Il periodico aumento dei pedaggi autostradali suscita sempre grande scandalo tra gli utenti, soprattutto dopo la tragedia del ponte Morandi. Ma ci sono cambiamenti in vista.
L'Autorità di regolazione dei trasporti (ART) ha avviato una procedura di revisione dei criteri di aumento tariffe autostradali. Ecco che cosa accadrà.
Pedaggio autostradale: rivoluzione in vista
Il 18 febbraio 2019 è iniziata una rivoluzione silenziosa in materia di tariffe autostradali.
La tragedia del ponte Morandi, nell'agosto 2018, ha sollecitato l'Autorità di regolazione dei trasporti (ART) ad intraprendere un percorso di revisione dei criteri per la fissazione delle tariffe.
Il 18 febbraio, dicevamo, l'ART ha avviato una "Consultazione pubblica sul sistema tariffario di pedaggio relativo alle concessioni di cui all’articolo 43 del D.l. 201/2011 come richiamato dall’articolo 37 del medesimo decreto".
Tutto parte dalla delibera n. 16/2019, che apre la consultazione pubblica "che si concluderà con più deliberazioni finali, volto a stabilire il sistema tariffario di pedaggio delle concessioni autostradali in essere, basato sul metodo del price cap e con determinazione dell’indicatore di produttività X a cadenza quinquennale".
L'Autorità invita soggetti interessati ad inviare le proprie osservazioni sul testo dello schema di atto di regolazione. Le osservazioni devono essere trasmesse:
esclusivamente in formato editabile (dunque non sono ammessi PDF);
entro e non oltre le ore 24:00 del 29 marzo 2019;
all’indirizzo di posta elettronica certificata (PEC): pec@pec.autorita-trasporti.it.
Metodo Price cap
Ma come funziona il metodo del price cap?
Si tratta di un sistema di regolazione di prezzi e tariffe dei servizi pubblici, a tutela di utenti/consumatori, abbastanza complesso che proviamo a semplificare.
L'Autorità di regolazione, in questo caso l'ART, stabilisce una percentuale massima di crescita di dette tariffe in un arco temporale predefinito (tipicamente si prende come riferimento un periodo di 5 anni). In sostanza si pone un limite massimo all'aumento di prezzi/tariffe.
Se le concessionarie migliorano la propria produttività, ovviamente beneficiano maggiormente dello spazio concesso dai regolatori sugli aumenti.
In sostanza gli aumenti sono possibili se cresce il livello di servizio fornito agli utenti.
Storia dell'aumento del pedaggio autostradale
Il metodo del price cap non è una novità, ma negli scorsi anni è stato stravolto con singoli accordi tra Stato e concessionari e l'applicazione di metodi poco chiari e molto diversi fra loro.
Il risultato è un sistema tariffario spezzettato ed articolato su tutto il territorio nazionale, basti guardare gli ultimi aumenti del 2018 illustrati nel nostro articolo Novità autostrade: aumento pedaggio, tutor e bollino.
Tariffe autostradali nel 2019
Come detto la consultazione si chiuderà il 29 marzo. Una volta raccolte tutte le osservazioni, l'ART avrà tempo fino al 28 giugno per chiudere l'intero procedimento. E nel frattempo? A questo punto l'Autorità di regolazione dei Trasporti, il Ministero dei Trasporti e la neonata Agenzia per la sicurezza di ferrovie, strade e autostrade (Ansfisa), istituita con il decreto Genova, dovranno potenziare i controlli su investimenti e costi realmente sostenuti dai gestori.
Continua a seguirci e ti aggiorneremo puntualmente su questo tema.
un aumento delle tariffe, farà dei danni all’economia italiana già sotto morsa per le troppe tasse, insostenibili e insensato nel complesso, basta guardare il prezzo della benzina sul territorio italiano in confronto ad altri Stati !?
Qualunque sia il metodo, il pedaggio autostradale è molto aneroso e punitivo per gli automobilisti. Quest’ultimi sono cittadini che pagano già una infinità di tasse, accise, imposte, eccetera eccetera, che basta e avanza. Il pedaggio che io ho in mente, se proprio lo vogliamo mettere, è il seguente: una tantum annuale di 50 o 100 euro l’anno per autoveicolo e basta. Ciò servirebbe anche ad eliminare tutte quelle code che si formano durante i fine settimana. A volte, un weekend diventa un calvario sia all’ingresso in autostrada sia all’uscita. Tutti dimenticano, specialmente i politici attuali, che le autostrade sono state costruite negli anni cinquanta e sessanta, attingendo dalla fiscalità generale, quindi con soldi già della collettività. Quando sono state privatizzate, sono state vendute per quattro soldi agli amici di questo o quel partito politico. Gli introiti della vendita sono bastate appena a pagare i progetti di costruzione senza un reale guadagno per lo stato. Come al solito ciò che produce profitti viene venduto (regalato) ai privati, mentre tutto il resto rimane sulle spalle della collettività. In Svizzera e in Austria è già così, senza file e senza ansie per gli automobilisti-cittadini. In altri paesi, per esempio la Germania, non solo non si paga nulla, ma non esistono nemmeno i limiti di velocità. Chiaro signora Michela Calculli? Dobbiamo proporre di eliminare il pedaggio e i caselli autostradali.
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Informativa IVASS
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un aumento delle tariffe, farà dei danni all’economia italiana già sotto morsa per le troppe tasse, insostenibili e insensato nel complesso, basta guardare il prezzo della benzina sul territorio italiano in confronto ad altri Stati !?
Qualunque sia il metodo, il pedaggio autostradale è molto aneroso e punitivo per gli automobilisti. Quest’ultimi sono cittadini che pagano già una infinità di tasse, accise, imposte, eccetera eccetera, che basta e avanza. Il pedaggio che io ho in mente, se proprio lo vogliamo mettere, è il seguente: una tantum annuale di 50 o 100 euro l’anno per autoveicolo e basta. Ciò servirebbe anche ad eliminare tutte quelle code che si formano durante i fine settimana. A volte, un weekend diventa un calvario sia all’ingresso in autostrada sia all’uscita. Tutti dimenticano, specialmente i politici attuali, che le autostrade sono state costruite negli anni cinquanta e sessanta, attingendo dalla fiscalità generale, quindi con soldi già della collettività. Quando sono state privatizzate, sono state vendute per quattro soldi agli amici di questo o quel partito politico. Gli introiti della vendita sono bastate appena a pagare i progetti di costruzione senza un reale guadagno per lo stato. Come al solito ciò che produce profitti viene venduto (regalato) ai privati, mentre tutto il resto rimane sulle spalle della collettività. In Svizzera e in Austria è già così, senza file e senza ansie per gli automobilisti-cittadini. In altri paesi, per esempio la Germania, non solo non si paga nulla, ma non esistono nemmeno i limiti di velocità. Chiaro signora Michela Calculli? Dobbiamo proporre di eliminare il pedaggio e i caselli autostradali.