Dieselgate: lo scandalo Volkswagen
Senza entrare nei dettagli tecnici che sono stati affrontati nei giorni immediatamente successivi allo scoppio dello scandalo Dieselgate, la Volkswagen è stata accusata di aver manipolato e falsificato i dati sulle emissioni di alcuni dei suoi motori diesel. Nel 2015 infatti era stata scoperta una maxitruffa ai danni dei consumatori americani, portata avanti con la complicità e l'approvazione dei vertici aziendali, finalizzata ad aggirare il limite sulle emissioni di gas nocivi provocati dai motori diesel. Dalla documentazione processuale è emerso che Volkswagen ha ingannato per diversi anni le autorità di regolamentazione ed i clienti e che decine di dipendenti hanno provveduto a distruggere un'importante mole di documenti subito dopo che è scoppiato lo scandalo. Di questa vicenda, denominata Dieselgate, oggi la Volkswagen si è dichiarata colpevole ed ha accettato di pagare i 4,3 miliardi di dollari previsti dal patteggiamento.Dieselgate: le dichiarazioni di Volkswagen
Il board dell'azienda, dopo aver dato il via libera, ha dichiarato, per voce dell'amministratore delegato Matthias Muller"Ci scusiamo profondamente per il comportamento che ha portato a questa crisi e l'accordo mostra la nostra determinazione a risolvere la cattiva condotta".
L'obiettivo dell'azienda tedesca, sempre secondo le dichiarazioni di Muller, è quello di "ritrovare la fiducia degli azionisti, dei clienti e del pubblico continuando a cambiare il proprio modo di pensare". Gli Stati Uniti hanno anche messo sotto accusa sei dipendenti dell'azienda accusandoli di cospirazione ed arrestando uno di questi, Oliver Schmidt, il responsabile della divisione ambiente e tecnologia in Michigan. Il patteggiamento, intanto, fa salire il costo del Dieselgate a 23 miliardi di dollari costringendo la Volkswagen ad aumentare, in modo considerevole, gli accantonamenti previsti in bilancio per i risarcimenti fermi ad oggi sui 18,2 miliardi di dollari.
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