Apple CarPlay
Da tempo il mondo delle automobili non fornisce una “vera” innovazione. Si vedono delle avvisaglie e delle modernizzazioni, ma di fatto l’auto è uguale a se stessa da molto, moltissimo tempo.
L’attenzione dei grandi produttori mondiali è sempre stata concentrata sul motore, sulle prestazioni, sui consumi più bassi, sull’aerodinamica, sul coefficiente di penetrazione dell’aria e sulla comodità/silenziosità dell’abitacolo.
Non ci si è mai concentrati su due cose davvero innovative, ovvero il cambio di paradigma per quello che concerne il propulsore, cioè abbandonare il motore a scoppio per qualcosa di diverso, più efficiente e meno impattante sull’ambiente, e non si è mai “informatizzata” l’auto.
Sappiamo quanto l’elettronica sia sempre più presente nelle nostre auto, come sappiamo bene che i danni alla centralina sono più pesanti, costosi e a volte imbarazzanti di quanto non sia mai stato un danno al motore: un’auto che da un momento all’altro smette di funzionare, del tutto e senza preavviso, è un mezzo che viene subito etichettata con la frase “sarà la centralina”.
Allo stesso modo sappiamo anche che la mappatura di queste ultime ottiene ottimi risultati sia in ottica di prestazioni che di consumi.
Ma si sa, l’elettronica non è l’informatica.
L’auto “domotica”? CarPlay!
Il passo decisivo verso un’auto sempre più “domotica” da un certo punto di vista – e sempre più a misura d’uomo, senza la distrazione di pulsanti e lucine – l’ha fatta Apple, o meglio: ha permesso che avvenisse (o che avverrà) la casa di Cupertino.
CarPlay sarà infatti un servizio di integrazione, sia software che hardware, tra le auto e la tecnologia Apple dell’iPhone o dell’iPad, per capirci, con al centro di tutto il sistema di riconoscimento vocale Siri.
Sì, perché se io ho una macchina che fa tutto quello che dovrebbe fare un computer, ma ha bisogno di un mouse per usare le funzioni, va da sè che il rischio che corro non è quello di incasinare il sistema o di chiamare la persona sbagliata, ma è quello di sbagliare corsia in autostrada o centrare un platano in pieno.
Grazie a questa integrazione invece, Apple promette di potere fare tutto quello che si chiede, semplicemente, all’auto:
Gli ordini vocali sono il mezzo migliore per controllare tutte le feature del computer di bordo, mantenendo tutta l’attenzione sulla strada. Basta insomma chiedere a Siri di chiamare qualcuno, di rispondere, di leggere i messaggi o di cercare una località su una mappa. Per quanto concerne la navigazione, le mappe di Apple, basate su OpenStreetMap, saranno la fonte per le informazioni di carattere geografico. Siri ci leggerà le direzioni, ovviamente.
Vi saranno ovviamente anche servizi musicali, non necessariamente proprietari Apple – come Spotify ad esempio – che permetteranno un’esperienza tutta nuova guidando, un’esperienza diversa da quelle che abbiamo vissuto fino ad oggi.
A quanto pare l’integrazione e quello che viene definito co-branding è il futuro delle grosse aziende. O almeno è un modello di futuro prospettato dalle grosse aziende e lo è per il fatto semplicissimo che il modo migliore per attirare e mantenere un cliente a sè è quello di fornirgli un ecosistema di servizi sempre più sinergici tra loro, integrati e semplici da usare.
La tecnologia, quando è evoluta, non si deve percepire.
Una nota curiosa della faccenda, anche se non troppo curiosa a dire il vero, è la scelta dei partner da parte di Apple: si parla di Volvo, Mercedes e… e Ferrari.
Come dire, sulla Panda 4X4 ancora dovrete usare l’auricolare e il telefono, senza parlare con il cruscotto.