Potrà sembrarvi una notizia già letta, discussa e a cui non è ancora stata trovata una soluzione, ma questa volta la novità riguarda la fonte da cui è stata diffusa. In Italia una polizza Rc Auto nel periodo 2008-2013 è costata in media 231€ in più rispetto alle tariffe presenti nelle quattro più grandi nazioni europee. Come dicevamo, apparentemente niente di nuovo (già a metà 2013 ne avevamo parlato), ma questa volta a fornire i numeri sono state le stesse compagnie assicurative.
L’associazione delle aziende assicuratrici (Ania) proprio in questi giorni ha reso noto i risultati della ricerca commissionata al Boston Consulting Group, uno dei big mondiali della consulenza, sulla situazione assicurativa in Italia. Nel periodo di riferimento un automobilista italiano, per sottoscrivere una polizza Rc Auto, ha speso mediamente 491€ mentre quello francese, tedesco, spagnolo ed inglese hanno dovuto sborsare solo 278€. Un +43% che lascerebbe a bocca aperta anche chi non hai mai sostenuto l’esame per la patente di guida.
Perché gli italiani pagano l’Rc Auto più degli altri?
L’analisi commissionata dall’Ania parla chiaro, ma non si tratta certo di un mea culpa delle assicurazioni: quest’esborso è giustificato dal peso che hanno gli incidenti sul prezzo finale di ogni singola polizza, un valore che si aggira intorno al 60% del totale. Si può parlare di 126€ in più a veicolo, rispetto sempre alla media europea, ai quali vanno aggiunti 52€ di tasse, 23€ in più per la distribuzione, 6€ per i costi amministrati e ulteriori 6€ che vanno a remunerare le compagnie assicuratrici.
In breve paghiamo di più perché ci sono più sinistri, ma non solo. Atri fattori messi in evidenza dallo studio riguardano i risarcimenti per caso di morte, che arrivano ad essere quattro volte superiori alla media (un esborso di 649 mila euro rispetto ai 138 mila degli altri Paesi) e il livello di danno patrimoniale erogabile ai possibili beneficiari (i nostri 50-60 mila contro i 30-40 mila degli altri). Denaro che le compagnie assicuratrici devono garantire ogni anno e che, inevitabilmente, dovranno recuperare dal prezzo finale della polizza.
Riduzione dei premi nell’ultimo anno
I dati dell’Ania hanno mostrato come nel 2013 si sia registrata una riduzione del prezzo medio delle polizze assicurative di circa il 5%, un apparente sospiro di sollievo per gli automobilisti perché legato esclusivamente al fattore crisi economica. Meno macchine in circolazione hanno fatto si che le compagnie assicurative, pur incassando un -6.6% di premi, abbiano limitato gli esborsi dovuti ai sinistri stradali. Un giovamento legato esclusivamente a teorie economiche.
Rimaniamo comunque i più cari d’Europa, perché?
Paghiamo di più anche perché non mancano le frodi alle assicurazioni – che pesano tra il 40-45% sull’aumento dei prezzi – e il rischio stradale che nel nostro caso è aggravato dai comportamenti pericolosi di quando si è alla guida del proprio veicolo (uso del cellulare senza auricolare e scarso uso della cintura di sicurezza posteriori). A questo si aggiunge il fatto che la “discriminazione territoriale” costringe un automobilista del Sud a pagare un premio assicurativo molto più alto di un automobilista del Nord (sebbene non sia sempre vero). Tutti aspetti che andrebbero sostanzialmente modificati per rendere le polizze Rc Auto meno costose, modifiche che il decreto Destinazione Italia sembra aver preso in gestione.
Destinazione Italia: cosa cambia e cosa rimane?
Il 2013 è stato caratterizzato da scontri faccia a faccia tra Governo, associazioni di settore e consumatori sul tema del caro-polizze. Tra comunicati ufficiali e provocazioni il decreto “Destinazione Italia” è sembrato l’ancora di salvataggio, almeno inizialmente, di un settore che stava andando a fondo. Una manovra che puntasse a modificare il settore era necessaria da tempo ed ecco arrivare: installazione della scatola nera, risarcimento in forma specifica, tagliando elettronico, prestazioni di servizio medico sanitario, interventi prescrittivi e sconti obbligatori in fase di stipulazione polizza.
Tutte le misure adottate
Tante novità, tanti aggiornamenti, ma ciò che si è generato è stato solo un tutto contro tutti. L’inversione del trend negativo sembra che non funzionerà: almeno questo è ciò che tende a sottolineare Ania anche attraverso lo studio commissionato. Paghiamo di più, gli automobilisti lo sapevano da tempo, ma il nuovo anno non promette nulla di buono.
Cosa ancora si potrebbe fare?
Ania chiede, come già era successo con il colpo di frusta, di regolamentare i risarcimenti delle lesioni gravi approvando la tabella unica. Una soluzione che avvicinerebbe il costo dell’Rc auto italiana a quelle degli altri paese europei, ma che spaventa l’associazione vittime della strada. Necessaria una mediazione con carrozzieri che, preoccupati per le barriere d’ingresso nelle convenzioni previste dalle associazioni, chiedono di lasciare la libertà di scelta all’automobilistica nel riparare un veicolo danneggiato. Infine una maggiore digitalizzazione del settore, come già pianificato da tempo, ridurrebbe al minio i casi di truffa ai danni delle assicurazioni e quindi ad un livellamento del prezzo delle assicurazioni.
Oggi come si può risparmiare?
Anche se tutto il decreto fosse convertito in legge, oggi non è possibile determinare quanto andremo a risparmiare, né quando. Gli sconti previsti dal meccanismo potrebbero esserci, ma prevedere una data per la loro applicazione è davvero difficile. Oggi un automobilista può risparmiare solo attraverso il confronto diretto delle polizze offerte dalle più grandi compagnie assicuratrici. Il divario dei premi assicurativi, a parità di profilo, può essere considerevole, soprattutto nelle regione con le tariffe più care, quindi ogni automobilista può determinare la polizza più vantaggiosa e risparmiare fin da subito utilizzando il comparatore gratuito di 6sicuro