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Tariffe autostrada: scattano i rincari, ma la situazione non è chiara

Tariffe autostrada: scattano i rincari, ma la situazione non è chiara

Tariffe Autostrada

Anno nuovo, vecchie usanze… e le tariffe autostradali si impennano! Gli automobilisti italiani hanno iniziato questo 2014 nel più classico dei modi, ovvero pagando ancora di più l’utilizzo della rete autostradale. Una brutta sorpresa per chi, avendo passato il capodanno fuori casa, il 1° gennaio 2014 si è trovato a sborsare fino al 15%  rispetto al giorno precedente. L’aumento era nell’aria: la società concessionaria aveva richiesto un +4.8%  e quindi quel +3.9%  medio concesso può sembrare quasi un’agevolazione per i cittadini, ma la poca trasparenza sulla questione rincaro delle tariffe potrebbe generare non poche problematiche economiche e politiche. Andiamo con ordine.

Aumenti dei pedaggi autostradali e spaccature interne

Alla fine l’accordo pattuito tra Governo e gestori della rete non è stato mantenuto su tutti i tratti. Basti pensare che sulla Torino-Aosta si registra un +15%; sulla Venezia-Trieste un +12.9%; sull’autostrada dei Parchi un +8.28%  e, caso eccezione quanto folle, sulla tratta Venezia-Padova c’è stato un +400% portando il pedaggio dai vecchi 0.70€ a 3€. La voce di dissenso degli automobilisti e delle associazioni di categoria non è tardata ad arrivare, ma ciò che spaventa un po’ tutti è l’eventuale ritorno “in auge” delle manifestazioni che hanno bloccato l’Italia negli ultimi mesi del 2013.

Gli aumenti sono stati accompagnati fin da subito da una spaccatura tra istituzioni e consumatori che si è andata ad ingrandire quando, attraverso una nota di Governo, il ministro dei trasporti (Maurizio Lupi) e quello dell’economia (Fabrizio Saccomanni) hanno comunicato di aver limitato i rincari per far fronte alla crisi economica. Secondo l’Osservatorio nazione sulle liberalizzazione dei Trasporti gli aumenti sono ingiustificati perché – oltre mettere fuori mercato tutto l’interno sistema degli autotrasportatori già sul piede di guerra – non servono a migliorare e/o potenziare i servizi offerti, ma per essere investiti solo in attività finanziarie.

 

Meccanismo remunerazioni concessionarie poco chiaro

Lungo la rete autostradale – ma non solo – circolano molto meno macchine del solito e quindi l’aumento delle tariffe potrebbe sembrare una normale prassi per mantenere a galla le numerose concessionarie, se non per il fatto che le spese per la maggior parte dei tratti autostradali siano state ampiamenti ammortizzate. Ciò che provoca maggiormente dissenso tra gli automobilisti è che il testo volto a regolamentare le convenzioni non è pubblico. E nemmeno i parlamentari possono leggere gli accordi negoziati tra Anas (a nome del Ministero) e gestori.

Il pedaggio autostradale dovrebbe tener conto del recupero dell’inflazione, della remunerazione degli investimenti effettuati sulla rete e della remunerazione delle nuove operazioni pianificate sulla rete. Queste tre voci vanno hanno una rilevanza differente da concessionario a concessionario: ciò potrebbe dare una spiegazione alle differenze di aumenti lungo lo Stivale, senza contare un “alone di mistero” sull’attuazione reale degli investimenti pattuiti. Anche se su quest’ultimo punto il ministro Lupi ha dato la massima garanzia, non è comunque riuscito a fornire chiarimenti su come sia stato raggiunto il punto di equilibrio tra Governo e concessionari sui rincari di inizio anno. Sembra ci sia una zona grigia in cui la forza di alcuni gruppi commerciali detti regole al posto dello Stato e il cittadino ne paga le conseguenze. Il ministro ha affermato che la vigilanza è alta, ma i dubbi da sciogliere sono ancora tanti. 

Voi vi siete accorti dei rincari? Avete segnalazioni?

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