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L’Italia non è un Paese per parcheggiare…

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Parcheggio

Chiamiamolo pure “caro parcheggio”.
Oggi sempre più per necessità siamo “costretti” a utilizzare la nostra macchina e posteggiarla in aree di sosta a pagamento. Capita, ad esempio, per chi come i lavoratori pendolari, per chi viaggia spesso per lavoro o per chi si reca all’ospedale per cure mediche che il solo fatto di lasciare la propria auto per qualche ora in uno di questi parcheggi faccia raggiungere cifre davvero considerevoli.
Che fare? Quali sono le alternative? Si sente parlare sempre più spesso di eco-mobilità, di qualità dell’aria da salvaguardare, ma l’Italia è davvero pronta? Come si stanno attrezzando le città per venire incontro alla popolazione?

I pendolari

Secondo quanto è emerso dal Rapporto Censis e Rur, in Italia circa la metà (il 47%) dei pendolari usa la propria auto per raggiungere il luogo di lavoro o di studio.
I parcheggi di scambio (le aree di sosta situate in prossimità delle linee di comunicazione della città), nati con le esigenze di venir incontro all’utenza che per spostarsi utilizza quotidianamente i mezzi pubblici, risultano essere insufficienti ad assolvere il fabbisogno dei pendolari (a Roma su 7 parcheggi visionati in ben 4 non c’era posto) e, molto spesso, troppo cari (a Milano ne si arriva a spendere la cifra di 1.343 euro l’anno per la sosta della propria vettura, il corrispettivo di una mensilità di un impiegato).
E, purtroppo, a farne le conseguenze, sono sempre i cittadini.
Ma esistono delle alternative? Quali?

La sosta in aeroporto

Non è uno scherzo. Oggi molte persone prima di partire per un viaggio lungo di lavoro o pe una vacanza guardano prima il costo di una sosta lunga che quello dell’aereo. Perché? A fronte di voli low cost il vero salasso arriva dal prezzo del parcheggio. Ad esempio, sostare una settimana nel parking di Fiumicino (Roma) costa ben 105 euro, Falcone Borsellino (Palermo) 102 euro e a Ciampino (Roma) 96 euro.
Come fare per non incorrere in una “stangata”? Prima di tutto è necessario verificare i parcheggi disponibili, i costi e la loro posizione. Molto spesso parcheggiare fuori dal perimetro aeroportuale conviene e alcune strutture sono anche dotate di servizio di trasferimento fino all’aeroporto. Sicuramente il modo più economico è prenotare il parcheggio online; dal sito internet dell’aeroporto è possibile visionare le alternative disponibili in base alle proprie esigenze (giorno e ora di arrivo e di partenza) e acquistare il ticket del parcheggio direttamente online (a volte con uno sconto sul pacchetto volo + sosta).

I parcheggi degli ospedali

Avere “a che fare” con gli ospedali non è mai una “cosa buona” né tantomeno con i parcheggi delle strutture ospedaliere. Pochi sono gli ospedali dove la sosta è gratuita, per molti è divenuto un vero e proprio “business”. Ad esempio, sostare 8 ore all’ospedale Sant’Orsola di Bologna costa 15,30 euro, al Policlinico Gemelli di Roma 13,50 euro e al San Raffaele di Milano 12 euro. Ma in assoluto i più cari risultano essere il parcheggio interno dell’ospedale Niguarda di Milano dove per la sosta di un’ora si è costretti a sborsare ben 3 euro, per quattro ore 18 euro, e per otto ore addirittura 38 euro o a Napoli il parcheggio “Drive in” vicino all’ospedale Cardarelli e nel Garage Cavour nei pressi del Policlinico Vecchio dove la tariffa oraria risulta essere di 3 euro.

Come fare per risparmiare almeno all’ospedale?

Forse una risposta vera non esiste. Sappiamo che in alcuni ospedali è prevista la sosta agevolata o, in certi casi gratuita, se si accompagna una persona portatore di handicap, con problemi di deambulazione (anche temporanei) o in situazioni di urgenza (pronto soccorso). Altre volte, le strutture hanno attivato la possibilità di fruire di veri e propri abbonamenti, tessere che permettono ai frequentatori “assidui” di poter beneficiare di sconti e/o agevolazioni per la sosta dell’auto.
Alcuni si chiedono: “Lucrare sulla salute altrui è etico? Mettere a disposizione invece un numero di parcheggi congruo con le reali esigenze della struttura con un costo forfettario giornaliero o, per le visite veloci, un prezzo simbolico non sarebbe un segno di civiltà nei confronti di una popolazione sempre più anziana e malata, che necessita di cure e attenzione per il proprio sostentamento?”.

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