Rc Auto, questa sconosciuta. È uno dei pensieri fissi di molti automobilisti italiani, impegnati a trovare soluzioni economiche e in grado di soddisfarli, eppure a farla da padrone è la poca informazione sul tema.
A puntare l’indice su un fenomeno a suo modo preoccupante è stata Altroconsumo, in una ricerca presentata a inizio luglio e intitolata “Quanto ne sai di Rc Auto?”. Poco, a giudicare dai risultati.
23 domande in tutto poste a circa 5 mila tra italiani, belgi, portoghesi e spagnoli intestatari di una polizza Rc Auto. La media delle risposte corrette è molto alta: dalle 15 del portoghese medio alle 17 del cittadino belga. L’Italia si pone a quota 16; non male come risultato. A preoccupare, semmai, è che solo tre italiani sui 1.700 intervistati hanno risposto correttamente a tutte le domande.
A prescindere da questo record negativo, il quadro emerso non è dei più confortanti.
A leggere i dati in controluce si vede che un automobilista italiano su tre non sa che i danni fisici al conducente non sono coperti da una normale polizza Rc Auto. Il 16% è convinto che la clausola furto-incendio sia sempre compresa nella Rc Auto di base, e quindi non sa che invece è un “optional” acquistabile a parte. Quasi un italiano su dieci va in confusione quando sente la parola franchigia e pensa che sia (tanto per citare alcuni esempi) una tassa, un aumento proporzionale della polizza o addirittura il premio assicurativo stesso.
Quattro intervistati su dieci credono che per disdire un contratto di assicurazione servano 30 giorni, quando il limite fissato dalla Legge è della metà.
E il bonus-malus? Tutto bene, il 90% degli assicurati sa di cosa stiamo parlando. Il 16% ignora che, in caso di sinistro con colpa, l’assicurato perde due classi di merito, mentre il 7% che la clausola si attivi anche nei casi di mancata responsabilità.
La Legge Bersani è materia oscura per più del 50% degli intervistati, convinto che un neo-patentato parta sempre dalla classe di merito più alta, la numero 14, mentre invece il decreto prevede espressamente la possibilità di “ereditare” la classe più bassa di un genitore. Ultimo, ma non per questo meno grave, motivo di dubbi e imbarazzo è la Carta Verde, che estende la copertura assicurativa in caso di utilizzo all’estero. Pochissimi, infatti, gli italiani che sanno come funziona il certificato internazionale che permette di entrare e circolare in un paese diverso da quello di immatricolazione se in regola con l’obbligo di assicurazione Rc Auto.