Le
cinture di sicurezza sono dispositivi obbligatori per tutti gli autoveicoli, il cui scopo è ridurre le conseguenze di un impatto per gli occupanti in seguito a un incidente stradale. Questi accessori essenziali per la protezione a bordo offrono una
sicurezza passiva, in quanto intervengono dopo un urto per limitarne gli effetti, mentre quelli attivi svolgono una funzione di prevenzione.
Il corretto utilizzo delle cinture di sicurezza non solo assicura maggiori tutele per il guidatore e i passeggeri in caso di incidente, ma protegge anche contro le
multe e sanzioni previste dal Codice della Strada. Inoltre, il mancato uso della cintura potrebbe comportare un
indennizzo in forma ridotta da parte dell’assicuratore, qualora dopo un
sinistro gli occupanti dovessero riportare lesioni fisiche risarcibili.
Funzionamento delle cinture di sicurezza e regole d’utilizzo
La cintura di sicurezza è un meccanismo che interviene in seguito all’urto del veicolo,
trattenendo il corpo per evitare o limitare le conseguenze dello scontro con le parti della vettura o la fuoriuscita all’esterno del mezzo. In Italia questi dispositivi sono
obbligatori dal 1988 sui sedili anteriori, mentre dal 2006 è necessario indossare le cinture anche sui sedili posteriori.
Tutti gli autoveicoli devono dunque essere equipaggiati con le cinture di sicurezza, utilizzando
accessori certificati CE e in linea con le normative di legge europee in termini di omologazione e funzionamento. Questi sistemi sono dotati anche di un
pretensionatore, un meccanismo che in caso di urto blocca la cintura per trattenere in modo ottimale il corpo evitando che venga sbalzato in avanti.
Oggi le cinture di sicurezza sono obbligatorie al pari di altre tecnologie di protezione passiva, come gli
airbag e la
scocca deformante degli autoveicoli per l’assorbimento degli urti frontali, laterali e posteriori. Secondo l’
ACI, le cinture e dell’airbag possono
diminuire fino al 50% la probabilità di decesso in seguito a un sinistro stradale, tutelando gli occupanti soprattutto negli incidenti alle basse e medie velocità.
Nella guida in città le cinture di sicurezza possono fornire una protezione elevata contro le lesioni, evitando in molti casi danni fisici gravi e permanenti dopo un incidente a una velocità fino a 50 Km/h. Infatti,
senza cinture il corpo sarebbe esposto a una
decelerazione fino a 100 G, capace di provocare lesioni molto serie al corpo anche in occasione di un leggero tamponamento.
Cinture di sicurezza: sanzioni e assicurazione
L’uso delle cinture di sicurezza è disciplinato dall’articolo 172 del Codice della Strada, il quale definisce l’
obbligo d’utilizzo sui sedili anteriori e posteriori negli autoveicoli per il trasporto di cose. Il mancato impiego di questi dispositivi comporta una
multa di importo da un minimo di
80 euro fino a un massimo di
323 euro, oltre alla sottrazione di
10 punti dalla patente di guida per il conducente della vettura.
I passeggeri maggiorenni sprovvisti di cintura sono passibili della multa, tuttavia non è prevista la decurtazione dei punti dalla patente. Al contrario, se i passeggeri sono
minorenni affidati al conducente quest’ultimo è soggetto alle sanzioni indicate, sia per quanto riguarda la multa sia per la sottrazione dei punti dall’abilitazione di guida.
Alcune categorie specifiche sono
esenti dall’utilizzo delle cinture di sicurezza, tra cui le
Forze dell’Ordine e chi è affetto da
patologie specifiche che, come comprovato dall’ASL, non possono usare questi meccanismi. Inoltre, possono non usare le cinture gli
istruttori di guida durante lo svolgimento dell’attività professionale, oppure il personale delle imprese di
vigilanza privata.
In caso di indicente stradale la
compagnia assicurativa potrebbe ridurre l’importo dell’indennizzo, qualora dovesse essere provato il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, purché dimostri come il loro impiego avrebbe diminuito i danni fisici. In queste circostanze
il risarcimento potrebbe essere ridotto del 30 o 50%, a seconda delle situazioni, del tipo di copertura e della posizione presa dall’
assicuratore.