Il
lucro cessante corrisponde al
mancato guadagno del danneggiato, ovvero il ricavo che avrebbe ottenuto qualora non si fosse verificato il fatto illecito o l’inadempimento. Ciò avviene ad esempio quando in seguito al danneggiamento del veicolo non si possono realizzare dei profitti, quindi la perdita del mezzo di trasporto ha causato un
pregiudizio economico futuro.
Lo stesso avviene per i liberi professionisti in seguito a un infortunio, quando questa condizione
non consente di lavorare e provoca dei mancati introiti. Attraverso una copertura assicurativa è possibile proteggersi contro il lucro cessante, ottenendo un indennizzo come la
diaria da ricovero in caso di degenza in ospedale dopo una malattia o un infortunio.
Che cos’è il lucro cessante
Il lucro cessante può essere considerato a tutti gli effetti un
danno patrimoniale, tuttavia in queste circostanze la valutazione del danno e la sua quantificazione sono operazioni piuttosto complesse. Questa condizione, infatti, si riferisce al
potenziale guadagno che si sarebbe ottenuto, qualora il fatto illecito altrui o l’inadempimento non si fossero verificati.
Un esempio in ambito assicurativo è il
sinistro stradale, il quale può comportare un lucro cessante se l’incidente causa dei mancati guadagni per il danneggiato. Se il conducente rimasto vittima del sinistro non può recarsi all’appuntamento, perdendo un contratto importante con un cliente, si manifesta il lucro cessante relativo all’
incremento patrimoniale che avrebbe potuto acquisire se l’evento non si fosse verificato.
Per questo motivo viene anche identificato come
danno futuro, ad ogni modo non è facile provare che si sarebbe conseguita una certa ricchezza aggiuntiva. Tornando all’esempio precedente, non è semplice dimostrare che presentandosi in tempo all’appuntamento si sarebbe chiuso il contratto, in quanto potrebbero essere sorti altri problemi che non avrebbero portato comunque alla firma da parte del cliente.
Il mancato incremento patrimoniale deve essere
provato dal danneggiato in caso di responsabilità aquiliana, come avviene per un danno non patrimoniale come un danno biologico (danno alla salute come una lesione fisica). In caso di danni patrimoniali e responsabilità contrattuale vale l’opposto, quindi è il debitore che deve provare il pregiudizio di lucro spettante.
Differenza tra lucro spettante e danno emergente
Il danno emergente e il lucro spettante sono
due condizioni differenti tra loro, le quali non devono essere confuse per evitare errori in fase di valutazione delle diverse tipologie di danno. Ad esempio, in un sinistro stradale un veicolo potrebbe colpire un motociclista, causando danni alla moto, agli oggetti personali del conducente e delle lesioni personali.
I danni agli oggetti e alla moto sono considerati
danni emergenti, al pari delle spese mediche che il motociclista deve sostenere. Tutti questi danni infatti rappresentano una
perdita diretta per il danneggiato, poiché deve pagare la riparazione della moto e le spese mediche, oltre ad aver perso il valore patrimoniale degli oggetti danneggiati.
Al contrario, i
mancati guadagni che non potrà ottenere durante la degenza costituiscono il
lucro spettante. Ecco come un singolo sinistro può prevedere differenti tipologie di danno, da quantificare in modo diverso secondo quanto previsto dal Codice Civile. Per i danni emergenti il calcolo è piuttosto semplice, mentre il lucro spettante essendo un danno futuro comporta una serie di problematiche.
Il danno futuro, infatti,
avverrà con una certezza ragionevole ma non è interamente garantito, inoltre non bisogna contare eventuali guadagni appena ipotetici. La perdita di capacità lavorativa deve anche essere provata, in più bisogna
calcolare il reddito perso a causa del lucro spettante, tenendo conto di eventuali vantaggi ottenuti in seguito al sinistro da parte del creditore.