Ogni anno vengono notificate agli automobilisti italiani circa 78 milioni di multe, ovvero più di 215 mila al giorno (addirittura una ogni due secondi!), che fruttano alle casse statali tre miliardi di euro. Già nel lontano 2010 lo Stato aveva previsto - con l’articolo 25 della legge 120 sulle disposizioni in materia di sicurezza stradale - la devoluzione della metà dei proventi delle multe agli enti proprietari delle strade. Una disposizione volta a reinvestire il capitale sulla sicurezza stradale e alla diffusione nei centri urbani della nuova mobilità, ma anche a regolamentare l’eccessivo utilizzo di autovelox e similari da parte dei Comuni italiani per “fare cassa”. Buoni proposti mai messi in atto fino in fondo, soprattutto per la mancanza di una normativa operativa.
Modello unico di rendicontazione per i proventi delle multe
In questi giorni Erasmo D’Angelis, il sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ha annunciato che è stato predisposto uno schema di decreto che possa fornire un modello unisco di rendicontazione delle risorse provenienti dalla sanzioni amministrative. Si tratta quindi di una tabella di valutazione che consente di “premiare” gli enti virtuosi e “sanzionare” quelli inadempienti ma che, allo stesso tempo, possa garantire un giusto utilizzo dei misuratori di velocità.
Benefici per gli enti proprietari delle strade
Il modello di valutazione dovrà essere in grado di separare dall’ammontare complessivo i proventi derivanti dalle violazioni del Codice della Strada da quelli ricavanti con la violazione dei limiti massimi di velocità. Ciò sarà necessario perché quest’ultima categoria dovrà essere scorporata ulteriormente. In questo modo si distingueranno i proventi di intera spettanza dell’ente locale, i proventi derivanti da attività di controllo realizzate su strade non di proprietà dell’ente (verranno ripartiti al 50%) e i proventi ricavati dall’accertamento eseguito strade proprie da parte di organi accertatori dipendente da altri enti locali. I capitali ridistribuiti dovranno essere investiti dagli enti per migliorare la sicurezza stradale, ma anche a creare aree cittadine idonee a pedoni e ciclisti che, dal prossimo aggiornamento del Codice della Strada, saranno maggiormente tutelati.
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