Il ministero della Salute ha congelato il decreto taglia-risarcimenti per lesioni gravi. Per ora, quindi, non saranno pubblicate le nuove tabelle di risarcimento per danni gravi, quelli che comportano almeno l’assegnazione di 9 punti percentuali di invalidità. Automobilisti e associazioni di categoria tirano un sospiro di sollievo: lo scorso anno, infatti, l’Associazione italiana familiari e vittime della strada aveva scritto al ministero dello Sviluppo chiedendo di rispettare la volontà del Parlamento e adottare i valori monetari esplicitati nelle tabelle del Tribunale di Milano.
Non è solo una questione di attribuzione di merito: i giudici meneghini avevano stabilito cifre doppie rispetto a quelle proposte dal ministero, che per i suoi calcoli si era basato su una tabella del 2005. L’associazione sostiene i parametri proposti dal Tribunale di Milano, in linea con quelli degli altri paesi europei, anche perché costituiscono un parametro di riferimento solido, adottato da tutti i tribunali italiani.
In più, negli anni, il Parlamento ha espresso nei loro confronti un apprezzamento pressoché unanime, anche rispedendo al mittente la prima bozza di decreto governativo e, in seguito, stabilendo con maggior precisione le indicazioni da seguire in caso di stesura di un nuovo regolamento. Infine, le tabelle di Milano considerano anche il danno biologico e morale, in ottemperanza a quanto stabilito dalla sentenza n.4712 del febbraio 2008, mentre la tabella unica ministeriale include solo quello biologico.
Alla voce dell’Associazione familiari vittime della strada si è unita quella del Cupsit, organismo che raggruppa i patrocinatori stragiudiziali, l’Associazione nazionale forense e l’Organismo unitario dell’avvocatura.
Una richiesta collegiale di respingere il decreto proposto dal Governo Monti, che cala la scure sui risarcimenti dei danni alla persone e riduce del 50% e oltre quelli spettanti ai terzi che abbiano subito lesioni gravi a seguito di un incidente. Una proposta “vergognosa”, come l’ha definita l’Organismo unitario dell’avvocatura, “che umilia la dignità delle vittime e di tutti gli italiani che dovessero subire un grave danno alla propria salute”.
Dal canto suo, il Cupsit non ci ha pensato due volte a rincarare la dose: “Non è solo un decreto ammazza risarcimenti – ha spiegato il presidente Stefano Mannacio – ma è un provvedimento per salvare i profitti di qualche assicurazione. Da dieci anni a questa parte i sinistri sono calati del 40%, il bilancio tecnico dell’RC Auto dell’Ania è perfetto”.