A ribadirlo è stata la Corte di Cassazione, con la recentissima sentenza n. 7198/2016, con la quale ha dato ragione ad un signore che ricorreva contro la Prefettura di Reggio Emilia. E, per una volta, il fatto di aver incassato ben cinque multe in meno di un’ora è stata una fortuna per il protagonista della vicenda.
Tutor e multe plurime
Questa la vicenda risalente a maggio 2016: il proprietario dell’auto multata, al momento della rilevazioni, si stava dirigendo verso un ospedale di Bologna, secondo le indicazioni del proprio medico, che gli aveva consigliato di recarsi nel capoluogo emiliano per farsi curare una caviglia infortunata.
Non è dato sapere quali terribili conseguenze immaginasse il dottore per il proprio paziente, fatto sta che quest’ultimo metteva alla guida un proprio amico e si faceva trasportare a tutta velocità nel posto indicato.
Così facendo, però, incappava in ben cinque postazioni differenti di Tutor, con conseguenti multe per violazione dell’art. 142, comma 9, in merito ai limiti di velocità esistenti. Le impugnava, ottenendo per quattro di queste di veder riconosciute le proprie ragioni, proprio perché gli veniva riconosciuto lo stato di necessità.
Soltanto il ricorso contro la Prefettura di Reggio Emilia non aveva buon esito. Ma l’infortunato automobilista non si perdeva d’animo e impugnava nuovamente la decisione, fino ad arrivare davanti alla Suprema Corte di Cassazione dove, finalmente, gli veniva annullata anche l’ultima multa.
La multa e lo stato di necessità
Ciò che ha salvato il protagonista della storia è stato il riconoscimento dello stato di necessità, una condizione prevista dal codice penale, che la così la definisce:
“Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”.
Perché sussista questo particolare stato occorre, quindi, trovarsi in una situazione reale ed immediata di pericolo, con il rischio concreto di subire un danno grave. Si tratta di una situazione particolare e seria, alla cui creazione non deve aver contribuito colui che si vuole avvalere di questa specifica previsione.
Nel caso raccontato la Corte di Cassazione ha fatto un passo avanti, ritenendo che la multa sia annullabile anche quando lo stato di necessità sia soltanto putativo.
Cosa significa concretamente? Significa che il protagonista della vicenda, a conti fatti, non si trovava davvero in pericolo di riportare dei danni gravi alla caviglia, che risultava poi soltanto distorta, e non si trovava dunque in un caso di stato di necessità.
Tuttavia, nel momento in cui commetteva tutte quelle infrazioni, era convinto, per un errore scusabile, di correre un serio rischio per la propria salute e di essere giustificato nel non rispettare i limiti di velocità.
La Corte di Cassazione ha anche dato importanza positiva al fatto che la multa non fosse una sola: le altre quattro erano state emesse per violazioni rilevate nei tratti precedenti e tutte erano state annullate per lo stato di necessità putativo.
La Corte ha quindi ritenuto che quei precedenti giudizi, tutti riferiti nel complesso alla stessa tratta di percorrenza e allo stesso comportamento dell’automobilista, fossero influenti sulla causa in esame, incidendo sulla decisione finale in senso positivo.
Quando posso invocare lo stato di necessità?
Ci si può giustamente chiedere quanto spesso capiti di avere casi di stato di necessità effettivamente riconosciuti dai giudici e applicati per l’eliminazione di una multa. Sicuramente non è un’evenienza che si verifica tutti i giorni e, con altrettanta certezza, posso dire che non può essere usato per giustificare violazioni dei limiti di velocità commesse in virtù del ritardo cronico con cui si arriva sul posto di lavoro o della fretta di raggiungere casa.
Tuttavia casi di questo tipo capitano, l’importante è saperli riconoscere, magari con l’aiuto di un buon consulente legale. Un altro esempio, che ho avuto modo di seguire personalmente, è quello di un soggetto che, coinvolto in un incidente con il proprio scooter, veniva portato d’urgenza all’ospedale, mentre il suo mezzo veniva lasciato parcheggiato a bordo strada, dove rimaneva fino a che il proprietario non guariva e veniva dimesso.
Al ritiro del mezzo, il poveretto scopriva di avere subito multa e rimozione per divieto di sosta nei giorni di lavaggio della strada. Ebbene, anche in questo caso lo stato di necessità è stato correttamente riconosciuto dal Giudice di Pace, con pieno accoglimento delle valide ragioni del proprietario del mezzo.
Stato di necessità e infrazioni del codice della strada
Lo stato di necessità può essere invocato in tutte le situazioni in cui venga contestata una violazione del codice della strada, purché vi siano quei presupposti di urgenza, gravità e indifferibilità che abbiamo visto sopra. Dunque uno stato di necessità non salva soltanto in caso di rilevamento della velocità o divieto di sosta, ma anche, ad esempio, nella sciagurata ipotesi di parcheggio in seconda fila.
L’esistenza di uno stato di necessità rende impugnabile e annullabile la multa e ogni altra sanzione accessoria in tutti quei casi in cui vi fosse un reale bisogno, come nelle ipotesi di malore o infortunio di una persona che deve essere portata rapidamente al pronto soccorso, oppure nel caso di acquisto in farmacia di un farmaco salvavita.
Salve,
ho ricevuto un verbale per eccesso di velocità superando il limite di 30km orari. Ero di corsa per raggiungere mio figlio di 11 anni in ospedale ricoverato e poi operato d'urgenza per appendicite. Io ero a Roma e lo hanno operato a Pisa. Esistono gli estremi per il ricorso?
Grazie
Un plauso sincero al sig. Mario Vernacchia. Peccato non poter m,ettere direttamente un "mi piace" al suo commento perchè non uso Facebook nè altri social. Sarebbe bello che tecnicamente su queste pagine si potesse attuare tale interazione
Allora ho una questione che mi rode da tempo, mi si è rotta la macchina mentre dovevo andare al compleanno della mia ragazza, non avendo altra scelta ho dovuto prendere in treno con prenotazione obbligatoria del posto senza riuscire a fare il biglietto, in preda al panico più totale ho avvisato subito il personale di bordo che però mi ha imposto un supplemento di 50 euro euro per evitare una multa da 100 in virtu della normativa, ho dovuto pagare i 50.
Vorrei chiedere il rimborso di questa cifra in virtù dell’articolo 2045 codice civile sullo stato di necessità, so per certo che è stato riconosciuto lo stato di necessità a studenti che posteggiavano la macchina in doppia fila per la necessità di dover dare un esame universitario, la legge dice che ci vuole una “proporzione” fra il pericolo che si correva e la gravita e la pericolosità dell’infrazione che si ha commesso, la mia non aveva nessuna pericolosità invece il posteggio in doppia fila si, anche il discorso dell’esame non lo vedo cosi importante in quanto si potrebbe benissimo spostare di un giorno come si fa quando per esempio uno studente ha un malore, penso che al livello legale fra il compleanno della fidanzata e quello di un parente o un natale insieme (per il quale sarebbe ammesso lo stato di necessità per questa violazione) non ci sia differenza almeno dal punto di vista morale affettivo, posso fare reclamo? qualcuno può aiutarmi? grazie
Caro Francesco,
se non l'hai fatta, avresti dovuto fare giurisprudenza, tanto sai trovare argomentazioni :-) Scherzi a parte, temo che non sia considerato stato di necessità il fatto di partecipare ad un'occasione familiare. Inoltre lo stato di necessità è di solito un esimente, per non scontare situazioni negative, non per ottenere rimborso. Puoi comunque provare ad avanzare la richiesta direttamente a Trenitalia e valutare con loro le tue ragioni. Buona serata.
Secondo te,essendo io una psicologa,potrei far presente che correvo a causa di un paziente che mi chiamava per forte attacco di panico? Naturalmente in questo caso non potrei fare il nome.
Ciao Ilaria,
bisognerebbe valutare la situazione e lo stato effettivo del paziente, ma potrebbe essere una motivazione. Tuttavia il fatto andrebbe in qualche modo provato e ben argomentato, pur nel rispetto del segreto professionale.
Circa cinque anni fa mi è stata iscritta una multa di circa € 180, oltre tre punti in meno sulla patente, per essere transitato nella SS131 zona Monserrato, ad una velocità di circa 115 Km/h. Mi stavo recando con una certa urgenza da Sassari a Cagliari, poiché mio figlio (al tempo minorenne) veniva dimesso dall'ospedale un giorno prima del giorno stabilito, dal reparto di neuropsichiatria infantile a causa di una malattia rara che ancora oggi gli causa stati di miastenia. La preoccupazione era quella di tenerli il meno possibile senza un punto di appoggio considerando lo stato di debolezza del ragazzo. Nonostante una giustificazione scritta nell'apposito spazio per le osservazioni, non mi è stata data risposta, ho pagato la multa e persi tre punti. Posso ancora fare qualcosa?
Ciao Ettore,
purtroppo no, una volta pagata la multa non è possibile rimetterla in discussione.