Scatola nera: un record tutto italiano
L’Italia è il paese al mondo dove è stato installato il maggior numero di scatole nere: sono oltre tre milioni (49% al Sud e nelle isole dove gli incidenti sono più frequenti, 20% al Centro, 31% al Nord), più che in USA e in Gran Bretagna. È quanto è stato reso noto dall’ANIA (Associazione Nazionale delle Imprese Assicuratrici) sul dossier “Scatole nere, Italia leader nel mondo“.
A fine 2012 risultavano 1,2 milioni di scatole nere utilizzate dagli assicurati e, a fine 2013, il loro numero era già salito a 2 milioni di esemplari. Con il nuovo salto in avanti l’Italia conferma il suo ruolo di leader mondiale in questa tecnologia.
Italia leader per la scatola nera, perché?
Principalmente perché la scatola nera rappresentano un modo concreto per mitigare l’incremento del prezzo dell’assicurazione auto di cui deteniamo il triste primato (paghiamo l’assicurazione auto più “salata” d’Europa). La media dei risparmi della copertura auto di chi si è fatto installare una scatola nera sul proprio veicolo è circa del 7-10%. Installando tale dispositivo è possibile ricostruire con precisione la corretta dinamica dell’incidente (accertamento del crash). Ma non solo.
Proprio di queste settimane è la questione che si sta dibattendo in Parlamento riguardo la possibilità di rendere obbligatoria l’installazione della scatola nera su tutti i veicoli, ora facoltativa. Le ragioni che muovono il fronte di chi vorrebbe renderla obbligatoria sono da ricercarsi anche nella volontà di tutelare le compagnie assicurative e di ridurre in maniera sostanziale e concreta le truffe ai loro danni, che spesso si verificano attraverso la simulazione di incidenti al fine di incassare risarcimenti assicurativi.
Il ruolo delle compagnie assicurative
Grazie alla scatola nera è possibile monitorare lo stile di vita degli automobilisti e adottare quindi un sistema di tariffazione in linea con il proprio profilo (pay as you drive). È giusto premiare gli automobilisti più virtuosi? A quanto pare sì.
Attualmente le singole compagnie di assicurazioni offrono diverse tipologie contrattuali rispondenti alle esigenze dei propri assicurati che comprendono, ad esempio, una serie di servizi accessori quali assistenza agli automobilisti (95% dei casi), in caso di furto delle autovetture (60%), il servizio di Ecall (Emergency Call: in caso l’automobilista fosse impossibilitato una richiesta di assistenza automatica, richiesto però solo dal 10-15%), una personalizzazione tariffaria in base al tempo o numero dei chilometri effettuati, allo stile di guida (70%), ulteriori servizi aggiuntivi quali l’assicurazioni per viaggi e sport, il parking, il controllo sui limiti di velocità, ecc. (20%).
Ma l’automobilista medio è informato su tutte queste opzioni contrattuali? Riesce veramente a scegliere quella più idonea alle sue esigenze?
Sicuramente è uno strumento che permette di contrastare le frodi assicurative che negli ultimi anni aveva raggiunto valori davvero significativi. Una questione aperta però riguarda certamente la Privacy e il trattamento dei dati. Quali tutele esistono? Ma soprattutto i dati sensibili in possesso come vengono trattati?