A tutti i virtuosi del volante in ascolto: la tariffa unica sulla RC Auto è legge. Contenuta nell’articolo 32 del decreto liberalizzazioni, convertito lo scorso 25 marzo, prevede “identiche offerte a parità di condizioni soggettive e oggettive” per tutti gli assicurati che si trovano nella classe più alta bonus-malus.
Che cosa vuol dire in pratica? Stesso prezzo in tutto il paese? Il testo non ha subito modifiche in Parlamento, vista la richiesta di fiducia operata dal Governo: pertanto, a sentire le diverse compagnie assicurative, si ha modo di captare qualche malumore e la velata accusa di aver partorito un testo non privo di qualche ambiguità.
L’obiettivo della legge, quello sì, resta definito: evitare quegli aumenti fuori controllo che talvolta si abbattono su chi non provoca o si fa coinvolgere in incidenti stradali. Un modo, questo, per iniziare a livellare il mercato dell’offerta partendo dai più meritevoli.
Vero è che liberalizzazioni e tariffa unica sono concetti antitetici, difficili da far convivere all’interno della stessa frase: probabile, quindi, che si sia scelto il proverbiale “male minore”, preferendo un (tutto sommato innocuo) controsenso in termini a un prelievo dal portafoglio degli assicurati. Più serio, invece, il dubbio sull’applicabilità della norma: il concetto di “identiche offerte”, sostengono le compagnie assicurative, non può coesistere con i diversi rischi che le stesse affrontano nelle regioni d’Italia. Roma non è la Valle d’Aosta, insomma, né come numero né come frequenza degli incidenti stradali.
E se questo esempio non basta, la tariffa unica sembrerebbe pure in contrasto con le normative dell’Unione europea, che di diktat statali sui prezzi di beni e servizi non vuole sentir parlare.
Altro passaggio poco chiaro, l’obbligo per le compagnie di informare in anticipo il cliente circa l’ipotetica riduzione del premio cui, in assenza di sinistri, avrebbe diritto per l’anno successivo. Bene: a quale tariffa base bisogna far riferimento? A quella dell’anno in corso o a quella dell’anno successivo? Alcune compagnie assicurative sostengono questa seconda ipotesi.