I “pirati della strada” stanno diventando un problema sociale. Dati allarmanti confermano un aumento di automobilisti in fuga dopo aver causato un grave sinistro stradale.
Nel 2012 sono state 130 le vittime (+2,4% rispetto al 2011) e 1.111 i feriti gravi (+11,7%) di questo fenomeno troppo spesso ignorato, che lascia a piede libero molti “carnefici”. Un’analisi condotta dall’Osservatorio Il Centauro dell’ ASAPS mostra che in prevalenza i pirati sono uomini, tra i 18 e i 45, ma che la percentuale di donne in fuga sta aumentando (passata dal 5% del 2010 al 12% del 2012).
Non si salvano nemmeno gli stranieri, che come l’anno precedente raggiungono una percentuale altissima (24,3%) sul totale dei mancati soccorsi. Lombardia, Veneto e Lazio le regione più colpite dai pirati della strada, che rischiano al massimo una reclusione di tre anni visto che in Italia non è previsto il reato di omicidio stradale.
Spesso chi investe un pedone scappa per paura o per un tasso alcolemico elevato, ma non sembra così strana l’analisi avanzata dal presidente dell’ ASAPS. Giordano Biserni ipotizza che alcuni di questi pirati siano costretti alla fuga dalla mancata copertura assicurativa, che è stata notificata sul 6% delle vetture controllare dalla Polizia Stradale.
In Italia sono circa 4 milioni i veicoli che circolano sprovvisti di assicurazione o che si affidano, consapevolmente o meno, al mercato delle polizze contraffatte. Secondo il presidente, la falsificazione di una polizza è un potenziale allarme di reati più gravi visto che molto spesso la contraffazione richiede l’avvicinamento a organizzazioni malavitose.
La crisi economica è sicuramente il principale catalizzatore dell’ascesa delle finte assicurazioni, dietro al quale si nascondo anche finte compagnie, che possono essere acquistate anche per 200/300 euro con un risparmio anche del 50-70% sul prezzo della polizza originale.
Chi non paga più l’assicurazione non è solo l’anziano o il giovane disoccupato: sono stati fermati anche commercianti e liberi professionisti che si servono di strumentazione informatiche sofisticate per riprodurre un tagliando quanto più simile all’originale.
Altri si affidano a broker che vendono tagliandi dall’assicurazione per cui lavora, a metà prezzo, ma senza aprire mai la polizza se non in caso di sinistro stradale. Infine ci sono quelli che abbandonano i veicoli con l’assicurazione scaduta in aree poco frequentate, ma anche sotto casa visto che si può incorrere al massimo in una contravvenzione di 25€.
Un mercato nero che solo il “tagliando virtuale” potrebbe limitare, visto che i controlli scarseggiano e in molti accentano il rischio.