Uno dei problemi degli automobilisti è da sempre quello di capire quando è il momento di cambiare gli pneumatici. Non è sempre facile riconoscere il punto in cui lo pneumatico non ce la fa più e ha raggiunto il suo limite per guidare in sicurezza e, soprattutto, per poter circolare secondo i parametri legislativi.
Come abbiamo analizzato quando abbiamo parlato di pneumatici invernali, lo spessore minimo del battistrada consentito dal codice stradale è di 1,6 millimetri (anche se è consigliabile effettuare il cambio già da prima).
Come facciamo ad accorgerci di aver raggiunto il limite di usura della gomma?
Diciamo che solitamente basta andare dal gommista per avere una valutazione dello stato di consumo. Oppure è consigliabile tenere il calcolo dei chilometri effettuati con ogni treno di gomme tra un cambio e l’altro, in modo da sapere con esattezza quando è il momento di sostituire le gomme (tendenzialmente tra i 20.000 e i 30.000 km).
È chiaro però che il calcolo dei chilometri non determina l’esatta usura delle gomme, dato che queste condizioni variano sia in base al tipo di pneumatico, che all’uso che se ne è fatto: lo stile di guida, le condizioni dell’asfalto e così via.
A questo proposito ci viene in aiuto Discolor Tyre, un prototipo – ideato dai designer Gao Fenglin e Zhou Buyi – che colora la gomma quando è il momento esatto di cambiarla. Questo tipo di pneumatico ha uno strato di gomma colorata sotto il battistrada che diviene visibile nel momento in cui il pneumatico ha raggiunto il limite di sicurezza, segnalando dunque la necessità di cambiarlo. Le strisce arancioni sono piazzate all’interno della struttura del battistrada: appena questo si consuma oltre il limite, iniziano ad essere viste tutto intorno alla circonferenza della gomma.
Questo pneumatico, oltre a segnalare il consumo, permette di scoprire facilmente i danneggiamenti del battistrada, che spesso rimangono invisibili proprio perché di colore nero: ad esempio, quando si prende una buca profonda, oppure c’è uno squarcio causato da oggetti o un manto stradale eccessivamente sconnesso.
Insomma, questo tipo di innovazione, che al momento non è ancora stato applicato di serie su nessuna auto, ha un grande potenziale di sviluppo in ottica sicurezza, se collegato a tecnologie sensoristiche avanzate che permettono sempre di più all’auto di “gestirsi da sola”.
Voi che ne pensate? Quali altri metodi usate per controllare i vostri pneumatici?