Il premio RCA è una cifra calcolata dall’assicuratore per far fronte ai potenziali sinistri di un assicurato.
Non essendo possibile prevedere il futuro, il premio si calcola tramite delle stime basate su alcune variabili e statistiche. Non tutti gli assicurati, infatti, hanno la stessa probabilità di causare incidenti. Sarebbe quindi ingiusto avere tariffe allineate per tutti.
Vediamo quali sono le variabili che determinano il premio RCA
- Potenza del veicolo
È il parametro che ha maggiore valore, in quanto è quello che più di tutti può determinare la probabilità di fare incidenti. In generale, all’aumentare della potenza in cavalli dell’auto, aumenta il costo del premio.
- Alimentazione del veicolo
Il fatto che un’auto sia alimentata a diesel o benzina è un valido indicatore dei chilometri percorsi ogni anno. Statistiche dimostrano che più chilometri si percorrono, tanto più alta è la probabilità di fare incidenti. Ecco perché l’assicurazione per veicoli a diesel costa più di quelli a benzina.
- Residenza del proprietario
Non tutte le città sono uguali in termini di rischio incidente. È logico che circolare in auto a Roma è più rischioso di guidare in un tranquillo paesino di montagna: la percentuale di incidenti a Roma sarà migliaia di volte superiore. Ecco perché chi abita in una grande città paga più di chi abita ha la residenza in altre zone. Comunque, ogni provincia e comune hanno il loro coefficiente di pericolosità.
- ABS e Airbag
La dotazione o meno di sistemi di sicurezza in un veicolo è un altro parametro fondamentale: l’ABS riduce i rischi, perché la macchina è più sicura; gli Airbag, invece, proteggono i passeggeri. Più airbag ci sono più si abbassa il premio, in quanto presumibilmente le persone all’interno subiranno meno danni (e quindi l’assicurazione sosterrà meno spese per eventuali ricoveri sanitari).
- Età e sesso del proprietario
Statistiche alla mano, i giovani dai 18 ai 24 anni sono quelli che provocano più incidenti. Ecco perché le assicurazioni applicano i cosiddetti “superpremi” ai neopatentati, per poi toglierli negli anni successivi. È stato calcolato anche che le donne giovani provocano meno incidenti rispetto gli uomini, altro motivo per cui il premio RCA per una ragazza è più basso. Anche se in realtà la Corte di Giustizia Europea sta spingendo molto per applicare trattamenti paritari tra i sessi.
- Anzianità di patente
L’esperienza in questo caso gioca a favore: combinando l’età del proprietario con gli anni di patente emerge che ad essere meno a rischio sono le persone coniugate e con figli (che probabilmente guidano con più attenzione). Maggior rischio invece per neopatentati e over 60.
- Utilizzo dell’auto
Altro dato da incrociare è il “perché si guida”. Se si guida per lavoro, si fanno molti chilometri e di conseguenza aumenta il coefficiente di rischio: questo dato è spesso incrociato con la professione effettiva dell’assicurato. Un altro parametro in ballo è quello del conducente unico: se l’auto è guidata sempre e solo dalla stessa persona, si può applicare una riduzione del premio.
- La classe bonus malus
Il bonus malus è l’unica variabile “personale”, perchè si basa sul reale comportamento dell’assicurato e non sui dati medi. Praticamente è come una classifica a punti: meno si hanno incidenti, più si sale di classe e meno si paga . Se una persona non ha incidenti nel corso dell’anno, sale di una classe e il premio diminuisce (bonus), mentre se causa un sinistro retrocede di una classe (malus), pagando di più fino a che non ritorna alla classe superiore, e cosi via.
Sulla base di queste informazioni si costituiscono dei gruppi omogenei ai quali viene applicato lo stesso premio, che appunto aumenta in base alla probabilità di causare o essere coinvolti in un sinistro. In altre parole, quanto più la condizione di un individuo raggiunge questi coefficienti massimi, tanto più egli sarà considerato “pericoloso” (coefficiente di pericolosità). Al momento, la regione che ha i premi RCA più alti è la Campania.
In conclusione, va ricordato che sui premi RCA ci sono i cosiddetti oneri fiscali: un’imposta del 12,50% e l’aliquota del 10,50% Servizio Sanitario Nazionale, che la compagnia di assicurazione versa allo Stato, per compensare i costi sostenuti dalle strutture sanitarie per la cura ed il ricovero degli infortunati in incidenti stradali.