Fino a qualche settimana fa, utilizzare un drone per una ripresa o per fare ispezioni visive era, potenzialmente, un reato. Non che questo ne avesse rallentato l’utilizzo o la diffusione, viviamo in un paese che spesso non vengono considerate le leggi, immaginate quanto abbia inciso un vuoto legislativo.
Da ora il vuoto è stato colmato con una legge messo a punto dall’Ente nazionale dell’aviazione civile (Enac), che infastidita da questa illegalità, ha prodotto una normativa adeguata. Secondo il Codice della navigazione, può svolgere il lavoro aereo soltanto chi possiede una licenza di tipo aeronautico.
Certificazione
Il velivolo che abbia un peso sopra i 25 chilogrammi va certificato: si presuppone infatti che al di sopra di questa soglia siano mezzi industriali e che quindi debbano essere regolarmente certificati. Il mezzo, provvisto di manuale operativo e di volo, deve provare di essere stato sperimentato e avere una organizzazione strutturata alle spalle che l’abbia prodotto. Sotto i 25 chili sarà direttamente l’operatore ad autocertificarlo.
Situazioni critiche
Il regolamento distingue tra operazioni critiche e non critiche. Le prime definiscono tali tutte quelle operazioni fatte in luoghi affollati come stadi, piazze e concerti, ovvero tutte quelle situazioni in cui potrebbe cadere e rendendosi pericoloso, l’Enac limita la zona operativa ad un raggio massimo di 500 metri e tra i 70/150 metri d’altezza. Sono rimaste deluse le compagnie di sorveglianza che avevano previsto di poterli utilizzare per la guardia notturna: il corto raggio d’azione e il divieto assoluto ad utilizzarli al calar delle tenebre li ha resi subito inadeguati al compito.
Le operazioni non critiche sono quelle in cui non si mettono in rischio cose e persone e comunque non oltre i 70 metri di altezza e con 200 metri di raggio operativo.
Il pilota
Pilotare un drone richiede una preparazione di tipo aeronautico. L’età minima sarà di almeno 18 anni documentando con un attestato di volo civile o sportivo. A tal proposito si stanno organizzando i primi corsi di questo tipo.
Non solo, come ogni velivolo, il pilota dovrà dimostrare di aver condotto un addestramento per lo specifico drone che si vuole condurre. Proprio come avviene in ambito aereonautico. Serve anche un certificato medico apposito per il volo, che preclude la professione a qualunque tipo di disabilità.
Assicurazione
Dal 30 aprile scorso è scattato l’obbligo di assicurarli: per poter svolgere lavoro aereo con i droni è necessario stipulare un assicurazione, concernente la responsabilità verso terzi, che deve avere un massimale di copertura non inferiore al minimo della tabella dell’ Art. 7 del regolamento (CE) n. 785/2004. La categoria inferiore ai 500 chili (1) ha un massimale minimo dell’assicurazione di circa 843.000 euro che potrebbe diventare di 700 milioni di euro per la categoria di peso massimo (10), ben 500.000 chili (questa è un’astronave non un drone)
Secondo gli utilizzatori e i nuovi imprenditori che hanno visto in questi mezzi un’ottima opportunità di business, queste norme sarebbero esagerate e minerebbero sul nascere una nuova opportunità lavorativa sul nascere. Il rischio, infatti, è di uccidere un mercato sul nascere a forza di leggi sovradimensionate e inapplicabili.