Una rete lunga quasi 6.800 chilometri, percorsa in lungo e in largo da viaggiatori, un esercito di paganti: da casello a casello. Stiamo parlando della rete autostradale italiana.
Il pedaggio dovuto, in Italia, dipende dai chilometri percorsi, dalla tipologia di veicolo su cui si viaggia e dalle caratteristiche dell’infrastruttura, diverse nei vari tratti. Ma forse non tutti sanno che anche i pedaggi autostradali rientrano tra i costi deducibili, almeno per imprese, professionisti, agenti di commercio e regime dei minimi. Per i privati? In questo caso esistono bonus, rimborsi e agevolazioni. Vediamo tutto nel dettaglio.
Pedaggi autostradali e deducibilità
La normativa fiscale della deducibilità dei costi relativi ad auto aziendali o altri veicoli è contenuta negli articoli 102 e 164 del Testo Unico delle imposte sui redditi, TUIR.
Con la Riforma Fornero del 2012, abbiamo assistito ad una riduzione consistente delle percentuali di deducibilità, a fronte di un invariato limite di spesa: insomma una vera e propria stangata in miniatura.
Con la Legge di Stabilità del 2013 poi, le percentuali di deducibilità, per i veicoli che non rientrano tra i beni strumentali per l’impresa, si sono attestate come segue:
- 20% per veicoli di aziende e professionisti; nel caso di esercizio arti e professioni la deducibilità è ammessa per un solo veicolo, mentre nel caso in cui l’attività è svolta da società semplici o associazioni, la deducibilità è consentita per un veicolo per ogni socio o associato;
- 70% per veicoli in uso promiscuo a dipendenti per un periodo pari almeno alla metà più uno dei giorni del periodo d’imposta e la concessione del veicolo deve essere dimostrata con documentazione specifica (clausola inserita nel contratto di lavoro)
- 80% per veicoli utilizzati da agenti e rappresentanti di commercio, promotori finanziari e agenti di assicurazione.
La deducibilità integrale, pari quindi al 100%, è esclusivamente riservata ai casi di autoveicoli utilizzati come beni strumentali nell’attività propria dell’impresa, cioè quelli senza cui l’attività non può essere esercitata (si pensi ad esempio alle auto delle imprese di noleggio, delle scuole guida o pompe funebri), e quelle adibite ad uso pubblico (come le auto individuate da atto della pubblica amministrazione a trasporto pubblico – ad esempio, i taxi – e i veicoli di soccorso).
Diverso il discorso per chi rientra nel Regime dei Minimi, che può dedurre i costi per il 50% del totale con iva inclusa, fermo restando l’utilizzo ad uso promiscuo.
Quindi se si è proprietari di Partita Iva, il costo del pedaggio autostradale è tra i costi deducibili. Peccato che le ricevute rilasciate ai caselli non siano documenti validi ai fini fiscali. Bisogna richiedere la fatturazione alla società che gestisce il tratto autostradale che interessa. Ma come?
Come richiedere la fatturazione dei pedaggi
Innanzitutto, diciamo che il casellante non è autorizzato a rilasciare alcun documento che dimostri l’avvenuto pagamento, quindi bisogna munirsi di ticket per poi richiedere la fatturazione di pagamenti avvenuti in contanti o tramite carte di credito o debito.
Quest’operazione va effettuata per posta, su appositi moduli (scaricabili dal web): modulo A e modulo B.
Nel modulo A bisogna riportare il totale da fatturare e i dati di fatturazione.
Nel modulo B bisogna riportare i dati relativi ad ogni pedaggio, indicando sia la stazione di entrata che quella di uscita, la data di transito, il tipo, il modello, la targa e la classe del veicolo (ricavabile dallo scontrino di pagamento) e l’importo pagato. Ovviamente saranno presenti tanti moduli B quanti i pedaggi pagati.
Prima di procedere all’invio della richiesta bisogna includere, in una busta semplice, i moduli compilati (e sottoscritti per l’assunzione di responsabilità) e gli originali delle ricevute di pagamento.
La società autostradale emetterà fattura entro 90 giorni dalla data di ricevimento della richiesta.
Ti sembra tutto troppo complesso? Probabilmente lo è. Purtroppo non abbiamo molti termini di paragone, perché in Europa le cose funzionano in modo decisamente diverso.
Pedaggi autostradali in Europa
- Spagna e Francia
Simile al sistema italiano quello dei cugini francesi e spagnoli, infatti anche in questo caso il pedaggio dipende dai chilometri percorsi. - Svizzera
Si paga una quota annuale, basta esporre il contrassegno sul parabrezza e su può circolare liberamente su tutte le autostrade elvetiche. In caso di presenza di rimorchio o roulotte, è inoltre previsto un contrassegno addizionale. L’acquisto può essere effettuato alla frontiera (negli uffici doganali) o nelle stazioni di servizio, autofficine, uffici postali, i tabaccai o le associazioni automobilistiche. - Austria, Bulgaria, Slovenia, Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca
Ci sono abbonamenti settimanali, mensili o annuali e in alcune tratte può essere necessario il pagamento di un pedaggio addizionale. - Germania e Inghilterra
L’autostrada è gratuita. O quasi.
In Inghilterra è richiesto il pagamento di un pedaggio solo per alcuni tunnel o ponti.
La Germania invece, proprio prima dell’inizio dell’estate, ha proposto un pedaggio selettivo dal gennaio 2016.
In pratica, lungo i 13 mila chilometri della rete autostradale tedesca, a pagare pegno potrebbero essere solo gli stranieri, riconosciuti dalla targa del veicolo. Al momento la proposta è ancora ferma perché potenzialmente considerata una violazione del divieto di discriminazione applicato alla libera circolazione di persone e merci, in base alla nazionalità di provenienza. Proprio nelle prossime settimane, dovrebbero avvenire i chiarimenti tra la cancelliera Merkel e la commissaria UE. Vedremo cosa succederà.
Pedaggi autostradali e agevolazioni
In Italia, per fortuna, è ancora possibile usufruire del bonus messo a disposizione dal Ministero dei Trasporti. Ma per poco tempo ancora.
Fino al 31 dicembre 2015 è possibile godere di un bonus, pari al 20% di sconto, sui pedaggi autostradali. Per poterne usufruire è necessario essere utenti Telepass e qualificarsi come pendolari.
In pratica, viene qualificato come pendolare chi compie almeno 21 viaggi al mese in una tratta di 50 km al massimo, misurati da casello a casello. Lo sconto viene calcolato per eccedenza oltre i 20 viaggi come segue:
- al 21esimo viaggio, sarà applicato uno sconto dell’1%, su tutti i 21 viaggi
- al 22esimo viaggio, sarà applicato uno sconto del 2%, su tutti i 22 viaggi
e così via fino al 40esimo viaggio, in cui sarà applicato uno sconto del 20%, su tutti i 40 viaggi effettuati.
Quindi la percentuale di sconto è proporzionale al numero di viaggi e non tiene conto dei chilometri percorsi: stessa agevolazione perciò per chi fa pochi chilometri al giorno per raggiungere il posto di lavoro o chi ne fa fino a 100 tra andata e ritorno nella stessa giornata.
Facciamo due conti: essendo lo sconto riservato ai pendolari ed essendo 23 i giorni lavorativi in un mese, lo sconto del 20% si può applicare per 46 transiti nel mese. Per le eccedenze, il pedaggio si paga per intero. Tradotto in parole povere, l’agevolazione viene applicata solo per due viaggi al giorno (compresi i festivi) e non è cumulabile con altre.
Pedaggi autostradali e rimborsi
E nel caso in cui, magari a causa di condizioni atmosferiche non proprio amichevoli, ci si ritrovi bloccati in autostrada, ritardando al lavoro o perdendo un appuntamento importante?
Sapevi che in casi simili è possibile richiedere un rimborso ed ottenere, oltre alla restituzione del pedaggio pagato, anche un indennizzo?
La procedura da seguire è quella del reclamo. Il rimborso sarà erogato con un bonus o un servizio di valore equivalente. Nel caso in cui la richiesta di risarcimento danni non abbia esito soddisfacente, si può seguire la procedura della conciliazione (che ricordiamo essere gratuita).
La domanda di conciliazione deve essere fatta sull’apposito modulo predisposto, indicando chiaramente la causale della richiesta e allegando il reclamo e la risposta non soddisfacente ricevuta dalla società autostradale e va inviata come raccomandata a/r. Non può essere presentata in caso di lesioni e danni fisici. In tutti gli altri casi, la richiesta sarà esaminata da due Conciliatori: uno che rappresenta l’ente autostradale (o Telepass) e l’altro in rappresentanza delle associazioni dei consumatori. La procedura si risolve, non oltre i 120 giorni dal ricevimento della domanda, con la definizione di un rimborso, che l’automobilista è libero di accettare o rifiutare.
E tu usufruisci già del bonus del Ministero dei Trasporti? Rientri nei casi di deducibilità e ne sei soddisfatto? Avevi mai chiesto un rimborso alla società autostradale e com’è andata a finire? Hai esperienza di utilizzo delle autostrade europee?
Raccontaci la tua storia e il tuo punto di vista.