Carrozzieri in rivolta per il risarcimento in forma specifica

Risarcimento in forma specifica

I carrozzieri d'Italia sono sul piede di guerra. Tutti pronti ad opporsi all'approvazione del pacchetto di riforme che andrebbe a disciplinare il mercato dell'Rc Auto. Le associazioni di settore (CNA, Confartigianato e CasArtigiani) si schierano contro l'idea di rendere obbligatorio, in caso di sinistro stradale, il risarcimento in forma specifica, ovvero rendere disponibile la riparazione del mezzo incidentato solo attraverso le carrozzerie convenzionate con la compagnia assicuratrice con cui è stata sottoscritta la polizza assicurativa.

Nuove norme per il settore Rc Auto

Andiamo con ordine. Il Governo Letta, accogliendo le sollecitazioni delle associazioni dei consumatori, ha dato via a delle manovre che nel breve periodo fossero in grado di abbassare i prezzi delle polizze assicurative per i veicoli. La dematerializzazione del tagliando auto, le nuove tabelle per il risarcimento danni, il nuovo tetto massimo per denunciare un sinistro, la riparazione in forma specifica e tante altre piccole riforme che hanno in comune l’obiettivo di ridurre al minimo le truffe ai danni della compagnie assicurative. Norme erroneamente etichettate come pro-assicurazione, ma che effettivamente vanno a tutelare gli automobilisti corretti.
 

Il no dei carrozzieri al risarcimento in forma specifica

In tutte le regioni d’Italia si sono registrati presidi di carrozzieri che si mobilitano contro il risarcimento in forma specifica che - secondo i dati delle associazioni di settore - metterebbe in ginocchio due terzi delle imprese di carrozzeria indipendenti. Il timore più grande è che i rapporti di forza dettati dalle compagnie assicurative, che detengono grosse fette di mercato, possano gravare sui guadagni delle piccole e medie realtà o addirittura tagliarle completamente fuori. Altra caratteristica da considerare è che la stipulata di una polizza assicurativa contenente l'obbligo di servirsi esclusivamente di carrozzerie convenzionate non rispetta quanto stabilito dalla Corte Costituzionale (n.180 del 19 giugno 2009) che definisce come sistema alternativo a quello tradizionale il risarcimento in forma specifica. Verrebbe meno la libertà del consumatore e allo stesso tempo si favorirebbe un sistema a scapito di un altro.

Cosa fare?

Il “risarcimento diretto” permetterebbe di velocizzare i tempi e di ridurre al minimo gli sprechi di fondi volti a coprire le truffe. Fondi che nel breve periodo dovrebbero portare al "livellamento" europeo delle polizze Rc Auto italiane, quindi giovare alle tasche degli italiani. Un fine nobile, ma bisogna considerare anche i posti di lavoro messi in pericolo. Quante carrozzerie sarebbero costrette a chiudere? Quante non potrebbero stringere rapporti con le compagnie assicurative? Non sarebbe opportuno mantenere vivi i due sistemi di risarcimento, ma avviare controlli più serrati quando si apre una pratica di richiesta risarcimento? Voi cosa ne pensate?