Quasi per tutti le vacanze sono giunte al termine, anche il meteo lo conferma. Riprende la routine quotidiana fatta di spostamenti, richiedendo spesso l’utilizzo della vettura o ciclomotore, sempre più costosi e gravanti sul budget mensile delle famiglie italiane. I weekend al mare restano solo dei ricordi, come i ghiotti sconti sul carburate che erano usufruibili nei fine settimana. Ma cosa accadrà adesso?
Tutto è iniziato infatti con Eni e la sua campagna per far “ripartire” il paese. Una scelta commerciale costata, solo per quanto riguarda la perdita prevista, circa 180 milioni di euro. Una previsione legata proporzionalmente alla quantità di carburante venduto, ma volta a fidelizzare gli utenti e ad aumentare la notorietà della marca. Una perdita che le compagnie stanno recuperando, con la chiusura delle promozioni periodiche, tenendo invariato il prezzo del carburante anche se il costo del greggio cala vertiginosamente. A (ri)pagare è ancora una volta l’automobilista italiano. L’Ente Nazionale Idrocarburi ha aperto una rivoluzione all’interno del settore, anche oggi resta l’unica compagnia ad aver rimesso mano al listino dei distributori diminuendo di 2,5 centesimi/litro la benzina e 0,5 centesimi/litro il gasolio, che ha costretto i competitor ad adeguarsi per non perdere consumatori, ma soprattutto credibilità. Per un breve periodo, andato da metà giugno a fine agosto, gli unici a guadagnarci sono stati i consumatori attenti. Un “investimento reputazionale e commerciale” da parte delle compagnie petrolifere, che ha generato interminabili code ai distributori per godere dell’offerta (limitata alla modalità iperself/self service).
“Riparti con Eni” ha totalizzato più di 50 milioni di rifornimenti, più del parco auto in circolazione sul territorio, con più di un 1 miliardo di litri di carburante erogato. Dodici weekend che si sono conclusi con i numeri record del 2 settembre, con oltre 100 milioni di litri erogati e 5 milioni di utenti che hanno rifornito la propria vettura dalle 13 del sabato alle 7 del lunedì mattina. Una strategia di marketing, che ha apportato anche dei risvolti “socio-culturali” spingendo milioni di italiani a sperimentare, per la prima volta, i distributori automatici.
Un po’ tutti ci avevamo fatto l’abitudine, tanto da far calare l’utenza media infrasettimanale di distributori carburante su tutta la rete nazionale, ma purtroppo non c’è stato un prolungamento della campagna come già annunciato al lancio delle stessa. Oggi però con la benzina/diesel che raggiunge punte massime di costo di 2,019/1.853 euro/litro, il prolungamento della promozione è più che un’esigenza. L’ADOC (Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori) attraverso la voce del presidente nazionale Lamberto Santini chiede all’Eni di non andare in “ferie”, ma di riattivare almeno fino al 31 dicembre 2012 l’iniziativa. Non solo per dare un contributo reale alla famiglie, ma anche per “ammorbidire” i prezzi calmierati.
L’elevato prezzo del carburante, basti pensare che solo nel 2011 c’è stato un incremento del prezzo alla vendita del 41%, va a influenzare direttamente il tenore di vita delle famiglie e delle aziende, quindi inevitabilmente la ripresa economica del paese. Il Governo deciderà, proprio in questi giorni, di intervenire per calmierare il prezzo del combustibile attraverso l’attuazione dell’accisa mobile o elastica. Si tratta di uno strumento che va a contrastare in modo automatico l’aumento dell’Iva, quando il prezzo del petrolio grezzo aumenta vertiginosamente. Un’innovazione per l’Italia, ma che porterà solo un lieve risparmio (1/2 centesimi a litro) per l’automobilista. Il “risparmio” effettivo sarà la riduzione del gettito fiscale per circa 240 milioni di euro.
Uno strumento che tutela il bene comune, ma che non va a garantire un “alleggerimento” per il singolo automobilista costretto oggi a spendere un intero stipendio, nell’arco di un anno, in carburanti. Basta effettuare un semplice confronto prezzi carburante, oggi la benzina costa mediamente 1,933 €/l mentre nello stesso periodo del 2002 il prezzo era di 1,061 €/l. Peggiore la situazione del diesel che nel mese corrente ha toccato punte di 1,817 €/l contro i 0,859 €/l del settembre 2002. Un bel colpo per l’automobilista, che oggi si trova a dover pagare più di 40€ per un pieno di benzina e quasi 50€ in più per il diesel.
In attesa di vedere come si svilupperà il prossimo futuro, la domanda che tutti ci poniamo è ancora una volta: come risparmiare?
Notizia dell'ultima ora: Ad oggi ENI riutilizza l’ormai noto Riparti con Eni, per ricordare agli automobilisti come si possa continuare a risparmiare in modalità Iperself. Conveniente, ma non come la promozione estiva.
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