Tasse auto: allo Stato entrano 71 miliardi l’anno
L’Ufficio studi della CGIA di Mestre non usa mezzi termini: le tasse auto rendono al Fisco venti volte rispetto al gettito della TASI, il doppio dell’IRAP (imposta regionale sulle attività produttive).
Gli incassi dello Stato, sommando tutte le entrate collegate agli autoveicoli, ammontavano nel 2014 a 71,6 miliardi di euro. Se si prende poi in considerazione il gettito del 2009, quando la crisi era soltanto agli albori, è impressionante la crescita dell’8% (il Fisco nel 2009 incassò 66,3 miliardi di euro) soprattutto in considerazione del fatto che dal 2009 ad oggi si è assistito ad un costante calo delle immatricolazioni. Si fa dunque cassa su un numero minore di vetture.
Il gettito sulle tasse auto è così suddiviso:
- l’82% circa riguarda l’utilizzo dei veicoli (auto, moto, camion);
- il 9,5% del prelievo arriva dalle compravendite (nonostante un calo di gettito su acquisti e prime immatricolazioni pari al 34%);
- l’8,5% è da attribuire al bollo auto (che ha registrato tra il 2009 e il 2014 un incremento del 7,6%).
Proprio sul bollo interviene Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre. Zabeo boccia la proposta di abolizione del bollo coperta poi con un incremento delle accise sulla benzina: “Chi utilizza il mezzo per motivi professionali subirebbe un fortissimo danno economico”.
Tasse Auto: il nodo del carburante
Dicevamo nel precedente paragrafo che la stragrande maggioranza degli incassi dello Stato derivano dall’uso dei veicoli. In effetti è la spesa in carburante a fare la parte del leone con il 51,7% del gettito riguardante gli automezzi.
Afferma la CGIA di Mestre:
“Tra IVA e accise, nel 2014 (ultimi dati disponibili) abbiamo versato all’Erario 37 miliardi di euro (+23,2% rispetto al 2009). Anche se l’importo è nettamente inferiore alla voce precedente, va segnalato il gettito dell’IVA che grava sulla manutenzione e la riparazione/acquisto di ricambi, accessori e pneumatici che, seppur in calo, è stato di 9,27 miliardi (-9,6% rispetto al 2009)”.
Insieme alla questione relativa al carburante, la CGIA mostra altri due paradossi:
- pedaggi autostradali che garantiscono un incasso per lo Stato pari a 1,8 miliardi di euro con un incremento che arriva quasi al 50% dal 2009, nonostante il calo del traffico autostradale;
- la crescita dell’IPT (imposta provinciale di trascrizione) del 16,1%, nonostante la soppressione delle Province.