Il
costo di overperformance è una commissione applicata dal gestore di un fondo d’investimento in base alle prestazioni ottenute, tenendo conto delle performance realizzate dal
benchmark utilizzato come riferimento. È a tutti gli effetti una
spesa accessoria che può essere prevista dal contratto, relativa in ambito assicurativo ad alcune polizze del ramo vita di tipo rivalutabile.
In queste circostanze la commissione aggiuntiva viene pagata a favore della società di gestione del risparmio, qualora gli investimenti dovessero maturare un
risultato superiore a un determinato livello. Questi casi sono sempre specificati nel contratto e nel
prospetto informativo, il documento precontrattuale fornito dalla società al cliente prima della stipula della polizza.
Che cos’è il costo di overperformance
Alcune
assicurazioni sulla vita possono prevedere la
rivalutazione del capitale, con il premio assicurativo versato dal contraente che viene maggiorato rispetto alle
prestazioni degli investimenti realizzati dalla società di risparmio. In genere le compagnie offrono la protezione del capitale e un
rendimento minimo garantito, dopodiché il resto del rendimento è legato alle performance dei fondi.
Questi strumenti comportano alcuni costi per il contraente, tra cui le commissioni di sottoscrizione, i costi di gestione per le spese correnti e le
commissioni di overperformance. A livello europeo l’ESMA, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, prevede l’armonizzazione dei costi applicati dagli Organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR).
Allo stesso tempo esistono delle
differenze in base alle normative vigenti in ogni Paese UE, con l’Italia che applica delle regole piuttosto severe in merito alla trasparenza delle commissioni sui fondi comuni. Le commissioni di performance sono stata pensate per
incentivare i gestori dei fondi, con lo scopo di promuovere la ricerca di prestazioni migliori per ottenere un rendimento più elevato possibile.
In caso di performance superiore al parametro di riferimento, infatti, l’investitore ottiene un
rendimento extra mentre il gestore incassa una
commissione aggiuntiva come remunerazione dei risultati che è riuscito a raggiungere. Tuttavia questo meccanismo non viene mai applicato al contrario, quindi in caso i prestazioni al di sotto delle attese il gestore non viene penalizzato.
Come funzionano i costi di overperformance
Non tutti gli strumenti finanziari come fondi e gestioni patrimoniali applicano delle commissioni di performance, tuttavia laddove sono presenti è importante prestare particolare attenzione. In questi casi è fondamentale valutare le
modalità previste dal gestore per il riconoscimento delle commissioni di overperformance, per evitare di essere penalizzati e pagare costi eccessivi.
Innanzitutto, è necessario considerare il
parametro di riferimento utilizzato dal gestore, ovvero il benchmark, l’indice usato per comparare le prestazioni del fondo e
calcolare il rendimento. Inoltre, bisogna tenere conto dell’orizzonte temporale dell’investimento, in particolare in base al periodo impiegato dal gestore per l’analisi delle performance e il conteggio di eventuali commissioni complementari.
I
fondi italiani infatti possono prevedere appena
costi di overperformance calcolati annualmente, mentre i fondi domiciliati all’estero possono applicare delle commissioni di sovrarendimento misurate ogni trimestre o mensilmente. Quest’ultima modalità è meno conveniente per l’investitore, in quanto comporta in genere il pagamento di spese più elevate da corrispondere al gestore.
Il prelievo delle commissioni
mensile o trimestrale è
penalizzate per l’investitore, poiché la volatilità dei mercati finanziari può garantire al gestore maggiori chance di ottenere il pagamento di overperformance. Per questo motivo è importante controllare questa condizione, preferendo laddove possibile i fondi domiciliati in Italia con periodicità annuale dei costi di performance.