Gli automobilisti italiani?
Su di noi italiani ne sono state dette e scritte di tutti i colori, questo senza dubbio.
Siamo stati descritti come fantasiosi, brillanti, ladri, mangia-pizza, mafiosi, geniali ed in mille altri modi. I giornali ci danno spesso anche una visione completa di quello che all’estero si dice di noi, sul come ci vedono in ambito politico e di costume per esempio: come siamo “percepiti” a livello di guida, auto o moto che sia?
Sappiamo che non siamo un popolo dedito alla disciplina in senso stretto, ma siamo più persone che tendono ad auto-regolamentarsi in un sistema con regole, non scritte, che chi viene da fuori ovviamente non conosce. L’Italia è un Paese molto complesso, molto più articolato di quasi tutti gli altri in cui le regole, per loro stessa natura e con buona ragione, sono scritte ed uguali per tutti.
A volte pensiamo che questa diversità intrinseca che ci contraddistingue sia dovuta anche alla nostra storia, frastagliata e millenaria, una storia nella quale siamo stati sempre uniti ma sempre contemporaneamente divisi, una storia in cui ognuno ha sempre pensato di divorare il vicino. Tutto questo ha creato un popolo eterogeneo ma fuso insieme, in un insieme di umanità unico al mondo.
Un popolo molto vicino a noi geograficamente (almeno in senso relativo) ma molto lontano da noi come atteggiamento complessivo, è certamente quello inglese. Gli inglesi sono patriottici, al contrario di noi italiani che siamo spesso nazionalisti ma non patriottici, sono disciplinati, militarmente inquadrati, hanno regole ferree che tutti rispettano ed hanno la “personalità” e la sicurezza per fare sempre quello che dicono.
L’esatto opposto di noi.
Ma allora, gli inglesi che sono così vicini e così lontani, come ci vedono in un atteggiamento naturale e comune come il guidare?
“Gli automobilisti sudditi della regina, stando ai dati di Eurocar, soffrirono i viaggi lunghi, come quelli che li portano in Italia o negli altri Paesi dell’Europa meridionale, sconvolti dal cattivo stato di alcune strade e dall’inciviltà dei guidatori. Il 62%, ad esempio, teme di restare fermo per strada per un guasto, e sono moltissimi anche coloro che si spaventano per il comportamento degli altri guidatori che stanno troppo vicini dietro l’auto e non mantengono la distanza di sicurezza (42%, un comportamento tipico degli italiani).
Gli automobilisti britannici, secondo lo studio, soffrirebbero anche per il fatto di avere spesso davanti altri guidatori che viaggiano a cavallo delle corsie (39%) ed avrebbero paura degli utenti – il riferimento agli scooteristi italiani è evidente – abituati a tagliare la strada senza alcun riguardo (37%).” (fonte)
Quello che mi fa riflettere, in riferimento a questa ricerca, è che non viene menzionato il fatto che gli inglesi guidano al contrario. Si si, proprio al contrario, non è questione di punti di vista, quando praticamente tutto il mondo sta a destra e loro a sinistra.
Ora, come conclusione, noi saremo pure disorganizzati, sinistri, indisciplinati e spericolati, ma agli inglesi non viene in mente che si potrebbero trovare male e non a proprio agio proprio perché stanno dalla parte sbagliata della strada per abitudine?
Chi è causa del suo mal pianga se stesso.