È trascorso un anno e mezzo da quel decreto Sviluppo che ha annullato l’obbligatorietà delle schede carburante per chi paga con carte elettroniche (carta di credito, carta di debito o carta prepagata) emesse da enti bancari e finanziari soggetti a tracciabilità. Che significa? Significa che stando al dl 70/11, chi deve scaricare l’IVA non è più costretto a registrare i rifornimenti di carburante tramite le apposite schede, fino ad oggi considerate l’unico mezzo possibile per poter comprovare quella voce di spesa. A patto che paghi con uno strumento elettronico tracciabile.
Peccato che, nonostante l’apparente semplicità di questa regola, alcune voci attuative non fossero molto chiare e quindi la normativa non abbia riscosso molto successo e sia stata poco divulgata. Qui entra in campo dunque l’Agenzia delle Entrate, che con la circolare 42/E del 9 novembre scorso chiarisce i punti ritenuti ostici, tra cui la possibilità di usare una carta di pagamento non esclusivamente per quel fine, ma anche per uso privato, stando però attenti a isolare la transazione per saldare il carburante (se per esempio faccio benzina in un distributore dove c’è anche un punto shop o un bar in cui faccio altre spese, dovrò fare due conti separati: uno per la benzina e l’altro per tutto il resto).
Un altro punto certo: non si possono usare entrambi i sistemi. Inoltre, è bene tener presente che dal meccanismo di detrazione IVA e deduzione dei costi, sono escluse le cosiddette “carte fedeltà” rilasciate dalle aziende petrolifere.
Può rivelarsi, in ogni caso, una manovra non particolarmente utile: se è vero da una parte che può essere positivo liberarsi dalla seccatura di dover ricordarsi di raccogliere timbri e firme nelle stazioni di rifornimento, è altrettanto vero che il poco amore per la moneta elettronica è una caratteristica tutta italiana, restìa ai cambiamenti e ancora molto attaccata alla formula contanti e assegni (quest’ultima scelta è giudicata, dai paesi più evoluti come gli USA, a dir poco “arcaica”)
Di certo c’è che il governo Monti sta cercando stratagemmi e soluzioni per aumentare il ricorso a bancomat e carta di credito, sia per pagare che per riscuotere. Questo per facilitare la tracciabilità del denaro e di conseguenza la lotta all’evasione fiscale. Tanto, se non ci riesce con le “buone”, provvederà sicuramente a colpi di decreti e leggi ad hoc, come è già stato fatto in altri casi.