alternativa concreta ai combustibili fossili. L’elettrico è un mercato che non riesce a decollare, costi alti e prestazioni basse, ma sul quale si continua a investire e sperimentare. I veicoli EV (electric vehicle) prenderanno piede molto lentamente, almeno nel nostro paese, ma tutti aspettiamo l’innovazione del secolo che possa permetterci di guidare spendendo poco e inquinando meno.

Sembra quasi tutto pronto per il lancio sul mercato, tramite accordo commerciale con TATA, della prima vettura ad aria compressa. La Motor Development International (MDI) “rilascerà” la sua AirPod, prima sul mercato francese e poi in tutto il mondo, con la promessa di farle percorrere 100km con meno di 1 euro. L’auto monterà una bombola progettata per 20 mila cicli, capace di far percorrere al veicolo più di 2 milioni di km prima della sostituzione, che permetterà al veicolo di bruciare meno energia di una EV in movimento. Per i temerari è possibile prenotarla online, per gli altri consigliamo di aspettare le prime prove su strada.

I Biocarburanti sembrano un’alternativa più concreta e funzionante. Però questi biocarburanti, in particolar modo i biocarburanti “food” (ovvero derivati da mais, cereali, zucchero, etc.), hanno un forte impatto sia l’ambientale che sull’economia mondiale. Le coltivazioni intensive portano a un disboscamento continuativo, in particolare nelle zone più verde del paese, facendo diminuire l’assorbimento della C02 mondiale. Oltretutto portano a un aumento vertiginoso dei costi dei prodotti di consumo, da cui sono ricavati i biocarburanti, beni primari per le popolazioni povere. Un’alternativa, ma con troppi risvolti negativi.

La soluzione, un po’ futuristica, sembra venirci dalle ricerche condotte dalla Air Fuel Synthesis. La piccola raffineria, situata a nord dell’Inghilterra, è riuscita a produrre carburante “catturandolo” dall’anidride carbonica presente nell’aria che respiriamo. Eliminare uno dei più nocivi gas dall’atmosfera facendone un combustibile? Sembra un sogno, ma l’azienda garantisce di aver perfezionato il metodo di sintesi della benzina a partire dai gas presenti nell’aria. In breve, tramite dei processi chimici e attraverso l’uso dell’energia elettrica che occorre per attivare le reazioni, l’azienda riesce a ottenere in primis del metanolo e poi successivamente delle benzina sintetica dall’aria. Un’innovazione che permetterebbe un produzione localizzata, rendendo autonomo ogni nazione, ma soprattutto limiteremmo quasi a zero l’impatto ambitale questo perché la benzina sintetica nel bruciare rilascerebbe in aria la stessa quantità di C02 da cui è stata generata.

I produttori sostengono che la benzina sintetica abbia le stesse caratteristiche, anche a livello performativo, di quella fossile e che sono pronti alla produzione industriale. Noi fiduciosi, ma anche scettici, ci speriamo.

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