Rc Auto “satellitare”: che problemi ha?
I primi di settembre di quest’anno ho scritto un articolo per 6sicuro in cui mi ponevo – e ponevo evidentemente a chi leggeva – alcune questioni riguardanti le assicurazioni con antifurto satellitari.
Oltre al classico discorso basato sui tecnicismi della cosa, ho anche sfiorato una sorta di “questione etica” riguardante gli antifurto satellitari: se da una parte esiste una problematica di origine tecnica e di costo, visto che i dispositivi sono “ingombranti” a livello economico, il fattore privacy gioca in questo caso un ruolo importantissimo, direi fondamentale, in ottica di successo o meno del dispositivo.
Cerchiamo di capire meglio quello di cui stiamo parlando.
Se abbiamo un cellulare in tasca, uno smartphone di ultima generazione, possiamo decidere in ogni momento di staccare il GPS, spegnere Internet o filtrare le chiamate e risultare introvabili (o viceversa trovabili) solo ad alcuni numeri da noi scelti.
Grazie alle white list e alle black list possiamo decidere, in ogni momento e con precisione chirurgica, chi ci deve trovare e quando. Grazie ad un semplice interruttore possiamo anche decidere di non essere individuabili sui social network, oppure possiamo prendere la netta decisione di non usarli proprio, i social network.
Questo aspetto di privacy e di “on/off” delle parti del dispositivo che potenzialmente potrebbero intaccare o minare la privacy, hanno decretato il successo dei dispositivi dei quali stiamo parlando: gli smartphone hanno successo perché siamo noi a decidere i dove, i quando ed i perché, sulla nostra vita, su quello che facciamo e sul dove stiamo andando.
Cosa vuole l’antifurto satellitare da noi?
L’antifurto satellitare in auto è concettualmente l’esatto opposto. Non decidiamo noi di essere tracciati, non decidiamo di avere un GPS attivo in macchina, non decidiamo di essere rintracciabili. Siamo semplicemente obbligati a tutto questo. Fa parte del gioco: l’assicurazione ti decurta il premio, ma in cambio vuole qualcosa da te. In questo caso la certezza dei tuoi movimenti e le modalità degli stessi.
Ora, siamo assolutamente certi di voler essere controllati e controllabili a prescindere dalla nostra volontà?
Nel precedente articolo mi è stata mossa una critica, per altro in tono pacato ed argomentata in maniera molto educata, in questa direzione:
“Lungi da noi il voler fare polemica, ma definire “arma a doppio taglio” l’antifurto satellitare (o, più precisamente, la cosiddetta “scatola nera”) perché decreterebbe la fine dei “concorsi di colpa in casi limite” o dei tentativi di “raccontare un punto di vista”, ci pare francamente eccessivo.”.
Nel post avevo infatti scritto quanto segue:
“È evidente che un potente ed approfondito controllo di questo tipo (l’antifurto satellitare appunto), potrebbe diventare un’arma a doppio taglio per l’automobilista: addio concorsi di colpa in casi limite. Addio tentativi di “raccontare un punto di vista”.
Non che questo sia un vantaggio o uno svantaggio in senso assoluto, anzi è certamente un sistema più sicuro per l’accertamento delle responsabilità, ma ad ognuno di noi è lasciato il compito di vagliare la propria coscienza per capire davvero se la cosa potrebbe esserci utile e dannosa. Se avremo torto sarà un torto “certificato” da una macchina. Senza se e senza ma.”
Ma è davvero così sbagliato o eccessivo quanto da me scritto?
Una persona che conosco che che lavora in una compagnia assicurativa mi raccontava, non più di un mese fa, che la compagnie arrivano a fare sconti anche del 50% se si installa il satellitare, ma nessuno lo vuole: tutti “lo evitano come la peste”. Parole sue.
Perché gli italiani non vogliono l’antifurto satellitare?
La risposta, o gran parte della stessa, si trova in quanto da me scritto nell’articolo precedentemente citato, e nella conseguente questione privacy.
Partiamo da un presupposto, un esempio su tutti: in base ad alcune ricerche, oltre il 50% degli italiani avrebbe una relazione extraconiugale, più o meno stabile. Quasi il 70% di queste relazioni avvengono con colleghi o colleghe di lavoro.
Ora, guardiamoci davvero tutti in faccia, visto che siamo adulti: siamo sicuri che tutti vogliano essere rintracciabili, sempre?
Altro esempio, ancora più semplice: se tutto l’anno un guidatore supera i limiti di velocità, non accade assolutamente nulla, ma a fine anno ha un incidente: pensate che l’assicurazione non controlli se è un “guidatore a rischio”?
Mi duole dirlo, ma l’assicurazione satellitare non prende piede solo e soltanto per questi motivi. O meglio per tutti i motivi legati alle cose che ho appena elencato o a eventi e situazioni similari.
La chiave di volta nel successo di un dispositivo sta nella scelta che lo stesso permette su se stesso: se lo smartphone non potesse essere spento, nessuno avrebbe uno smartphone.