Il
portafoglio lavoro indiretto italiano è un’espressione con la quale si indicano i contratti stipulati dalle
compagnie assicurative, in relazione alle imprese di assicurazioni italiane o estere con sede operativa in Italia. Al contrario, non vengono contabilizzate le
polizze sottoscritte dalle compagnie italiane negli stabilimenti all’estero, le quali sono conteggiare nel portafoglio lavoro indiretto estero.
Questa voce viene inserita all’interno del bilancio delle imprese di assicurazione, infatti nel
conto economico è possibile trovare il portafoglio italiano ed estero della compagnia. Rientrano nella valutazione anche le
polizze vendute dagli intermediari, qualora l’impresa cedente abbia provveduto al riconoscimento del contratto.
Che cos’è il portafoglio lavoro indiretto italiano
La creazione e l’aggiornamento del portafoglio lavoro indiretto italiano è di fondamentale importanza per le compagnie assicurative, in quanto consente di
calcolare il valore delle riserve tecniche. In base ai contratti stipulati dalle imprese cedenti italiane, infatti, le compagnie devono stabilire l’ammontare delle
risorse da accantonare per rispettare gli impegni presi con i clienti.
Questi meccanismi sono regolati dal Codice delle Assicurazioni Private, dove vengono definite le regole da seguire per l’esercizio dell’attività assicurativa. Il riferimento normativo è il
D.Lgs. 173 del 26 maggio 1997, il quale applica l’attuazione della Direttiva comunitaria 91/674/CEE in materia di conti annuali e consolidati delle imprese di assicurazione.
Le disposizioni si applicano sia alle compagnie di assicurazione che alle
imprese di riassicurazione, purché con
sede legale all’interno del territorio italiano e autorizzate a svolgere l’attività assicurativa o riassicurativa. Sono comprese le sedi secondarie delle imprese con sede legale in un Paese membro dell’Unione Europea o extra UE, qualora sia
autorizzato ad esercitare in Italia.
In particolare, il portafoglio lavoro indiretto italiano si riferisce all’attività di riassicurazione, ovvero le
assicurazioni stipulate dalle compagnie per proteggersi contro il rischio d’insolvenza. In questo modo le imprese di assicurazione possono tutelarsi contro una serie di circostanze, attraverso la cessione di alcuni rischi alle imprese di riassicurazione per aumentare la sicurezza e la capacità di sottoscrizione.
A cosa serve il portafoglio lavoro indiretto italiano
Con il portafoglio lavoro indiretto italiano vengono
contabilizzate tutte le polizze sottoscritte in ambito riassicurativo, al fine di costituire le riserve tecniche relative ad ogni esercizio. Ciò permette di fornire
maggiori garanzie nel rispetto degli impegni assunti in confronto agli
assicurati, assicurando la copertura dei rischi e il pagamento delle prestazioni assicurative.
Le imprese sono tenute all’iscrizione in bilancio del portafoglio italiano ed estero, per stabilire la
disponibilità patrimoniale necessaria pari almeno all’ammontare delle
riserve tecniche. L’inserimento in bilancio dipende dalle comunicazioni effettuate dalle imprese cedenti, le quali devono informare correttamente le imprese di riassicurazione in merito agli impegni presi.
Le
attività di riassicurazione che devono essere conteggiate sono sia quelle
attive, quando il rischio rimane a carico dell’impresa cedente, sia quelle
passive nel caso in cui il rischio ricade interamente sul cessionario. Un corretto calcolo del portafoglio lavoro indiretto italiano permette alle compagnie di rimanere solventi, onorando quando necessario tutti i contratti stipulati.