“Il 6% dello stipendio se ne va per pagare l‘Rc auto“, è quanto sostengono Il presidente di Adusbef, Elio Lanutti, e quello di Federconsumatori, Rosario Trafiletti, “Il caro RC auto è responsabile di quattro milioni di veicoli non assicurati, un pericolo per l’incolumità propria e dei terzi trasportati e danneggiati, che non sempre vengono risarciti dal Fondo vittime della strada”.
Da uno studio effettuato dalle due associazioni, emerge che ben il 6,5% dello stipendio netto in Italia va a copertura delle spese relative alla polizza auto, in assoluto il più elevato rispetto agli altri Paesi dell’UE; ad esempio, la percentuale è del 3% in Spagna; del 2,9% in Francia ed Irlanda; del 2,8% in Germania e del 2,2% in Inghilterra.
Dal 1994 al 2013 (19 anni) i costi medi delle tariffe RC auto sono più che raddoppiati, passando da 391 euro del 2004 a 1.250 euro nel 2013, 859 euro in più, con un aumento pari al 235%. I dati sono ancora più negativi se prendiamo a riferimento le polizze RC moto sotto i 150 cc di cilindrata: si registra infatti un +480% nel 2013, con un aumento di ben 549 euro.
Ma allora come fare per contrastare il fenomeno delle frodi a danno delle compagnie assicurative? Sono sempre i cittadini a doverne pagare “il prezzo salato”?