Truffe alle assicurazioni
Le truffe alle compagnie assicurative continuano ad essere molto frequenti nel nostro Paese e – oltre che ben lontane da una auspicabile scomparsa – si rivelano addirittura più fantasiose e originali di una volta, ai limiti del risibile.
L’ANIA dichiara che il 70% delle frodi in materia assicurativa avviene nella regione Campania, ma essendo il foro competente spesso quello di Milano, è la metropoli lombarda che si trova a dover gestire la maggior parte di queste pratiche. Un altro problema è che sempre nella stessa regione vi sono avvocati che hanno come “specialità” la gestione della difesa dei truffatori con conseguenti guadagni.
Ecco le più utilizzate in barba a controlli e possibili sanzioni.
1. Acquisto all’estero
Vi sono automobilisti che preferiscono sfruttare le lacune presenti nei vigenti regolamenti della Comunità Europea, ovvero quelle che stabiliscono la libera circolazione di beni e persone nell’ambito del territorio del Vecchio Continente.
L’interessato non deve fare altro che acquistare un veicolo all’estero, dove il costo delle polizze è di gran lunga inferiore rispetto all’Italia, soprattutto in Romania e in Bulgaria, e perfezionare l’imbroglio accordandosi con un proprietario fittizio e compiacente ivi residente, che la maggior parte delle volte risulta essere solo un prestanome del tutto sconosciuto e non rintracciabile. Tutto questo si verifica nonostante l’art. 132 del Codice della Strada sancisca che dopo un anno di permanenza sul territorio italiano, la macchina debba essere reimmatricolata da noi; in realtà però, il truffatore si fa forte del fatto che in pratica risulta molto difficile accertare da quanto tempo effettivo l’auto circoli sulle nostre strade.
Inoltre, anche nel caso si riuscisse ad accertare una permanenza del mezzo superiore ai 12 mesi stabiliti, la multa da pagare ammonterebbe da un minimo di 80 euro ad un massimo di 385 euro, una cifra comunque più conveniente rispetto a quanto si pagherebbe con l’acquisto e l’immatricolazione nel nostro Paese. Tuttavia in tal caso il rischio vero è un altro e non di poco conto: la macchina non è assicurata, pertanto in caso di sinistro non si ha diritto a nessun risarcimento.
2. Attestato di rischio falsificato
Tutti gli attestati sono memorizzati nel database ANIA, ma il database non è sempre perfettamente aggiornato e soprattutto non sempre viene controllato da chi emette le polizze. Infatti la prassi prevede che venga consegnato l’attestato in originale proprio per questo: se il cliente lo fornisce, significa che la compagnia precedente glielo ha rilasciato (e se c’è scritto CU 1 sarà sicuramente così).
3. Residenza da mio cugino
Vivo nella città X, un mio cugino di quinto grado vive nella città Y, possibili varianti:
- vado a stare da lui per un mese, mi prendo la residenza nella città Y, mi intesto l’auto e poi torno nella città natia X
- intesto l’auto a mio cugino, ed intesto l’assicurazione a me, guidando l’auto nella città X pagando la tariffa della città Y
Oppure per l’acquisto di un’auto usata: mi procuro un passaggio di proprietà falso in cui c’è scritto che abito nella città Y, faccio l’assicurazione prima che il database Ania sia aggiornato e l’agenzia si deve quindi fidare di quello che c’è scritto nel passaggio di proprietà.
4. Il furto fasullo
È un classico che prevede la denuncia di un furto mai avvenuto, cioè di un un veicolo che è stato già radiato o venduto in Paesi esteri.
5. I dati falsi
Deriva da una compilazione errata della modulistica e si rischia anche la denuncia per falsa autocertificazione.
6. Il risarcimento ingiustificato
È la truffa con la metodologia più semplice. Accentuare un malanno o un dolore in seguito ad un incidente chiedendo quindi un risarcimento maggiore per i giorni di “malattia”. Classico è il colpo di frusta o dolori di schiena, magari successivi ad un tamponamento.
7. Lo specchietto rotto
La più classica delle truffe è quella che molti chiamano “dello specchietto”. Un signore transita con la propria auto su una strada e improvvisamente avverte un colpo. Un’auto parte all’inseguimento e invita l’ignaro signore a fermarsi, indicando un danno allo specchietto (che effettivamente c’è). Se il signore si ferma, gli viene spiegato che passando in velocità ha urtato lo specchietto dell’auto, avendolo rotto.
Per non incrementare i costi assicurativi viene sconsigliata la costatazione amichevole e viene richiesta una certa somma per sistemare la cosa (100 o 150 o 200 euro). La vittima, proprio dietro il timore dell’aumento del premio assicurativo, spesso accetta e lascia i soldi alla controparte. Fin qui non ci sarebbe nulla di strano, non fosse altro che il colpo avvertito non era altro che un qualcosa lanciato contro l’auto passante (solitamente una pigna o una pallina da tennis) e lo specchietto effettivamente rotto… Era già rotto in precedenza.
Questi furfanti puntano sull’approccio intimidatorio, colpendo in special modo persone anziane, signore o gente titubante e timorosa. Qualcuno capisce il sistema e chiama i vigili (o finge di farlo), ma i farabutti sono già spariti nel nulla. Altri (purtroppo tanti) ci cascano e danno i soldi richiesti. Una truffa in piena regola insomma.
8. La ruota bucata
Altra truffa assicurativa è quello della ruota bucata: un veicolo insegue un altro e poi gli si affianca, indicando la ruota. Il conducente è invitato a fermarsi per verificare il problema. Sull’auto che inseguiva, anche’essa ferma, vi sono almeno 2 persone. Intanto che uno distrae il guidatore dell’auto con la presunta ruota bucata, magari aiutandolo nella verifica della pressione, il complice sale dall’altra parte dell’auto e aprendo la portiera può indisturbato portare via denaro dal portafogli lasciato magari in auto.
Questa truffa viene eseguita solitamente in autostrada (i rumori di camion e di auto deconcentrano l’ascolto e quindi è più facile mascherare l’apertura e la chiusura della portiera) e a persone che ovviamente viaggiano da sole.
Ve ne son anche altre: quindi attenzione perchè questi due metodi sono due classici. Nel secondo caso difficile che si possa chiedere risarcimento assicurativo dato che non c’è scasso o rottura, mentre nel primo, se si ascolta il malfattore, l’assicurazione non entra in gioco proprio. Invece proprio nel primo caso la cosa più logica da fare è insistere per chiamare vigili o polizia. Così facendo solitamente i truffatori svaniscono.
9. Intestazione falsa
Le indagini, effettuate dalla Guardia di Finanza di Legnano (MI) hanno accertato che un trentaseienne residente nel napoletano ha stipulato contratti di assicurazione RCA con alcune compagnie assicurative le cui filiali si trovano in provincia di Milano, ottenendo oltre 1.200 polizze assicurative. Di queste, alcune sono state intestate a cittadini campani ma residenti nel milanese (i quali però non utilizzavano la polizza, che veniva infatti “abbinata” a vetture circolanti in Campania), mentre altre erano intestate a persone fittizie. Il risparmio illecitamente ottenuto e dunque sottratto alle compagnie assicurative, ammonta ad oltre 250.000 euro.
Coloro i quali hanno messo in pratica questa truffa assicurativa sono stati denunciati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e sostituzione di persona, mentre gli automobilisti che hanno beneficiato del risparmio (consapevoli della truffa e tra essi anche alcuni parenti del trentaseienne) sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per il concorso nella truffa.
Un importante ruolo nel corso delle indagini lo hanno avuto anche agli accertamenti bancari: grazie all’analisi dei flussi e delle transazioni, si è potuto ricostruire la composizione della formazione organizzativa del meccanismo, individuando, tra gli altri, anche la moglie e la cognata del trentaseienne napoletano, oltre ad un altra persona che si è volutamente trasferita nel milanese (da Napoli) per dare “maggior senso” all’intero sistema.
L’IVASS a caccia delle truffe assicurative: il caso
Le truffe nel campo assicurativo sono ancora all’ordine del giorno, ma sembra che il vento stia cambiando grazie ai controlli intensificati.
È il caso di un automobilista di Battipaglia che ha deciso di stipulare un’assicurazione per la propria auto mediante una compagnia straniera, la BTA Insurance Company Se Niederlassung Duetschland. Vista l’incredibile convenienza non si è lasciato sfuggire l’occasione di risparmiare.
In seguito ad un controllo proprio dell’IVASS, si è scoperto che tale compagnia germanica non è autorizzata ad operare in Italia e, per tale motivo, la polizza sarebbe nulla. Interpellata la compagnia stessa, questa ha risposto che non risulta alcuna polizza intestata all’automobilista in questione, il quale ha inventato un contratto mai emesso.
È bene quindi diffidare quando compaiono importi assicurativi nettamente più bassi rispetto ad altri, piuttosto perdi del tempo e verifica sul sito dell’IVASS la affidabilità della compagnia, al fine di evitare di esser coinvolti in questioni prive di disciplina e di difficile interpretazione.
Truffe assicurazioni auto: malcostume italiano
Le truffe assicurative, che non si limitano purtroppo alla falsificazione di tagliandi e contratti, sono uno dei reati più diffusi in Italia, una vera e propria forma di malcostume diffusa in gran parte del territorio nazionale. Dietro sconcertanti frodi in cui si arriva addirittura ad inscenare finti incidenti stradali con tanto di danni e testimoni, si celano pericolose organizzazioni criminali colluse con professionisti dall’aria e dal curriculum insospettabili, ma in realtà compiacenti e correi.
È bene sottolineare infatti che le truffe assicurative, che hanno tra le loro più immediate conseguenze un vertiginoso aumento delle tariffe, vanno a discapito di tutti gli automobilisti e rappresentano non solo un reato contro enti privati ma contro l’intera collettività.