Gli enti intermedi come le Province sono destinati a scomparire ma attualmente continuano a “battere cassa”: sembrerebbe infatti che entro fine anno a questi enti verrà trasferita, sotto forme di imposte versate attraverso il pagamento dell’Rc auto, la cifra esorbitante di quasi 2,3 miliardi di euro (dati Ania – Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici).
Si stima che dell’ammontare della polizza, la quota versata allo Stato sotto forma di tributi può raggiungere 26,5 euro sui 100 pagati alla compagnia assicuratrice. Di questi il 10,5% va al Servizio sanitario nazionale e ben il 16% alle Province.
Il 60% delle tasse quindi arriva a rimpolpare le casse delle Province e tutte le amministrazioni concorrono alla raccolta di tale cifra in modo proporzionale a quello che è il numero delle polizze e sulla base delle aliquote applicate. L’imposta base ammonta al 12,5% e, come avviene per gli altri tributi che hanno competenza locale, le amministrazioni hanno discrezionalità riguardo l’aumento o la diminuzione, fino ad un massimo del 3,5%. Un dato sorprendente è che dal 2011 oltre l’80% delle PA abbia incrementato l’aliquota portandola al massimo consentito. Un caso eclatante è rappresentato dalla provincia di Nuoro dove, sebbene il Parlamento avesse già avviato la procedura di interruzione di questi organismi intermedi, ha alzato l’aliquota a Luglio.
Per quanto concerne invece il servizio sanitario nazionale, a partire dall’anno di imposta 2014, il 10,5% non sarà più deducibile fiscalmente come lo era in passato; la legge 92/2012 dava infatti la possibilità di dedurre le somme della dichiarazione della parte che eccedeva i 40 euro.