Il
coefficiente di conversione è un parametro utilizzato in alcune polizze del ramo vita, in particolare nelle assicurazioni che offrono l’
opzione di capitale in rendita vitalizia. Queste coperture consentono di esercitare il diritto alla
trasformazione del capitale assicurato in una rendita, corrisposta dalla compagnia assicurativa per tutta la vita dell’assicurato oppure per un certo numero di anni.
In questo caso l’assicurato può esercitare tale
opzione, qualora questa possibilità sia prevista dal contratto assicurativo e indicata attraverso una specifica clausola contrattuale. L’
assicuratore applica quindi un coefficiente di conversione, con il quale
stabilisce l’importo della rendita vitalizia in base all’aspettativa di vita, al sesso e all’età del pensionamento.
Che cos’è il coefficiente di conversione
Alcune polizze
caso vita offrono la possibilità di ricevere il
pagamento di una certa somma, nel caso in cui alla scadenza del contratto l’assicurato sia ancora in vita. Altre assicurazioni possono includere anche una
garanzia caso morte, con la quale in seguito all’eventuale decesso dell’assicurato la compagnia eroga il capitale ai
beneficiari della polizza vita caso morte.
Se l’assicurazione prevede anche l’
opzione di capitale in rendita vitalizia, in questa circostanza l’
assicurato o il beneficiario può esercitare tale diritto e richiedere la
trasformazione del capitale in una rendita. In questo modo non riceverà il pagamento di una somma in un’unica soluzione, ma una serie di versamenti in modo vitalizio fino al suo decesso.
In questo caso l’impresa assicurativa deve
calcolare il valore della rendita, operazione che viene realizzata applicando il coefficiente di conversione. Sono parametri che aiutano a stabilire l’importo della rendita, considerando vari aspetti come la
vita media della popolazione in Italia, l’
età alla quale è avvenuto il pensionamento, il
sesso dell’assicurato e l’eventuale
frazionamento della rendita.
Le compagnie utilizzano apposite
tabelle di conversione, informando il contraente prima della stipula del contratto mostrando questi dati all’interno del
prospetto informativo. Un
coefficiente di conversione più alto consente di usufruire di una
rendita più elevata, mentre al contrario l’impiego di un parametro più basso darà un importo della rendita ridotto, in quanto le previsioni indicano che sarà corrisposto per un maggior periodo di tempo.
Come funziona il coefficiente di conversione
Le tabelle dei coefficienti di conversione consentono alle compagnie di
calcolare la somma della rendita, qualora l’assicurato utilizzi il diritto di opzione per la conversione del capitale in una redita vitalizia. Queste informazioni si trovano all’interno degli allegati nel set informativo, dove l’assicuratore deve fornire un
resoconto completo con i coefficienti di conversione adoperati come riferimento.
Questo sistema di applica alle trasformazioni di capitale in rendita vitalizia con versamento di un
premio unico, oppure a quelle con inizio del pagamento in rendita vitalizia certa per un determinato numero di anni e successivamente in rendita vitalizia a premio unico. Viene impiegato anche per il calcolo della
rendita vitalizia immediata reversibile, oppure con
controassicurazione, tenendo conto anche dell’influenza del
tasso tecnico.
Per calcolare il valore della rendita annua vitalizia
si moltiplica il montante o premio assicurativo per il coefficiente di conversione, il quale è ottenuto a sua volta considerando l’età e il sesso dell’assicurato, la vita media, la rateizzazione della rendita e l’età di pensionamento. Ad esempio, con un montante di 30 mila euro e un coefficiente di 0,055999 si ottiene una rendita annua vitalizia di 1.679,97 euro.
Con una rateizzazione maggiore della rendita il coefficiente di conversione è più basso, mentre è più alto per le persone con un’età più elevata, oppure per gli uomini rispetto alle donne in quanto godono in genere di un’aspettativa di vita inferiore. L’analisi delle tabelle di conversione è importante per
capire quanto si potrà ottenere, qualora si decidesse di esercitare l’opzione di capitale in rendita vitalizia.