Come saranno le auto di domani? Sicuramente saranno il risultato – ci si augura felice – del connubio tra ecosostenibilità ed innovazione tecnologica.
Ma chi sarà a spadroneggiare sulle strade del futuro: i veicoli ibridi o quelli elettrici? Le vetture elettriche che utilizzano le fuel cell, le celle a combustibile alimentate ad idrogeno, riusciranno a passare in testa, superando le auto a batteria? Nonostante Toyota sostenga che l’idrogeno sia il futuro del trasporto privato, il quesito pare destinato a rimanere insoluto, almeno a breve termine. Ed anche se questo tipo di quattroruote non è ancora alla portata di tutti gli automobilisti, sicuramente alla portata del conducente medio è il passaggio ad un veicolo più ecologico, spesso più economico e dai consumi inferiori.
Cambiare auto in cambio di risparmio ed ecosostenibilità?
I nuovi sistemi di quotazioni auto consentono di ricevere un’equa stima del valore della propria vettura e di venderla con profitto, facilitando l’acquisto di un mezzo più verde. In questo modo l’automobilista comune può contribuire nel suo piccolo a un’Europa più verde che entro il 2020 prevede modelli di auto con un’emissione media di 95 gr. di CO2 al chilometro.
Carburazione ad idrogeno, una reale possibilità
In termini più ampi è il contemporaneo asse Tokyo-Berlino, con il progetto HyFive, a farsi carico dell’impatto ambientale rilanciando in grande stile la carburazione ad idrogeno nel Vecchio Continente, facendo sì che “il motore del 2000 sia bello e lucente, veloce e silenzioso, delicato, e con un odore che non inquina”, proprio come se lo immaginava Lucio Dalla nell’omonima canzone.
Il grande vantaggio dei veicoli elettrici a celle combustibili FCEV, rispetto a quelli alimentati con la spina, è l’autonomia: basta un pieno per viaggiare per ben 500 chilometri.
Mobilità a impatto zero
La nipponica Toyota è infatti uno dei promotori dell’iniziativa HyFive (Hydrogen For Innovative Vehicles) che intende sostenere la diffusione delle vetture fuell cell in tutta Europa, incrementando la mobilità a impatto zero. Il progetto, nato lo scorso anno, prevede l’apertura di ulteriori stazioni ad idrogeno che si aggiungeranno a quelle già presenti: sono coinvolte le capitali Copenhagen e Londra, nonché le città di Innsbruck, Monaco e Stoccarda, e Bolzano.
Il primo distributore fuel cell in Italia
Proprio nella città altotesina è stato inaugurato nell’agosto del 2014 il primo distributore fuel cell italiano, costruito da Linde Gas e utilizzato per vetture ed autobus; ha una capacità di produzione che può toccare i 360 chili di idrogeno giornalieri, quantità che corrisponde al pieno di ben 70 auto o anche all’alimentazione di 860 vetture che percorrono ogni giorno 40 km.
Se i tempi di installazione sono compresi tra i 6 ed i 12 mesi, i costi legati alla diffusione delle stazioni ad idrogeno possono variare parecchio, ed è poco ma sicuro che sia necessaria la volontà politica per creare una rete efficiente. Un buon esempio lo offre la Germania, dove dalla fine del 2014 sono attivi ben 20 distributori, con un investimento di 350 milioni e una prospettiva di aumento a 400 nel giro di un anno.
Un futuro ancora incerto
Sulle sorti del derby verde tra auto elettriche fuel cell e veicoli a batteria, tuttavia, il futuro è incerto. Non è detto che siano i veicoli elettrici a rimontare, visto che da anni la ricerca si sta concentrando sull’aumento della durata della carica e la diminuzione dei costi delle batterie.