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Come cambiare la ruota dell’auto e non impazzire

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Subito dopo l’invenzione della ruota, il primo uomo cavernicolo si è posto una domanda rimasta irrisolta per molti millenni: “Ugh?”, che tradotto dal primitivese vuol dire: “E se si rompe, come la cambio?“.

Per molti millenni la risposta è stata: “Ne costruisci un’altra”, visto che per un po’ di tempo le ruote sono state di pietra. C’è da dire che il problema della sostituzione non si è presentato molto spesso, crediamo. Molte ere dopo, quando le ruote venivano costruite con il più pratico legno, la risposta è diventata: “Chiama il mastro d’ascia”, ma c’è anche da dire che se una ruota di pietra di scorta era un po’ impegnativa da portarsi dietro, la pratica della sostituzione delle ruote, ai tempi del legno, ha iniziato la sua gloriosa storia. Non esistono documenti sulla storia del crick, ma credo che ai tempi si chiamasse qualcosa tipo “Oh, issa!”.

Fase 1. Noooooooooo!

Questa è bene o male l’esclamazione maggiormente utilizzata quando la macchina comincia a scarrocciare da una parte. Ci sono declinazioni regionali, sostitutive o aggiuntive dell’esclamazione base, che non possono essere riportate causa rischio di scomunica, quando si scende dall’auto e si scopre che effettivamente sì, c’è una ruota a terra. Da qui in poi il destino può scegliere strade diverse, a seconda del tipo umano che ci caratterizza, della compagnia presente nell’auto, della copertura assicurativa e via dicendo.

Per esempio, se in auto è presente un dandy – forte del fatto che insieme all’assicurazione auto ha sottoscritto la garanzia “Soccorso stradale” – allora sarà portato a chiamare il carro attrezzi e si vanterà della sua lungimiranza sorseggiando un tè Earl Grey mentre attende l’intervento della manovalanza.

Se sul mezzo è presente un maschio alpha, vero o sedicente, allora il destino prenderà un’altra piega, e cioè quella del fai-da-te. Generalmente questo tipo umano fa poi seguire, nei giorni a venire, racconti esagerati della sua impresa, un po’ come il pescatore che racconta di una battaglia epica con un siluro che in realtà era una trota nana.

E non cadiamo nella tentazione banale di pensare che con le donne, alla guida, avremo un picco di richieste, perché anche i maschietti, statistiche alla mano, chiedono aiuto più di quanto non facciano “da soli”.
Ma per quanto i maschi alpha si vantino della propria intraprendenza, cambiare una ruota è un’operazione che, se va fatta, deve essere fatta bene, e scommetto che un paio di informazioni, qui dentro, saranno utili anche ai più intraprendenti.
Quindi che siate uomini veri pelosi o che siate complottisti e non vogliate dare i vostri soldi a Big Insurance o a Big Hook (la lobby dei carri attrezzi), questo articolo fa per voi.

Fase 2. Ruota, ruotino o…?

Se una volta quasi tutte le auto avevano ruota o ruotino di scorta, oggigiorno ci si trova sempre più spesso, per ragioni di progettazione, di design o di spazio, ad avere il ruotino di scorta o il kit di riparazione. Se i consigli che daremo qui sono validi sia per ruota che per ruotino, per il kit di riparazione rimandiamo il discorso a un prossimo articolo, mentre qui ci concentreremo sul cambio della ruota, cosicché poi potremo vantarci al bar con gli amici di essere dei provetti meccanici.
Gli strumenti necessari all’impresa sono i seguenti:

Prima di tutto un consiglio sempre valido: se avete accostato assicuratevi che il punto in cui siete fermi e in cui lavorerete, sia in piano e che l’asfalto o il terreno su cui il crick insisterà con il peso di tutta l’auto, sia solido.
L’errore che fanno in moltissimi è sempre lo stesso: tirano fuori il crick, lo piazzano sotto l’auto, sollevano il mezzo e poi si trovano a provare a svitare i bulloni senza riuscirci. Perché? Perché la ruota si muove.
Quindi rimettiamo a posto l’esuberanza e vediamo nel dettaglio cosa fare.

Cambiare una ruota: tutti i passaggi

a. Indossiamo il giubbino con le strisce catarifrangenti.

Non è un’armatura, è una protezione che ci dà un po’ di visibilità in più, ma sopratutto la legge dice che dobbiamo indossarlo. Se non lo indossiamo, specialmente di notte, rischiamo una multa. Citando testualmente il sito della Polizia dello Stato: “I giubbotti o le bretelle riflettenti devono essere indossati dai conducenti dei veicoli fermi sulla carreggiata, fuori dai centri abitati, di notte o in condizioni di scarsa visibilità. E’ obbligatorio indossarli quando si va a sistemare il triangolo dopo un guasto o se si scende dall’automobile ferma sulla corsia d’emergenza. L’obbligo, scattato dal 1 aprile 2004 (legge 27 febbraio 2004 numero 47) si estende anche ai passeggeri“, e inoltre “Per chi ‘dimenticasse’ di indossare gli accessori, in caso di controlli delle forze dell’ordine, scatta una multa da un minimo di euro 39 ad un massimo di 159 euro e la detrazione di 2 punti dalla patente.
Se l’infrazione è commessa dai passeggeri la sanzione viene applicata solo nella forma pecuniaria.[…] Un consiglio: tenete il giubbotto nell’abitacolo della vettura e non nel bagagliaio in modo da poterlo indossare prima di scendere dall’automobile così da non commettere infrazione“.

b. Il triangolo di segnalazione.

Altro oggetto importantissimo e quasi sempre posizionato male da chi lo usa. Il triangolo è inutile piazzarlo a due metri di distanza dietro l’auto. Serve a far capire a chi arriva che “più avanti” c’è un veicolo fermo. Quindi, prima di piazzarlo, mettetevi nella testa di chi sta guidando su quella strada, valutate per bene sia il luogo dove siete che la visibilità generale. Se siete dietro una curva cieca, mettere il triangolo appena dietro l’auto non è solo inutile, è anche stupido. Percorrete la curva e piazzate il triangolo sulla carreggiata, almeno a 50 metri di distanza. Chi sopraggiunge deve poter vedere il triangolo, rallentare e mantenere una velocità e un’attenzione sufficiente a evitare un incidente. E’ per questo che il codice della strada dice chiaramente che il triangolo, in situazioni “normali”, va piazzato ad almeno 50 metri, che diventano 100 metri in caso di scarsa visibilità. Se non avete il senso della misura, diciamo che potrete fare o 50 passi o 100, ma mai due o tre.
Quindi non siate timidi, piazzate il vostro triangolo e fate sapere al mondo che c’è un vero duro a lavorare.

c. Stabilizzare il veicolo.

Mettete in prima o in retro il veicolo e inserite il freno a mano. Se avete un cambio automatico, posizionatelo su “P”. Per maggiore sicurezza, se trovate anche un bel sasso grande o un mattone, posizionatelo accanto a una delle ruote “sane”.

d. Piazzare crick, allentare bulloni.

Vi conviene far fare qualche giro al crick per cominciare ad alzarlo dalla posizione di chiusura, in modo tale da sistemarlo nel punto corretto senza dover imprecare.
Il crick non va messo sotto l’auto al centro della stessa, ma va piazzato il più vicino possibile alla ruota da cambiare, nel punto più idoneo. Ogni macchina ha il suo punto ideale, basterà piegarvi e guardare sotto, appena finisce il passaruota. E’ difficile sbagliarsi, perché alcune auto hanno addirittura una tacca o una placca, in quel punto, ma se proprio avete paura, tirate fuori il libretto di manutenzione dell’auto e vedrete che l’informazione c’è. Comunque, generalmente, dalla fine del passaruota, andando verso il centro dell’auto, il punto ideale di inserimento del crick è sempre a una decina o una quindicina di centimetri. A questo punto alzate il crick, tramite la sua manovella, ma senza ancora sollevare l’auto con la sua ruota. Fate solo in modo che il crick sia saldo tra l’asfalto e la carrozzeria, ma che il peso dell’auto sia ancora sulla ruota.
Se fate parte di quelli che piazzano il crick, alzano la macchina e poi la riabbassano quando si rendono conto dell’errore, come anticipato poco sopra, questo suggerimento vi sarà utile: prima di alzare l’auto col crick, con la macchina ancora a terra, allentate i bulloni della ruota. I bulloni sono sempre molto stretti, quindi c’è bisogno che l’auto, con tutto il suo peso, tenga ferma la ruota. Date il primo mezzo giro, senza svitare completamente i bulloni e solo dopo potrete sollevare l’auto fino a che la ruota non girerà liberamente.
Inutile (e rischioso) sollevarla troppo di più.
Se è tutto ok, cambiare la ruota.

e. Cambiare la ruota!

Appena l’auto è sollevata, controllate che il crick sia perpendicolare al terreno. Se per qualche motivo lo vedete inclinato o sembra instabile, abbassate immediatamente l’auto fino a che la ruota non tocca di nuovo terra, perché vuol dire che avete posizionato male il crick e potrebbe essere molto pericoloso, sia per voi che per le meccaniche dell’auto.
Se tutto sembra stabile e saldo, finite si svitare i bulloni ed estraete la ruota.
Prendete quindi la ruota di scorta o il ruotino e fate combaciare i 4 buchi del cerchione con i 4 perni, quindi riavvitate.
Attenzione, così come molto fanno l’errore di alzare l’auto prima di allentare i bulloni, anche qui curatevi di fare il procedimento “inverso”. Riavvitate i bulloni, ma senza stringere troppo. Una volta avvitati, fate scendere l’auto liberandola dal crick, e una volta che la gomma poggia a terra, date una bella stretta finale ai bulloni.
Mi raccomando, nessuno vuole vedersi sorpassare dalla propria ruota che si è staccata, vero?

Consigli finali

Tutti sanno che il ruotino ci obbliga poi a regolarci con la velocità: la ruota è diversa, più sottile, quindi fino a che non la sotituirete con una ruota nuova o fino a che non riparerete quella bucata, dovrete andare piano. Generalmene sui ruotini è stampata la velocità massima alla quale è consigliato procedere. Ma non credete che, se invece del ruotino avete una ruota “normale”, potrete stare meno attenti: è pur sempre una ruota che ha condizioni di pressione e di usura diverse da quella che montavate, quindi conviene guidare con prudenza e, quanto prima, recarsi da un gommista.

Domanda: “E se dopo aver sostituito una gomma, poco dopo, se ne buca un’altra?”
Risposta: Beh a quel punto è meglio se chiami un carro attrezzi e se insieme alla tua polizza auto hai anche la garanzia “soccorso stradale”, Rambo. E poi ti fai benedire.

P.s.: Sperate solo di non capitare in un veicolo dove ci sono un dandy e un maschio alpha insieme, perché cominceranno a discutere in maniera insopportabile. Oppure due maschi alpha incapaci: in quel caso pregherete perché uno dei due si trasformi in un dandy.

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