Rc Auto in Italia
Due tra le cose che gli italiani odiano maggiormente sono pagare il dentista e l’assicurazione: nel primo caso si danno soldi ad un professionista che nel migliore dei casi ci trapana in bocca. Nel secondo caso diamo i nostri soldi ad una compagnia che, se va bene, pagheremo per sempre senza avere nulla in cambio. Se non una tutela, ovvio.
Ma siccome sono due cose indispensabili cerchiamo almeno di capire le dinamiche intrinseche dei contratti: non dei dentisti, quelli su 6sicuro li lasciamo stare!
Sapete che cos’è un cartello? No, non sto parlando di quello di divieto di accesso ma di quello in ottica di economia di mercato: un cartello è un accordo tra più produttori indipendenti di un bene o un servizio (non necessariamente legali, esistono anche cartelli della droga) per porre delle misure che tendono a limitare la concorrenza, impegnandosi a fissarne alcuni parametri quali le condizioni di vendita, il livello dei prezzi, l’entità della produzione, le zone di distribuzione, ecc. al fine di trarre benefici in comune. (Wikipedia) Si tratta, di fatto, dell’annichilimento della concorrenza.
Pensiamo, per figurarci la cosa, a 5 aziende, enormi aziende, che hanno in mano da sole tutto il mercato di riferimento di qualcosa, di qualunque cosa come attrezzi medicali, computer, assicurazioni, telefonia. Qualunque cosa va bene, per la nostra congettura.
Ora ammettiamo – sempre per ipotesi – che gli amministratori delegati si trovino tutti insieme, un bel sabato sera a cena e guardandosi negli occhi si dicano: “Signori, la situazione è semplice. Se abbassiamo i prezzi non ci stiamo dentro con le spese e con le strutture ed inoltre favoriremmo l’ingresso nel mercato di nuovi competitor, non strutturati quanto noi quindi più agili. Il fine ultimo, per noi, deve quindi essere NON abbassare i prezzi o, al limite, abbassarli in modo controllato, non concorrenziale e concordato”. Ecco, questo è un cartello.
Bene, nel dicembre del 2012 è stato discusso il Contratto base RC Auto ovvero una polizza assicurativa caratterizzata da requisiti minimi che tutte le compagnie di assicurazione dovranno necessariamente inserire all’interno della propria gamma prodotti. In pratica, un punto di partenza, una assicurazione di base sulla quale costruire le assicurazioni su misura per ognuno di noi.
Come dice Piero Babudro in questo articolo.
“Il contratto base RC Auto dovrà essere reso disponibile sul sito web delle compagnie e presso tutti i punti vendita. Servirà da modello, prevedendo standard uguali per tutte le imprese. Quindi un massimale minimo di 5 milioni di euro per i danni alla persona e un milione per i danni alle cose. A essere uniformate saranno anche le caratteristiche dell’assicurato tipo preso in esame, senza prendere in esame l’età o gli anni di guida alle spalle. La copertura prevista sarà di tipo bonus-malus: durata della polizza, un anno, senza clausola di tacito rinnovo”.
La domanda finale sorge spontanea…
Un sistema di questo tipo ci farà risparmiare?
In realtà la domanda è mal posta: il contratto base Rc auto favorirà la concorrenza e quindi l’abbassamento dei prezzi?
I lati della storia, come spesso accade, sono due:
- Lato 1
C’è chi dice che questo modello assicurativo porterà di fatto alla generazione di un cartello assicurativo, un moto economico in cui le assicurazioni invece di farsi la guerra sui prezzi li appiattiranno per poter mantenere le proprie fette di mercato. Come a dire, se tutti vendiamo lo stesso prodotto tutti lo possiamo vendere allo stesso prezzo, aggiungendo o togliendo piccolezze contrattuali per invogliare un target piuttosto che un altro. E questo è male.
- Lato 2
L’altro lato della storia è del tutto opposto, ovvero partendo da un “punto zero” che serve banalmente a tutelare tutti nello stesso modo, daremo la possibilità alle compagnie di differenziarsi tra quelle virtuose e meno virtuose, facendo si che alcune siano in grado di fare – a parità di contratto – prezzi migliori. In pratica, l’assicurazione che riesce a contenere i propri costi, riesce a fare prezzi più bassi di un contratto base, e questa si chiama competitività. E questo è bene.
Ci sono anche altri punti in discussione, come ad esempio l’obbligatorietà della scatola nera in auto. Lo Stato dice alle assicurazioni che ci dovrebbe essere l’obbligo della scatola nera, per poter contenere i costi delle cause civili verso le assicurazioni stesse, per esempio. Le assicurazioni, dall’altra parte e anche loro giustamente, dicono che ok sarebbe una bella cosa la scatola nera, ma se dovesse essere resa obbligatoria dallo Stato, dovrebbe essere lo Stato a pagarla.
Stallo alla messicana.
Conclusioni
Come accade molto spesso, non esiste una soluzione giusta ed una sbagliata, ma esiste un modus operandi corretto… ed uno che non lo è. Se siamo in grado di informarci e di capire bene quali sono le dinamiche assicurative, quali servizi ci offrono e, soprattutto e consapevolmente, di quali servizi abbiamo bisogno, le assicurazioni saranno costrette a modificare i loro prezzi in base alle nostre necessità.
All’effettiva disponibilità della polizza base, manca ancora un ultimissimo passaggio ovvero quello della messa a punto del decreto attuativo da parte del ministero dello Sviluppo economico, quindi al momento il problema non si pone. Ma si porrà certamente a breve e l’unico modo che avremo per tutelarci dall’eventuale “cartellizzazione” sarà confrontare le varie compagnie in servizi come questo, come 6sicuro, per vedere quali sono più virtuose e per vedere, in definitiva, quelle che potrebbero fare l’assicurazione su misura per noi, e a quali prezzi.
Ricordiamoci sempre una cosa: il vero potere, il grande potere, è nella consapevolezza delle scelte e nelle nostre mani. O meglio, nei nostri portafogli.