Tra l’8 e il 4 in mezzo c’è il 6! Così tra la Alfa Romeo 8C e l’Alfa Romeo 4C in mezzo potrebbe esserci la 6C. Per adesso soltanto sulla carta grazie all’estro e alla fantasia di un giovanissimo designer Gianfranco Spanò che ha provato a immaginare come potrebbe essere la nuova sportiva della casa del biscione.
Il concept della Alfa Romeo 6C
Il giovane si è subito calato nella parte miscelando perfettamente due cuori pulsanti: da una parte una carrozzeria basata sulla Ferrari 458 Italia, dall’altra il motore che invece equipaggia l’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio da ben 510 cv (qui collocato in posizione centrale posteriormente). Adattando le forme e modificando lievemente le linee, ne è uscito un esercizio di stile peculiare e piacevole. Il designer si è ipotizzato una vettura sportiva di alta gamma che possa avere chiari riferimenti alla storia della (ex) casa di Arese, capace di rievocare antichi splendori.
Alfa Romeo 6C: dall’idea al progetto
Il lavoro di un designer non è soltanto quello di prendere un computer o carta e penna, ma prima deve avere delle basi che sostengano il progetto interamente e per far ciò è importante partire da un’analisi di mercato per capire cosa la gente vuole vedere: in che modo, quali sono le linee che più potrebbe apprezzare, per poi iniziare una fase di progettazione che piano piano prende sempre più corpo e occupa sempre più tempo.
Il progetto deve essere portato avanti in maniera dinamica, prevedendo delle revisioni: si parte da un abbozzo delle linee principali, che poi verranno affinate e infine riprese, rivedute e magari anche corrette. Ultima fase è quella della prototipazione e per questo serve un modello per poter vedere in solido ciò che fino a quel momento era solo disegnato. In questa ultima fase, nello specifico dell’Alfa Romeo 6C è intervenuta la “Modelleria Modenese”.
L’auto è stata pensata con una particolarità, ossia la riduzione del tetto (chiamato in gergo padiglione) mediante un sistema innovativo: Active Hidden Roof (AHR). Questo sistema permette di beneficiare diversi vantaggi rispetto ad un tradizionale sistema decappottabile, ossia la possibilità di avere a disposizione una configurazione coupè, una targa e una spider.
La presenza di questo sistema AHR ha condizionato non poco il lavoro di Spanò, che ha dovuto modellare il design e l’aerodinamica, imponendo certe regole fisse come ad esempio il posteriore imponente e giocare poi con le linee laterali di cintura per conferire all’auto una certa sinuosità, senza però tralasciare quel classico profilo a cuneo che la casa milanese si è spesso portata appresso con buon successo.
Per ora soltanto un esercizio di stile ma chissà se da casa Alfa qualcuno non possa davvero prender spunto per pensare di inserire in gamma comunque un modello sportivo che si collochi tra la 4C e la più esclusiva 8C. La base parrebbe già esserci.