Le
spese di salvataggio sono un meccanismo abbastanza comune nell’ambito delle assicurazioni del ramo danni, quando l’
assicurato in caso di sinistro sostiene a proprio carico alcuni costi relativi al danno causato a cose o persone. In queste circostanze l’assicuratore è tenuto a risarcire l’assicurato, anche se il totale del rimborso oltrepassa il valore assicurato con la polizza.
L’obbligo di salvataggio è disciplinato dall’articolo 1904 del Codice Civile, dove viene specificato che
l’assicurato deve fare tutto il possibile per ridurre o evitare il danno. Tali spese rimangono a carico dell’
assicuratore, in modo proporzionale rispetto al valore assicurato tenendo conto dell’effettivo valore del bene assicurato al momento del sinistro.
Che cosa sono le spese di salvataggio
In un rapporto tra assicurato e assicuratore, come avviene ad esempio in una
polizza RCA, esiste il principio dell’
obbligo di salvataggio. Viene applicato al settore assicurativo dall’articolo 1904 del Codice Civile, tuttavia riprende un principio di carattere generale trattato dall’articolo 1227, il concorso del fatto colposo del creditore.
In particolare, l’assicurato è vincolato al
dovere di solidarietà, quindi deve adoperarsi per quanto possibile nella diminuzione del danno oppure cercare di evitarlo. Eventuali spese dell’assicurato che permettono una riduzione del danno, dunque minori costi di rimborso per l’assicuratore, devono essere risarciti da quest’ultimo nei confronti dell’assicurato.
È comunque prevista un’eccezione, infatti
l’assicuratore può rifiutarsi di indennizzare l’assicurato se i costi sostenuti sono ritenuti irragionevoli, provando che le spese di salvataggio sono state impiegate in modo inconsiderato. Si tratta ad esempio dell’utilizzo improprio del veicolo assicurato, condizione che può sollevare l’assicuratore dal pagamento dei danni materiali.
In generale, ogni assicurato ha l’obbligo di cercare di evitare il danno o adoperarsi per ridurlo. In caso contrario l’assicuratore non eroga il rimborso del danno se l’assicurato avrebbe potuto
scongiurare il danno, oppure applica una riduzione del risarcimento se l’assicurato ha contribuito al danno attraverso un
comportamento doloso, in misura proporzionale rispetto alla gravità delle conseguenze di tale colpa.
Come funzionano le spese di salvataggio
Il principio dell’obbligo di salvataggio prevede che
l’assicuratore si deve fare carico dei costi sostenuti dall’assicurato per tentare di sottrarre il bene al danno o limitarne l’entità. Nel caso della polizza RCA, ad esempio, l’assicurato deve cercare di evitare di causare danni a terzi, guidando in modo diligente e rispettando le norme del Codice della Strada, garantendo in questo modo un beneficio alla
compagnia assicurativa.
In taluni casi però l’assicurato potrebbe sostenere delle
spese di salvataggio eccessive, per le quali l’assicuratore non è obbligato al risarcimento con la liquidazione del danno. È quanto potrebbe avvenire in caso di garanzia furto, se l’assicurato spendesse una cifra sproporzionata per sostenere le ricerche del veicolo sottratto, somma ritenuta sconsiderata in relazione al valore del danno e dunque
senza obbligo di rimborso.
Un assicurato che si adopera per ridurre il danno del bene assicurato deve essere risarcito, nei limiti del valore assicurabile e della consideratezza di tali azioni. Se il bene ha un valore superiore rispetto a quello assicurato la compagnia può applicare la
regola proporzionale, con il calcolo del rapporto tra il valore del bene al momento del
sinistro e il capitale assicurato indicato nella polizza.