Questo è un dato di fatto. Il perché è forse più semplice del previsto: molti automobilisti non la pagano e/o mettono in scena sinistri stradali fasulli. Lungo tutto lo stivale si registrano 3,5 milioni di sinistri stradali all’anno, che richedono un esborso di 15 miliardi di euro alle compagnie assicurative e che vengono recuperati aumentando i costi delle polizze assicurative. A pagare sono sempre e solo i regolari.
Il costo delle polizze assicurative, particolarmente in alcune regioni d’Italia, è fortemente influenzato dall'esborso effettuato dalle compagnie e pesa su tutti i consumatori e le imprese. I 4 milioni di veicoli che circolino senza regolare polizza auto o con un’assicurazione fasulla sono un problema per tutto il settore, dalle compagnie assicurative agli automobilisti. Una “filiera” costretta a ripagare le truffe causate da questi individui.
Pietro Russo, il presidente di Confcommercio, ha avanzato una probabile soluzione al problema. Realizzare un’anagrafe elettronica che contenga i dati di tutti i soggetti coinvolti nei sinistri fasulli, una diga che possa limitare questi raggiri, in modo da evitare tutelare i cittadini onesti e far gravare le “spese” su chi non lo è stato. Un database di nominativi, che affiancato a quello previsto per l’Rc Auto digitale, dovrebbe limitare al minimo il rischio di truffe e allo stesso tempo abbassare il coste delle polizze.
Un sistema adatto a risollevare l’economia del nostro Paese dove, secondo dati della Federazione Autotrasporti italiani, un’impresa del Sud spende in polizze assicurative fino al 50% in più risetto a un competitor settentrionale. Un gap che limita la concorrenza e la crescita economica. I tassisti sono un’altra categoria colpita dal caro-Rc Auto, in alcuni casi le polizze dei taxi italiani sono dell’80% più costose di quelle europee. Un costo che va a pagare il consumatore finale e che limita il servizio offerto. Il settore che soffre di più è sicuramente quello dei trasporti pubblici, basti pensare che la polizza di un bus dell’ANM (Azienda Napoletana Mobilità) costa all’incirca 22 mila euro all’anno, gravando sulle spalle dei pendolari.
Alcuni settori richiedono l’attuazione di tariffe uniche nazionali, di sicuro è necessario aprire un tavolo con il Ministero dello Sviluppo Economico.
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